Film | salto weekend

C’mon C’mon

Un ritratto intimo di una famiglia non convenzionale e un viaggio, esteticamente affascinante, nelle gioie e nei dolori della “genitorialità moderna”.
C'mon C'mon
Foto: Screenshot

“Be funny, when you can.”

C’mon C’mon, ovvero: guida pratica su come fare i genitori (biologici e no). Sarà forse il film più sottovalutato dell’anno ed è un peccato. In Italia esce il 7 aprile.

Cos’è

È l’ultima pellicola - prodotta dalla magnifica A24 - di Mike Mills con protagonisti Joaquin Phoenix, Gaby Hoffman e il piccolo esordiente Woody Norman. Tre performance eccezionali. La storia, girata in un malinconico bianco e nero, parla di Johnny, un produttore radiofonico di mezza età, single e senza figli, ancora scosso dalla morte di sua madre ed estraneo a sua sorella e a suo nipote, finché questi ultimi non si trovano ad affrontare una crisi familiare.

Alle prese con un nuovo progetto Johnny viaggia per gli Stati Uniti intervistando diversi bambini sulle loro aspettative rispetto alla società del futuro; alcuni di loro hanno paura, altri sono speranzosi, altri ancora vogliono solo che il mondo li veda per come sono.
Johnny è lo zio di Jesse, un bambino di 9 anni, precoce e con una personalità bizzarra. I due trascorreranno del tempo insieme quando la madre di Jesse, Viv, dovrà recarsi a San Francisco per prendersi cura del suo ex marito, affetto da disturbo bipolare, nel pieno di un episodio maniacale. Dato che la crisi tratterrà Viv lontano dal figlio più a lungo del previsto, Johnny deciderà di partire con il bambino in uno dei suoi viaggi che li porterà da Los Angeles a New York e infine a New Orleans e si troverà a instaurare un profondo legame con il nipote.

C'mon C'mon | Official Trailer

 

Com’è

Mike Mills fa un film più o meno ogni cinque anni e quando lo fa c’è da andarli a vedere. Nel 2010 ha scritto e diretto Beginners, basato vagamente su suo padre che ha fatto coming out dopo la morte della madre del cineasta. Nel 2016 20th Century Women ha raccontato il suo rapporto con la madre. C’mon C’mon è stato ispirato da Hopper, il figlio di Mills.

Questo non è uno di quei film gonfio di eventi e sottotrame con cui ingozzarsi come al pranzo di Pasqua. Non succede molto in C’mon C’mon, non ci sono gesti d’amore o espiazioni plateali ma la storia abbonda di tessuto emotivo. È un lavoro autentico e onesto in cui scavare a fondo. E la vostra reazione al film potrebbe basarsi sulla tolleranza che avete per i personaggi che parlano non-stop dei loro sentimenti.

L’ascolto o meglio la volontà di ascoltare gli altri è il cuore della pellicola. Jesse che si immerge nei suoni che lo circondano o Johnny e Viv che tornano a comunicare dopo la morte della loro madre.
Perché il film funzioni la chimica tra Phoenix e Norman deve essere perfetta, e lo è. Oltre a imparare attraverso i ragazzi che intervista, Johnny impara da Jesse tanto quanto Jesse impara da lui. Costretto in un ruolo di cura a tempo pieno, Johnny realizza quanto sia difficile essere un genitore e raccoglie i momenti di gioia e frustrazione che ne derivano. Ciò che questa improbabile coppia sta sperimentando è semplicemente la vita, quotidiana, nella sua bellezza cruda e nei suoi dolori.

C’mon C’mon è un dramma sincero sulle relazioni, raccontato dalle prospettive dei diversi membri di una famiglia, e completo di messaggio rassicurante del regista all’indirizzo degli adulti sul mestiere di genitore, che potrebbe essere sintetizzato all’incirca così: se non ci state capendo un cazzo non vi preoccupate, è del tutto normale.

Voto: ***½