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“Una situazione kafkiana”

La giunta allarga il sussidio di emergenza anche ai lavoratori di aziende in crisi, compresa la Solland Silicon. Schwarze (Cgil): “Apprezzabile, ma il problema resta”.

Evocata a gran voce nel corso del lungo e ancora irrisolto calvario dei dipendenti della Solland Silicon di Sinigo una prima risposta concreta sembra ora finalmente giungere dalla Provincia. Oggi (16 febbraio) la giunta, su proposta dell’assessore Christian Tommasini, ha deciso di estendere la concessione del sussidio di emergenza ai lavoratori di aziende in crisi che non percepiscono la retribuzione da almeno tre mensilità. La legge provinciale prevede infatti interventi d’emergenza per gravi casi sociali - persone che si trovano in un particolare stato di necessità, compreso chi è in mobilità o in cassa integrazione - nel settore dell’edilizia abitativa. Il fondo, ha spiegato inoltre Tommasini, non dispone di una cifra fissa ma può contare al momento su alcuni milioni di euro. “Si tratta di una situazione kafkiana”, ha osservato l’assessore che ha poi aggiunto: “Vogliamo intervenire anche in queste situazioni persistenti per sostenere operai e tecnici di elevata professionalità e contrastare il rischio di perdita di posti di lavoro e di difficoltà economica di molte famiglie”.

Il sussidio di emergenza potrà aiutare i lavoratori a pagare le rate del mutuo della casa, sarà quindi valutato caso per caso fornendo una consulenza individuale. Tale sostegno consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto o di al massimo tre contributi annuali costanti. Può essere concesso se grazie al sussidio si presume di assicurare stabilmente alla famiglia la proprietà dell’alloggio. L’entità di questo aiuto economico di emergenza non può superare il 10% del valore convenzionale dell’alloggio stesso. “Sappiamo che la Provincia non ha chissà quanto margine di operazione in questo contesto, chiederle di farsi carico, come proposto da altri sindacalisti, dei salari dei dipendenti mi pare fuori luogo dal momento che l’azienda non è un ente pubblico - riferisce Stefano Schwarze della Filctem Cgil -. Ben vengano invece misure come quelle approvate oggi dalla giunta, la Provincia deve attivarsi facendo tutto ciò che è nelle sue possibilità anche se sarebbe stato auspicabile muoversi prima, visto che il problema esiste da quattro anni”. Il prossimo 25 febbraio è fissato un incontro a Merano con l’amministrazione comunale per valutare i vari campi di azione, “si potrebbe intervenire ad esempio sulle rette degli asili e delle scuole” propone il sindacalista.

Nel frattempo resta il nodo della sicurezza, recentemente ha avuto luogo un vertice sul tema a cui hanno partecipato il Commissario del governo Elisabetta Margiacchi, funzionari dell'ufficio lavoro della Provincia, la protezione civile e gli operai comandati nella fabbrica di Sinigo. L’impianto della Solland Silicon è infatti pieno di materiale chimico altamente pericoloso e le scorte di materiale necessario per la gestione delle apparecchiature sono terminate. È previsto dalla legge che l'impianto sia presidiato 24 ore su 24, e ad assolvere il compito ci sono 30 persone che lavorano su turnazione e che non ricevono lo stipendio da mesi ma che non hanno diritto allo sciopero perché comandati dall'azienda. Se una persona non si presenta al lavoro il collega del turno precedente deve sostituirlo per 4 ore lavorandone 12 gratis. “Se dovesse succedere l'irreparabile Pugliese (il titolare della Solland Silicon, ndr), è penalmente perseguibile, ma continua a latitare, nemmeno stamattina si è fatto vivo alla nostra riunione e continua a snobbarci. L’azienda non paga gli arretrati, e i fornitori, pur avendo incassato i soldi dell’immobile in Olanda, ma pretende di tenere aperta la fabbrica, siamo al limite del paradosso”, conclude Schwarze.