Società | Convivenza

Salve salvino, vicino!

Come fare per convivere armoniosamente con i propri condomini? Ci pensa l’indice di felicità condominiale. La prima fonte di nervosismo? L'assenza di dialogo.
Flanders, Ned
Foto: web

Comportarsi come un Ned Flanders, il vicino tutto sorrisi e disponibilità di simpsoniana memoria, non è sempre scontato. La principale fonte di nervosismo e frustrazione nel proprio palazzo o abitazione nasce, in primis, dall’assenza di dialogo tra condomini. Al di là del ceto sociale, della provenienza geografica o del livello culturale, si evidenza molto diffusamente la scarsa ricerca di un dialogo tra le persone appartenente allo stesso condominio. La maggior parte dei condomini, infatti, spesso neppure si conosce.

Da qui l’idea di un vero e proprio indice in grado di misurare il livello di ‘felicità’, inteso come benessere fisico e mentale della persona, all’interno della propria abitazione e, in maniera più estesa, all’interno del proprio condominio. “Creare una relazione stabile e continuativa fra i condomini in maniera tale da generare empatia e ridurre i conflitti è l’assunto di base della nascita del concetto della felicità condominiale - dichiara Simona Bastari, amministratore di condomini felici - Attualmente anche l’approccio dell’amministratore condominiale in primis è cambiato, basti vedere quante iniziative mirate sono sorte negli ultimi anni a supporto di una nuova mentalità di apertura e condivisione”.

Attraverso l’uso di un questionario, dunque, si parte da un’analisi della percezione del singolo condomino sulla base di parametri soggettivi, per poi passare a un dato più oggettivo, quello che riguarda la location: come e dove il condominio è situato, in quale zona, quartiere o città, qual è la vicinanza con spazi di relax (parchi e giardini), di istruzione (scuole, asili ecc.), di svago, oltre che ai vari esercizi commerciali. Altri parametri presi in considerazione sono gli spazi del proprio appartamento in proporzione al numero di persone che lo abitano, la presenza o meno di ascensore, garage e spazi comuni, condizioni dell’impianto di riscaldamento; la situazione dello stabile (scale o servizi con problematiche, presenza o assenza di aree verdi come giardino, ecc.) sia internamente che esternamente.

E ancora: la relazione con lo studio di amministrazione condominiale, la presenza o meno di dialogo, l’efficacia nella trasmissione di informazioni corrette e con le giuste tempistiche, la frequenza e utilità delle riunioni, l’affidabilità e reperibilità dell’amministratore, dall’altra come il condomino percepisce il proprio livello di felicità all’interno del condominio. Provare per credere.