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Denaro – l’oscuro oggetto del desiderio…

L’economista anarchico Silvio Gesell vissuto a cavallo tra ’800 e ’900 pone le basi per il pensiero economico che attraversa l’opera di Ezra Pound. Una conferenza.
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Foto: Freigeld

La discussione era molto animata al termine della conferenza di Ralf Höller, autore e giornalista tedesco (collabora con “Die Zeit” e “Frankfurter Rundschau”) all’Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano dall’intrigante titolo Das tausendmal verfluchte Geld, ossia “Quello stramaledetto denaro”. Organizzata con l’Ezra Pound Research Center (che ha sede presso la citata Accademia) e la Brunnenburg, il tema ruotava attorno alle idee economiche del poeta, scrittore e traduttore statunitense che aveva vissuto alcuni anni - tra il 1958 e il 1962 - nel castello della figlia, Mary de Rachewiltz, situato a Tirolo sopra Merano, ed era poi morto nel 1972 a Venezia. Idee che lui aveva ripreso dall’anarchico Silvio Gesell, le cui teorie sul Freigeld e come evitare che il denaro diventi merce - e persino il più ambìto oggetto del desiderio di tanti - affinché esso ricopra davvero la sua funzione di essere unicamente strumento di scambio tra un servizio (il lavoro svolto) e un altro (vendita di merci). Prima di parlare in specifico di come Gesell voleva realizzare le sue utopie sviluppate nel corso degli anni in cui lui stesso era caduto in miseria per via della crisi economica vissuta in prima persona in Argentina dov’era emigrato verso la fine dell’800, accenniamo brevemente alla presentazione della nuova pubblicazione nell’ambito di una collana edita dalla stessa Accademia chiamata Elementa Oeconomica. Il titolo A Companion to Ezra Pound indica il ruolo dell’economia nella sua poetica. I primi due volumi della collana già usciti e intitolati Wirtliche Ökonomie 1 e 2 ruotano attorno al quesito di come poeti e filosofi di ogni parte del mondo abbiano contribuito al sapere generale in campo economico e alle eventuali tracce a proposito rinvenute nelle loro opere.


Per Ezra Pound, l’economia era stata un leitmotiv in tutti i suoi scritti, indistintamente, che essi trattino di musica, letteratura, pedagogia o politica: i singoli elementi da lui focalizzati sono il denaro, il signoraggio, l’usura (cui ha dedicato il Canto XLV) affrontandoli con un particolare orientamento verso una continua innovazione, crescita e produzione. Lui, che si era formato studiando Dante, Aristotele e Confucio, ma anche Marx, altri filosofi e soprattutto poeti, conosceva bene anche le idee di Silvio Gesell, cui è dedicato un saggio nel volume: Ezra Pound and the Anarchist Economics of Silvio Gesell. L’aspetto che colpisce è l’ampia visuale dell’autore dei Cantos, il quale non si limita a esporre una o certe idee ben definite, no, egli tocca quelle ortodosse per poi capovolgerle toccando le rispettive antiortodosse – ci fa sapere Ralf Lüfter, direttore dell’Accademia e curatore della collana. Così come l’adesione di Pound al fascismo e al nazismo è da considerare un segno di quei tempi, visto che la prima guerra mondiale fu per lui la grande delusione nella speranza per una Europa pacifica, la qual cosa lo aveva condotto a credere fortemente nelle nuove idee socialiste in grembo a entrambi i movimenti che poi avrebbero portato alle più atroci dittature del secolo scorso. Fu Pound stesso, pare, a confessare ad Allen Ginsberg che l’antisemitismo fosse (stato) un pregiudizio stupido di natura suburbana, visto col senno del poi…


Per Ezra Pound, la scrittura poetica scaturisce, basandosi sul mondo attorno dettato dal mondo economico, così come la scrittura è al contempo la base del sapere economico fondandosi sulle parole. È nell’uso delle parole che egli applica entrambe, consapevole del valore “economico” di un singolo elemento riguardo al suo insieme: usare una parola piuttosto che un’altra significa cambiare senso, suono e ritmo, dove i Cantos ne sono la massima espressione - come afferma Alfredo Rizzardi nell’epigrafe citata dallo stesso Lüfter. Questi ci fa sapere inoltre che Mary de Rachewiltz in una intervista gli aveva confidato che per suo padre i quesiti base sui concetti fondamentali della economia in generale furono di grande importanza e che nelle sue lettere ai vari esperti chiedeva lumi a riguardo. The older I get, the less interested I am in discussions and even in explanations, the more interested I become in finding a few simple questions which „opponent“, „obscurantist“ or whatever simply refuses to answer or even to face, aveva scritto E.P. (in Ezra Pound Papers, Beinecke Rare Book & Manuscript Library).

