Cronaca | Il nodo inhouse

“A22, pronti ad avviare la gara”

Nuovo stallo nella trattativa sulla concessione. Toninelli minaccia il bando. Diplomatici Fugatti e Kompatscher: “Continuiamo a trattare”.
toninelli, Danilo, a22
Foto: Nanopress

Nuovo colpo di scena per la telenovela della concessione A22 che viaggia sulle ruote dei rapporti istituzionali e politici tra Roma, Trento, Bolzano (passando per i soci del sud). Il ministro Danilo Toninelli, ancora in sella nell’esecutivo giallo-verde nonostante le uscite da dimenticare, è tornato a minacciare la gara. Alla nota del ministero risponde Maurizio Fugatti, governatore del Trentino, d’intesa con il collega altoatesino Arno Kompatscher: “Continuiamo a trattare”. Ma la soluzione ancora non si vede.

Il nuovo piano economico-finanziario ed il correlato piano finanziario regolatorio smentiscono tutti i passi avanti fatti finora (Danilo Toninelli)

Il ministro è netto. Nella difficile e delicata partita per un accordo sul rinnovo della concessione ad Autobrennero spa Toninelli dà la colpa del nuovo impasse alla proposta degli enti locali, che detengono la maggioranza della società. Dai soci pubblici interessati infatti è arrivato “un nuovo piano economico-finanziario ed il correlato piano finanziario regolatorio che smentiscono - accusa l’esponente M5s - tutti i passi avanti fatti finora”.

 

Il dicastero delle infrastrutture e dei trasporti “auspica - prosegue il ministro - che si possa tornare a ragionare con le parti in causa, con i presupposti a cui sembrava si fosse di comune accordo arrivati, su una concessione totalmente in house”: ma se così non fosse, il Mit sarà obbligato “ad avviare le procedure di gara per il nuovo concessionario”.

Il ministero dei trasporti auspica che si possa tornare a dialogare su una concessione inhouse. Se così non fosse il Mit sarà obbligato ad avviare la gara per il nuovo concessionario

Ma cos’è che continua a dividere il governo dagli enti locali, riuniti nella compagine guidata dalle due Province autonome di Trento e Bolzano? In primo luogo la governance della futura società che si troverà titolare della concessione. Come riassume oggi il quotidiano Alto Adige, a Roma non piace lo schema del Comitato di indirizzo e di coordinamento proposto dai soci locali e soprattutto il passaggio che prevede che il presidente sia scelto sì dallo Stato, ma su gradimento degli enti territoriali. 

Ci sono poi, ovviamente, i soldi: il piano proposto contempla 800 milioni di investimenti per opere all’esterno dell’A22, preziose soprattutto per i territori attraversati (ci sono ad esempio le risorse per la l’Agenda Bolzano), e 4 miliardi di lavori di ammodernamento interni all’autostrada. Il problema è che la tariffa indicata dall’Autorità di regolazione dei trasporti non basta per far stare in piedi il programma. Senza considerare che politicamente il M5s spinge per una riduzione dei pedaggi, anche nel resto d’Italia dove la rete è stata toccata dalla tragedia del ponte Morandi e dal feroce scontro sui proventi dei concessionari delle autostrade.

 

 

Sono mesi, se non settimane, che nella trattativa si alternano brusche interruzioni, minacce di far saltare il banco, seguite a riappacificazioni. I governatori sembrano già intravedere un ritorno alla mediazione. Nonostante il ministero abbia minacciato di “avviare le procedure per individuare il nuovo concessionario”, per non rischiare una procedura di infrazione comunitaria visto che l’assegnazione è scaduta il 30 aprile 2014.

Vogliamo continuare a dialogare. Il ministero si è mosso in modo serio alla ricerca di una soluzione. Non dobbiamo interrompere questo percorso, consapevoli sia delle esigenze del Mit che di quelle dei territori che rappresentiamo (Maurizio Fugatti)

“La nostra volontà - risponde Fugatti, in linea con Kompatscher - è quella di continuare a dialogare per cercare di chiudere le partite rimaste aperte. Abbiamo preso atto della volontà e della serietà con cui il ministero si è mosso alla ricerca di una soluzione. Non dobbiamo interrompere questo percorso, consapevoli sia delle esigenze rappresentate dal Mit che di quelle dei territori che rappresentiamo”.