Economia | CAMERA DI COMMERCIO

"Riforma urbanistica, no alla tassa"

Il segretario Aberer contro la norma sul passaggio da terreno agricolo a edificabile: "Per 700.000 euro di ricavi 500.000 di imposta. Così salgono i prezzi immobiliari".
Handelskammer
Foto: Lafogler

“L’economia altoatesina rifiuta questa nuova tassazione che porterebbe a un ulteriore aumento dei prezzi immobiliari”. Alfred Aberer, segretario generale della Camera di commercio di Bolzano, conti alla mano critica a nome degli operatori economici altoatesini uno dei punti del disegno di legge provinciale 151 del 2018, “Territorio e paesaggio”. In altre parole la riforma urbanistica, che affronta l’esame della seconda commissione legislativa del Consiglio generando anche una vivace discussione.

Dopo la lettera in casa Svp di Dieter Steger e Cristoph Baur ad Arno Kompatscher (come riporta l’Alto Adige), per chiedere un ripensamento e quindi includere la norma che riconosca la “specificità” di Bolzano – al momento stralciata –, arriva un’altra sollecitazione “pesante” rivolta agli interpreti del percorso legislativo.

Il rilievo è affidato a una nota ufficiale che in modo pacato evidenzia l’onerosità della tassazione per gli agricoltori riportando “un esempio di calcolo”. “Se passa l’annunciata riforma urbanistica provinciale – si legge –, in caso di trasformazione di un terreno da zona agricola in terreno edificabile in futuro, in presenza di determinate condizioni, andrebbe versata alla mano pubblica una percentuale dell’incremento di valore. Un calcolo esemplificativo dimostra cosa significa concretamente”.

La Camera di commercio punta l’attenzione su una norma dell’articolato di legge: “In base all’articolo 19 della bozza della nuova legge urbanistica, in caso di individuazione di nuovi terreni edificabili e di variazione della categoria d’uso per diritti edificatori è prevista la destinazione del 30% dell’incremento di valore del terreno in questione. Seppure dalla bozza di legge non emerga chiaramente chi debba alla fine versare questa parte di incremento, se il venditore o l’acquirente, è comunque opportuno chiarire con un esempio gli effetti di tale destinazione”. Segue l’esempio di “un agricoltore che realizza grazie a un’attività secondaria un reddito imponibile di circa 35.000 euro all’anno, e decide di vendere un terreno agricolo di 2.500 metri quadrati”. Il terreno agricolo, prosegue la nota, ha un valore stimabile in 20 euro a metri quadrati, quindi di 50.000 euro. “Questo terreno viene trasformato da zona agricola in terreno edificabile. Il valore di vendita sale così a 300 euro a metri quadrati e l’agricoltore ricava 750.000 euro”.

I conti per l’ente sono presto fatti: “Questo comporta per l’agricoltore elevati oneri fiscali. Il ricavo della vendita è soggetto all’imposta sui redditi per un’aliquota di circa il 27,5 percento, quindi 192.500 euro. Scatta inoltre l’addizionale regionale Irpef dell’1,1%, con un ulteriore aggravio di 7.000 euro. Infine, si aggiunge la nuova destinazione del 30% dell’incremento di valore, ovvero altri 225.000 euro, da versare al Comune. Anche l’acquirente paga delle imposte sul terreno edificabile, ossia le imposte di registro per la registrazione del contratto d’acquisto nella misura del 9% del prezzo d’acquisto, pari a 67.500 euro”.

Ed ecco la conclusione del segretario generale. “Dei 700.000 euro di ricavi realizzati grazie alla trasformazione del terreno agricolo in uno edificabile, 492.000 euro vanno alla mano pubblica, quindi ben il 70,3 per cento”, calcola Aberer, che aggiunge: “L’economia altoatesina rifiuta questa nuova tassazione che porterebbe a un ulteriore aumento dei prezzi immobiliari”.