Economia | Intervista

“Redistribuire ai lavoratori”

Contratti, sanità, welfare: le priorità della Cgil-Agb nel 2018. Ebner: “L’economia va bene, i benefici devono essere per tutti”. In autunno il congresso.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: CC0

La contrattazione nazionale della grande distribuzione, il trasporto pubblico locale, l’artigianato metalmeccanico, la somministrazione lavoro, il comparto multiservizi. Quella aziendale e territoriale per commercio, artigianato, pulizie. Gli interventi nell’impiego pubblico provinciale e nella sanità, un settore in cui “i dipendenti sono sotto pressione” ed “esiste un certo malessere”. Per la Cgil-Agb altoatesina il 2018 è un periodo ricco di impegni e priorità. È l’anno elettorale, con le politiche alle porte e le amministrative in autunno, e anche del congresso per il sindacato che vanta 35.000 tesserati a livello provinciale. “Sono in aumento dal 2016 al 2017 di un migliaio di unità, segno che siamo in campo” racconta il segretario generale Alfred Ebner. “Toccherà al gruppo dirigente che uscirà al Congresso valorizzare e portare avanti quanto realizzato assieme”.

 

Salto.bz: Quali sono le priorità per il 2018, che tra l’altro vede arrivare a scadenza la consiliatura provinciale?

Alfred Ebner: Partendo dai temi nazionali, che non si decidono a Bolzano ma che sono molto sentiti anche qui, direi sicuramente il tema delle pensioni. Come Cgil non siamo stati soddisfatti di come si è chiusa la contrattazione sulla previdenza. Mancano ancora le risposte ai giovani, agli stessi pensionati e alle donne, i punti fondamentali del nostro documento del 2016. Certo non si risolvono queste questioni in Alto Adige, ma dalle nostre parti c’è moltissima attenzione. Le nuove generazioni dicono di non avere prospettive e gli anziani si lamentano per le mancate rivalutazioni. Quindi la partita per noi non è ancora chiusa. Vediamo chi andrà al governo e cosa farà.
 

Le elezioni politiche sono imminenti e non ci sono previsioni certe sul verdetto delle urne. Lei cosa si aspetta?

Le elezioni nazionali sono un’incognita. Poi naturalmente abbiamo le nostre amministrative provinciali in autunno, che interessano direttamente la popolazione e il sindacato locale. Come Cgil non facciamo il tifo per nessuno. Vedremo le proposte e ci riserveremo di dire la nostra. Il parere è legittimo, se non opportuno.
 

Gli altri obiettivi per l’anno appena iniziato?

Ci sono una serie di cose da chiudere sulla contrattazione nazionale e su quella locale. Per la prima parte penso alle trattative aperte negli ambiti di Federdistribuzione, edilizia, Rai e via dicendo. Sono da seguire il trasporto pubblico locale (nel 2018 ci sarà pure l’assegnazione del servizio extraurbano locale), l’artigianato metalmeccanico, il lavoro somministrato, gli interinali per intenderci e il comparto multiservizi.  
 

Le trattative locali quali sono?

Ci sono una serie di partite in corso. Gli imprenditori altoatesini dicono che gli stipendi che loro pagano sono molto buoni, ma in realtà ci sono settori abbastanza poveri. Una delle nostre priorità è costituita certamente dai contratti aziendali e territoriali, a tutti i livelli. La contrattazione è la prima delle nostre priorità. È l’unico modo reale che abbiamo come sindacato per migliorare le condizioni dei lavoratori di questo territorio.
 

L’Alto Adige è in un’ottima fase economica. Il sindacato mira ad ottenere concessioni dalla controparte, gli imprenditori?

Appunto perché l’economia territoriale va bene, e altrettanto si può dire per l’occupazione, penso che ci siano buoni margini per la redistribuzione. Qualcosa va dato ai lavoratori. Dipenderà dai datori dai lavori ma anche da come noi del sindacato riusciremo a porci. Ricordo anche che la detassazione dei premi di produttività al 10%, sulla quale abbiamo firmato un accordo a livello territoriale, non è stata molto sfruttata dalle aziende. Bisogna lavorarci.
 

Ci sono anche altri settori in cui ci si aspetta accordi fruttuosi nel corso dell’anno?

Sì, il pubblico impiego locale e la sanità. Per la Provincia i soldi a disposizione sono pochi, ma i contratti sono fermi da un decennio. Nella sanità invece il malessere c’è. I dipendenti sono sotto pressione, normale quando mancano gli organici. Non solo l’Alto Adige ma tutta l’Europa ha carenza di medici. Ora le risorse per le assunzioni sono state stanziate e speriamo il problema si risolva. La Provincia ha fatto pure delle deroghe sul bilinguismo, per rispondere a una necessità: il medico c’è o non c’è. Esiste poi l’ambito sociale, nel quale sarebbe opportuna una razionalizzazione.
 

Cosa intende?

I soldi ci sono, i servizi anche. Forse le agevolazioni sono troppe e generano confusione. La gente non conosce tutte le prestazioni a cui ha diritto e dove chiederle. A maggior ragione visto che è stato modificato l’assegno ex regionale sui figli, diventato provinciale, bisogna capire come semplificare e unificare.
 

Quest’anno ricorre il congresso della Cgil-Agb provinciale. Cosa rappresenta per il sindacato?

Significa discussione, cambiamento, rinnovamento. Confronto, anche alla luce di una situazione politica che sarà per forza modificata.