Cultura | Turris Babel 124

Made in SOUTH TYROL

Nel mercato di export sigillato dal marchio «Südtirol» non manca l’esportazione di progetti e idee del settore architettura.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Turris Babel 124
Foto: Studio Mut | Turris Babel

L'editoriale del No. 124 del Turris Babel: Export

Editoriale di Alberto Winterle


In Zusammenarbeit mit der Architekturstiftung Südtirol / in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige.

 

Sono molti i prodotti realizzati, coltivati, trasformati, ma anche ideati e progettati nei territori della provincia di Bolzano che poi varcano i confini locali e sono esportati all’estero, oppure nelle altre regioni del nostro Paese. Nel settore agricolo, preziose materie prime come ad esempio le mele della Val Venosta, sono in parte destinate all’esportazione, ma anche i prodotti agricoli trasformati come i pluripremiati vini finiscono spesso su tavole di appassionati degustatori di tutto il mondo. Allo stesso modo molti prodotti artigianali, dopo essere stati toccati e lavorati dalle mani di falegnami e fabbri sudtirolesi, arredano abitazioni, musei o altri edifici pubblici e privati di tutta l’Europa centrale. In questo mercato di export sigillato dal marchio «Südtirol» non manca l’esportazione di progetti e idee del settore creativo. Infatti in molti studi di architettura della provincia di Bolzano si progettano edifici e strutture per partecipare a concorsi o per soddisfare le richieste di committenti per opere da costruire altrove. Nascono così stimolanti occasioni per confrontarsi con realtà simili alle nostre, in caso di luoghi limitrofi o comunque inerenti al contesto alpino, oppure anche opportunità di affrontare progetti in luoghi completamente diversi e con situazioni sociali ed economiche totalmente altre rispetto a ciò che noi normalmente conosciamo. Aprirsi al mondo non è però solamente un’occasione in più, si tratta forse anche della necessità di provare a trovare il coraggio per uscire da quell’area protetta costituita dalle dinamiche economiche e politiche provinciali, varcando i confini che comunque abitualmente superiamo sia verso nord che verso sud.

 


Al pari dei tre bicchieri conquistati da prestigiose produzioni vinicole, i molti premi conquistati sia a livello nazionale che internazionale da molti architetti che operano prevalentemente nella provincia di Bolzano, così come la pubblicazione su note riviste di settore, sono stati un importante elemento di evidenza, una vetrina per far conoscere i prodotti dell’architettura contemporanea sudtirolese oltre i confini locali. Se tutto ciò accade però, non è solamente grazie alla capacità e creatività, oltre che alla tenacia, di molti colleghi. La recente produzione architettonica nella provincia di Bolzano evidenzia una sorta di eccezione, rispetto ad altri territori, dovuta in parte anche all’importante ruolo avuto dall’ente pubblico. La capacità di investire e credere nel progetto è stata fondamentale per la crescita dei professionisti locali, messi a confronto tra loro ma anche con studi di rilievo che dall’esterno li hanno contaminati. Attraverso la realizzazione di importanti opere pubbliche la cui progettazione è stata frutto di un approfondito lavoro di confronto selezionando soprattutto la qualità dei progetti sulla base, nella maggior parte dei casi, dello strumento del concorso di progettazione, l’ente pubblico ha svolto coerentemente il suo ruolo di stimolo e investimento sul territorio; è stato capace di creare reali opportunità di lavoro e di sperimentazione che hanno portato a una costante crescita della qualità delle prestazioni. Uno stimolo alla riflessione e alla ricerca di progetti di valore che ha mosso anche il cliente privato, che del concorso a inviti ha fatto spesso un suo strumento privilegiato di selezione e produzione di un’architettura di qualità. In questo contesto, le stesse aziende artigianali e industriali hanno potuto fare tesoro delle esperienze effettuate in loco insieme agli architetti per offrirsi su altri mercati.
Oltre all’efficace allenamento nella «palestra Südtirol» vi è sicuramente un altro fattore determinante che ha favorito l’esportazione, ovvero la particolare condizione sociale e politica a cavallo tra due orizzonti culturali e linguistici, quello italiano e quello tedesco, che oltre a costituire un importante arricchimento favorisce ovviamente anche i contatti ed i rapporti con i paesi limitrofi in una sorta di fluido rapporto di vicinanza e continuità.

 


Ecco quindi che la nostra rivista prova a seguire queste strade che molti colleghi hanno percorso, provando a indagare come le esperienze professionali legate alla realizzazione di nuove opere o al recupero di strutture esistenti poste nelle nostre città o nelle nostre valli, si comportano nel confronto con contesti diversi. I progetti che presentiamo sono una limitata selezione delle numerose segnalazioni attivate grazie ad una call in cui abbiamo chiesto ai colleghi che operano in provincia di Bolzano di inviarci i loro progetti realizzati oltre i confini provinciali. Abbiamo quindi alcune opere costruite a poca distanza, degli sconfinamenti limitati, in contesti di fatto omogenei ed in continuità con le caratteristiche del paesaggio altoatesino. Vi sono poi numerosi esempi – ne abbiamo selezionati solo alcuni – di abitazioni costruite sulle rive del lago di Garda, che di fatto costituisce una sorta di enclave sudtirolese e germanica per le numerose presenze e frequentazioni estive, o anche di opere situate in prossimità di altri specchi lacustri alpini. Vi sono ovviamente i rapporti con i paesi germanofoni, dove i colleghi grazie alla conoscenza della lingua possono avere facilmente rapporti con committenti privati e pubblici. Infine la parte esotica, anche dal Sudtirolo parte la conquista dei territori d’oriente, seguendo le tracce di Marco Polo alla scoperta di mondi forse oggi meno lontani ma comunque caratterizzati da logiche sociali, politiche ed economiche molto diverse rispetto alle nostre.
A questa serie di progetti che costituiscono «l’export» nel campo dell’architettura contemporanea, corrisponde ovviamente anche un opposto «import» di idee e di architetture, che proprio grazie all’ampia partecipazione ai concorsi di progettazione ha portato numerosi professionisti, di diversa provenienza, a misurarsi con il contesto altoatesino, ma questa è un’altra storia a cui vorremo dedicare a breve la nostra attenzione.