Quali erano le idee di Silvio Gesell rispetto al denaro? Ralf Höller da sempre si dedica nelle sue ricerche storiche a personaggi che hanno combattuto per il bene comune, suoi sono volumi incentrati sulle contestazioni di Michael Gaismair, leader sudtirolese nelle rivolte dei contadini nel 1525, sulla letteratura del poeta Norbert C. Kaser, a lungo travisato in Alto Adige per le sue idee radicali, e di recente sulla Repubblica dei Consiglieri della Baviera a inizio Novecento. Ed è qui il nesso con Gesell, la cui partecipazione al breve governo nato e morto nella prima metà di aprile 1919 risale a cento anni fa. “Centenari sono sempre interessanti per i media, così si può anche parlare di temi che altrimenti risultano ostici”, afferma lo storico nel presentare il suo testo suddiviso in 9 capitoli, aperto e chiuso con quello intitolato “Pound meets Gesell”. Apre con una poesia di Pound del 1920, in cui per la prima volta compare la parola “usura” che sarebbe apparsa ancora spesso in scritti successivi, così nel già citato Canto XLV dove l’usura viene definita “contro natura” in quanto avvelena la natura e le relazioni umane. Nel 1939 in What is Money For? era andato oltre definendola come il tumore del mondo che poteva essere tolto unicamente chirurgicamente sezionandolo dai corpi viventi delle nazioni con la finissima lama del fascismo.

Ecco che è entrato in gioco Silvio Gesell, il quale l’anno prima che Pound avesse scritto le sue prime impressioni sulla usura aveva studiato l’economia in rapporto alle relazioni umane avendo osservato personalmente - e da vicino - che il denaro da semplice strumento di scambio si era trasformato in oggetto del desiderio più appetibile del sesso. Come poteva avvenire che un valore diventi merce da accumulare?

 

Nell’aprile 1919 l’economista anarchico Gesell viene chiamato a far parte del governo dei consiglieri a Monaco del Freistaat Bayern, dove era in atto una rivoluzione da diversi mesi. Pound conosceva quei fatti storici ma non sapeva di Gesell, né delle sue teorie che avrebbe incontrato soltanto dopo la morte dello stesso attraverso la lettura di un articolo apparso sulla rivista inglese The Week. Per Ezra Pound è un atto culturale importante che fa capire la funzione del denaro, il quale  – secondo Gesell – è impossibile eliminare per cui va ricostituito secondo le necessità del sistema economico. Come?

Nel suo ruolo di rappresentante del popolo per la finanza, Gesell nel 1919 ideò il seguente sistema: onde evitare che le persone trattengano le banconote avendo paura di perdere la loro ricchezza – ad esempio banconote del valore di 100 – valeva la regola che ogni mese vi doveva essere appiccicata una marca da bollo del valore dello 0,1% della stessa, ossia di 10 cent, altrimenti quella stessa banconota valeva poi soltanto 99,90 (100 – 0,10). Questo per far sì che anche la merce denaro deperisca al pari di altre merci deperibili nel tempo in cui rimangono invendute. In questo modo, se la persona non provvede all’applicazione di dette marche da bollo e non spende la sua banconota nel giro di tot mesi, il suo valore piano piano si esaurisce diventando nullo. Uguale a carta straccia.


Gesell era nato nel 1862 nella zona di confine tra Belgio e Germania come settimo di nove figli di un agente delle tasse di origini prussiane. Madre cattolica, padre protestante, cresce bilingue, deve lasciare la scuola per problemi economici in famiglia e si traferisce a Berlino, dove entra nella ditta del fratello per vendere materiali odontoiatrici. Fa il rappresentante e si trasferisce dapprima a Malaga in Spagna e poi in Argentina, dove vive le prime crisi economiche con tanto di deflazione, fallimenti e disoccupazione di massa. Sorge in lui il quesito: come pilotare il rapporto tra domanda e offerta? Tornato in Europa, risiede in Svizzera vicino al confine francese dove compra una fattoria per fare il contadino. Qui scrive il testo maggiore sotto il titolo “L’ordine economico naturale” (Die natürliche Wirtschaftsordnung durch Freiland und Freigeld) e lo pubblica autoproducendosi. Vuole vendere tutto e dedicarsi alla politica per garantire uno stato futuro in cui vige, tra gli altri, libertà personale, responsabilità verso se stessi e gli altri, libera scelta della professione ma anche la garanzia della proprietà privata. Non ci devono essere sorveglianza, norme, burocrazia, al contrario, una destatalizzazione dello stato restringe al minimo termine le attività dello stesso. Nessuno deve possedere più di quanto può usare (ad esempio casa o terreno per la coltivazione). Nessuno deve vivere sulle spalle dell’altro ma soprattutto – come asserisce anche Marx - non deve sfruttare il lavoro di altri a favore della crescita del proprio capitale. Ma Gesell non è marxista, lui crede nel libero mercato, “liberato” però da monopoli e cartelli.

