Ambiente | Gas e transizione

La giravolta sul gas locale

“40% del fabbisogno locale potrebbe essere coperto da fonti locali” mentre negli anni scorsi “non ce n’era a sufficienza" neanche per far funzionare i bus del tpl locale…
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
I digestori di un impianto di produzione di biogas
Foto: Gerald Krieseler da Pixabay

In una lunga intervista in primo piano su di un giornale locale il 13 marzo, l’ex responsabile dell’Agenzia provinciale per l’ambiente nonché ferreo sostenitore dell’idrogeno per oltre un ventennio, sempre ascoltato dalle parti di piazza Magnago, ha fatto un quadruplo salto carpiato all’indietro con avvitamento e si è convertito al gas prodotto localmente (biogas da cui si può ricavare il biometano) prodotto da letame che finisce ancora per gran parte sparso sui campi, spesso in quantità esagerate con le conseguenze per fauna, flora e acque. Il tutto ovviamente si sapeva da anni ma non s’è mai fatto quasi nulla.

In questa terra si rimane proprio sorpresi dalle giravolte. Quando osai accennare anni fa che si poteva utilizzare il biometano nel trasporto pubblico, venni visto come un marziano ed un rompiballe al cubo. Eppure evidenziai i vantaggi di un passaggio dal metano fossile a quello bio in svariati articoli qui su salto.bz e in non poche lettere ai giornali. C’era pure il piano clima del 2011 a porre il 2025 come passaggio per il tpl urbano ai bus elettrici o a metano. Non se n’è fatto nulla, fin troppe volte ne ho scritto e riferito, sempre inascoltato, ma è inutile che faccia riferimenti specifici, basta cercare qui su salto.bz e sul mio blog.

Pur considerando che il tema riguarda in generale l’approvvigionamento di gas, oggi, però, si potrebbe avere una flotta decarbonizzata e a basse emissioni ma ovviamente i proprietari dell’azienda di tpl e l’ente provinciale hanno sentito altre fonti, anche se ho avuto l’impressione che, soprattutto a livello politico, certe scelte siano state prese sulla base delle “indicazioni” degli “esperti”. Fra questi immagino proprio l’ex direttore dell’Appa che, evidentemente, ora si è convertito al gas locale dopo aver, con ogni probabilità, chiuso la sua parentesi sull’idrogeno a Bolzano Sud.

In breve, si sono persi circa quindici anni (forse anche di più), anno più anno meno. Mica pochi. Mi ricordo pure che mi fu detto in alcune discussioni che era troppo costoso raccogliere il letame e i liquami... oggi probabilmente con i tanti incentivi e il green deal europeo, il settore è diventato più che interessante dal punto di vista economico, come dimostrato dalla giornata dedicata alla produzione di biometano organizzata di recente dalla Camera di Commercio.  

Si è perso tempo (troppo) ma anche denari (oggi ci son molte meno risorse a disposizione e i costi sono saliti), oltre alla possibilità di tutelare l’ambiente e ridurre le emissioni di CO2. Ovviamente bene che si riprenda un argomento dimenticato (ignorato, forse volutamente?) per tanto tempo ma che qualcosa non fosse girato per il verso giusto negli anni scorsi è palese non fosse altro che per una mancanza di visione anche se sarebbe bastato dare un'occhiata al centro e nord Europa.

Questo sassolino me lo dovevo proprio togliere dalla scarpa. È chiaro che avere visioni alternative non è gradito quando queste arrivano da un non appartenente alla cospicua lobby di coloro che fungono da consulenti della politica ma da un semplice “cittadino informato”, come qualcuno mi ha definito, ovviamente in modo sarcastico. Mi piacerebbe averli ora davanti a me diversi di questi, taluni ormai ex politici, che mal sopportavano le mie esternazioni, compresi taluni che non hanno mai avuto gli “attributi” di creare un dibattito pubblico sul tema. Peccato anche per il silenzio sul tema da parte delle associazioni ambientaliste in tutti questi anni.