Nega quindi l’attuale mondo della finanza in cui il denaro produce denaro in modo separato dalla produzione delle merci (basta pensare alle cause profonde della crisi del 2008) e secondo Gesell il denaro deve ammuffire al pari di altro, se non viene speso. Più si spende più circola il denaro e più gira l’economia… Ma al contrario di Marx che aspira alla dittatura del proletariato, Gesell vuole introdurre cooperative che detengono le proprietà e che controllano che nessuno possegga più di quanto può gestire personalmente e che sia necessario per la sua vita. In caso affermativo, queste cooperative che rappresentano una sorta di stato devono intervenire espropriando rifondando il bene privato ai fini di un bene pubblico. Contraddizione! Da un lato Gesell nega il potere attuativo dello stato e dall’altra si richiama esattamente al suo potere decisionale in casi di non adeguamento alle regole vigenti.


Ralf Höller ha creato tutt’altro che un testo secco e noioso, anzi, varia continuamente lo stile citando brani di dialogo da una pièce teatrale scritta da Karl Polenske che tematizza proprio l’attività di Gesell come politico nel ministero delle finanze per descrivere il funzionamento del denaro, e lo fa non a caso con un brano di Polenske che assieme a Gesell e a Ernst Toller – altro letterato tedesco, in seguito – faceva parte del gabinetto della repubblica dei consiglieri. Höller narra fatti storici come in un racconto brillante e le singole tappe della vita di Gesell come in una biografia ragionata, fino a citare il vero e proprio programma di azione elaborato per governare e che prevedeva un aumento dei prezzi per eliminare il debito ricostituendo la valuta assoluta ai fini di abbassare il tasso di interessi e aumentare al contempo gli stipendi. Per rianimare il circolo di domanda-offerta. Questa cosiddetta valuta libera (“libera” innanzitutto dal diktat e dalle regole imposte da banche e sistema finanziario ufficiale) distrugge il capitalismo alla radice. Cade anche il termine tedesco Schwundgeld, denaro a sparizione, usato dallo stesso Pound sempre nel suo originale tedesco nel Canto XLV dedicato all’usura.

Di nuovo ci chiediamo: come avviene? Il nostro esperto Ralf Höller snocciola i diversi punti proposti nel corso della breve settimana di governo (prima di essere destituito in modo sanguinoso – come sennò? – onde ricostituire „calma e ordine“ nello stato della Baviera). Per combattere l’ondata di  banconote fresche di stampa che avrebbero trascinato il tutto verso la rovinosa spirale inflazionista, Gesell aveva previsto inoltre un programma di sicurezza sociale con tanto di provvedimenti in caso di disoccupazione e/o necessità di abitazioni per il proletariato urbano e rurale, così come misure di protezione per le donne-madri con tanto di pensione e contributi, riconoscendo dunque per primo il fare la madre come una professione. Per lui doveva essere la fine di una immorale suddivisione della società, ma i tempi non erano ancora maturi. Gesell viene arrestato e successivamente liberato, va in esilio a Berlino e poi nel Brandeburghese a Oranienburg, dove aveva avuto luogo un esperimento ai sensi del suo pensiero. Muore nel 1930 per una polmonite.


Le sue idee continuano a vivere: vengono sperimentate in una cittadina nel Tirolo, a Wörgl, dove il sindaco geselliano ordina di usare il denaro nella funzione da lui prevista e per tutto il 1932 avviene una singolare evoluzione: la disoccupazione scende, le tasse si abbassano e gli investimenti aumentano mentre tutt’attorno siamo in piena Depressione economica. Martin Hanni – che fa da contraltare a Ralf Höller essendosi laureato con una tesi sull’anarchismo e avendo già girato l’interessante documentario Oasi di libertà in cui ha visitato diverse enclavi anarchiche in Europa, dove in piccole comunità si vive l’utopia di matrice geselliana e non. Hanni sapeva dell’esperimento nel Tirolo ed era andato a trovare per l’occasione casa Unterguggenberger - fu questo il cognome del lungimirante sindaco di allora. La sera della conferenza il redattore di salto.bz cultura ha portato un paio di minuti del girato, poi non montato nel film, riguardante proprio il famoso esperimento andato a buon fine e poi brutalmente interrotto, proprio com’era accaduto una decina di anni prima per il governo dei consiglieri di Monaco. Immagini d’archivio ci mostrano persone in coda davanti alla locale filiale della Raiffeisenbank - che aveva collaborato - per cambiare banconote o comprare marche da bollo, l’attività sportiva sciistica sulla rampa di lancio costruita grazie a investimenti ai fini di un bene pubblico (proprio come voleva il sindaco sulla base delle teorie di Gesell), mentre nell’off si racconta del paese vicino in cui era stata costruita una piscina seguendo le stesse modalità: infrastrutture di pubblica utilità avevano prodotto tanti posti di lavoro...

Ezra Pound, appena aveva letto di questo esperimento, andò a trovare il sindaco di cui incontrò la moglie (che parlava italiano) e che lo fece entrare nel suo studio essendo stato il marito assente per lavori. Nei Canti Pisani viene nominato Gesell e viene nominato un certo Clifford Hugh Douglas che aveva idee simili, più orientate verso il credito sociale. Come li vede Pound, per cui studiare le teorie di Gesell era „very pleasant“? Secondo Werner Onken, curatore dell’opera omnia dello stesso – aveva considerato le banche e il sistema di credito alla base della corruzione del sistema monetario, mentre Gesell vedeva l’errore immanente nella struttura stessa del denaro e del sistema monetario. Anche l’antisemitismo differenzia i due: in Gesell non c’era. Ciononostante – continua Ralf Höller citando sempre Onken – diverse interpretazioni del pensiero geselliano gli attribuiscono un tale atteggiamento, forse perché alcune delle sue idee furono riprese dai nazional-socialisti essendo state conformi al loro concetto di rompere con il peso delle tasse per i cittadini? L’autore di quel manifesto, Gottfried Feder, tra i massimi mentori di Hitler in campo economico, e Silvio Gesell erano stati nemici sin dal loro primo incontro avvenuto nell’ancora rivoluzionaria Monaco... D’altronde, lo stesso Gesell si era guardato bene dall’essere assorbito dal movimento populista nazionalista. Scrive ancora Onken: „in nessuna riga di Gesell si trova una differenziazione tra capitale costitutivo (ariano) e destitutivo (ebraico)“. Anzi, vi si legge che „tutte le persone sono uguali, senza alcuna distinzione tra razza, religione, formazione culturale e integrità corporea“.

Il pensiero geniale di Gesell di non mettere in discussione il valore del denaro ma la sua circolazione porta in primo piano il concetto di inflazione/deflazione, altri sistemi economici e il racconto di esperimenti analoghi in Sardegna, Toscana e Liguria.

Gesell partecipava attivamente al dibattito contro pregiudizi e idee antisemite affermando ad esempio nel suo saggio Ford und die Juden (Ford e gli ebrei) che „non sono gli ebrei a dover essere banditi, quanto lo strumento di potere nelle mani di ebrei e cristiani che da millenni ormai ha prodotto e continua a produrre sfortune indicibili“.

Lontano dagli –ismi, quindi, Gesell viene definito da Onken „né nazionalista né razzista né antisemita“.

Di materiale da discutere ce n’era davvero tanto e le prese di posizione dal pubblico erano le più diverse, da chi sosteneva che i mini-bot ipotizzati di recente per rimpiazzare soldi dovuti ma non fisicamente presenti nelle casse del servizio pubblico possano essere paragonati in certo qual modo al „denaro libero“ teorizzato da Gesell, a domande curiose su dove e come va a finire il denaro se non nelle banche... Da menzionare ancora che uno dei quattro figli di Gesell rimasto in Argentina ha fondato „Villa Gesell“, una cittadina marina nella provincia di Buenos Aires, una realtà che fu un esperimento nel senso del padre ma oggi si è ridotta a mero luogo turistico. Il pensiero geniale di Gesell di non mettere in discussione il valore del denaro ma la sua circolazione porta in primo piano il concetto di inflazione/deflazione, altri sistemi economici e il racconto di esperimenti analoghi in Sardegna, Toscana e Liguria. Infine si individua il fattore principale per far funzionare il modello di Gesell: la fiducia, possibile in piccole comunità, come quella di Wörgl, appunto.


Ed è Siegfried de Rachewiltz, nipote di Ezra Pound, a ricondurre la parentesi che si era sfogata nelle varie direzioni apocalittiche di ipotetiche evoluzioni del sistema economico-finanziario globale e/o locale verso il punto di partenza: la poetica. Ci narra un aneddoto, citato nei Cantos, di quando suo nonno si era recato dalla famiglia Unterguggenberger e aveva avuto accesso allo studio del sindaco nella cittadina austriaca: Pound rimase impressionato di fronte alla libreria avendo scorto un tomo di Heinrich Heine, il suo poeta preferito nell’area linguistica tedesca.