Ambiente | Addio Malles?

Pesticidi, giunta e lobby agricola

Chi decide le delibere in Alto Adige? Può un pesticida avere diverse tossicità cambiando regione geografica? Come si regolamenta l'ingerenza delle lobby tra le dolomiti?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
20180803_104453.jpg
Foto: giorgio santoriello

Tanto ambientalismo parolaio in Alto Adige ma poca azione ad eccezione dei pochi e soliti noti, sembra che nonostante l'effetto Greta la realtà sia l'opposto con masse di cittadini che se ne fregano del loro diritto alla salute, un'omertà ed un'apatia che rende l'Italia unita. Tanto marketing sul green e poi sulla vergognosa delibera 142 del marzo 2019 sui pesticidi nelle aree di tutela potabile nessuno ha pensato di impugnarla davanti al TAR men che meno i facoltosi politici locali. Altrettanto surreale è il ragionamento che in molti fanno:"...meglio questa delibera che niente almeno passiamo da 300 principi attivi a 170...". Una semplificazione non solo sbagliata ma pericolosa: i principi attivi autorizzati sono gli stessi che convengono al Bauerbund infatti molti di essi, dal clorpirifos al glifosato, vista la loro tossicità e persistenza sono convenienti in quanto raggiungono il risultato con minori spese rispetto a pratiche biologiche o biodinamiche. Nessuno si è concretamente attivato neanche per sensibilizzare informando la gente, con incontri ripetuti e mirati, la sola marcia se non coinvolge le masse diventa un'auto-testimonianza di sconfitta. Perchè non convocare esperti nazionali e stranieri, alimentare contraddittori tra cittadini ed autorità e soprattutto esercitare la dovuta pressione mediatica volta magari ad incrociare i dati tra incidenza di alcune malattie in Alto Adige ed utilizzo dei pesticidi con almeno l'obiettivo minimo di togliere dalla delibera una decina di principi attivi sui 170 autorizzati? Un'indifferenza scioccante in una terra che si fa alfiere del bilinguismo ma ignora il diritto costituzionale alla salute... ma c'è dell'altro.

Lo strano articolo di Mauro Fattor. Ad aprile è uscito un articolo, allegato in foto, che giudica lo studio CIP di Arpat, citato dalla giunta provinciale nella delibera 142 di marzo, eccellente ... ma in base a cosa? Sa Fattor come gli impatti ( su acqua, ecosistema e salute umana ) sono stati valutati dall'Arpat ossia se su base bibliografica o in laboratorio con test di prima mano? Fattor non si è accorto che lo studio Arpat è privo di revisioni scientifiche terze e difatti non è una pubblicazione scientifica ma un "progetto regionale" un pronunciamento tecnico non scientifico di un ente regionale e non di ricerca? Coma a dire che l'APPA di Bolzano domani deliberasse in materia di rifiuti perchè l'Arpa Campania ha avanzato un nuovo parere regionale circoscritto ad una discarica campana !? Come se la ricerca medica la facessero le aziende sanitarie e non gli istituti di ricerca centrali: a Bolzano si sta degenerando nell'interpretazione dell'autonomia, autonomia ormai dal buonsenso e dalla scienza, creando filiere tutte locali ove imbastire una pseudo-scienza ad uso e consumo di poche filiere locali accecate dal business. Con la delibera 142 è venuta meno ogni gerarchia delle fonti, ogni divisione di poteri e competenze, ogni credibilità della giunta provinciale! Dopo Fattor nell'articolo si riprende e sottolinea una grave criticità ossia che la giunta altoatesina si è sì ispirata al CIP di Arpat ma tralasciando due classificazioni di rischio su tre: praticamente la provincia di Bolzano vuole tutelare solo l'acqua ignorando tossicità ambientale e per gli umani...ma qualche tecnico provinciale altoatesino si è accorto che l'Arpat ed il suo CIP da studio non scientifico è stato ulteriormente sminuito e spacchettato a Bolzano senza alcun criterio scientifico anche in questo caso? Perchè Fattor dice che per fortuna sono solo 4 su 178, le sostanze altamente tossiche per l'acqua autorizzate da Bolzano? Quale sarebbe la fortuna in una delibera scritta con i piedi dalle lobby? Fattor questo giudizio di rischio da dove l'ha preso e soprattutto ha completato da solo gli studi sulla tossicità degli altri 174 composti?

Il parere di Arpa Toscana è monco ma diventa verbo in Alto Adige. Ho contattato personalmente l'Arpat e per iscritto hanno confermato la parzialità del loro lavoro che non tiene conto nè dell'effetto sinergico tra vari residui, nè dei coformulanti e poi ho chiesto riscontro informale ad un ricercatore del CNR che ovviamente nel voler rimanere anonimo, ha confermato che il CIP Arpat è una semplice pubblicazione regionale, un'indicazione tecnica ma che di scientifico non ha alcun crisma nè metodo internazionalmente riconoscibile. Infatti studiare la tossicità di un composto richiedi tempo e soldi nonchè strutture e personale specializzato e le nostre Arpa fanno fatica anche solo a ricercare i principi attivi in commercio tanto è vero che ogni regione ricerca ciò che può ed ufficialmente nessuna arpa ricerca ogni anno i 580 composti valutati dall'Arpat stessa! Siamo sicuri che in materia di pesticidi la Toscana sia il miglior esempio o è per caso un cavallo di Troia per intensificare ulteriormente la fame di mercato di un made in Italy che per reggere l'export deve avvelenare i suoi concittadini? Sembra il copione degli argentini, bombardati di pesticidi per soddisfare la fame di carne e sementi dei mercati occidentali, un flusso di merci che parallelamente potrebbe essere seguito di nascosto da un flusso di mazzette o favori che dalla lobby industriale arriva nelle tasche di ignoranti e scellerate classi dirigenti locali.

Il giornalista come la delibera ed al pari dell'Arpa Toscana commettono tutti gli stessi errori: non prevedono precauzionalmente nè le tossicità ancora non note che sono tante nei pesticidi, nè l'effetto sinergico dei loro principi attivi presenti contemporaneamente, nè alludono neanche ai loro sottoprodotti di degradazione, i metaboliti dei quali sappiamo ancora poco, nè ai coformulanti ossia al resto delle sostanze chimiche presenti oltre al principio attivo. Una sottostima dei rischi spaventosa che potrebbe pregiudicare la salute degli ecosistemi ( insetti ed api ne sanno qualcosa ) ma anche la qualità dell'acqua potabile a lungo termine ed in caso di siccità. Come fanno a salvaguardare l'acqua se esiste una continuità idraulica tra terreni agricoli e corpi idrici? Non ci sono mica barriere isolanti contro la percolazione dei fitofarmaci quindi sul campo come si garantirà questa tutela? Il giornalista locale non si è mai accorto che la Provincia di Bolzano non ha ancora veramente adottato un piano di tutela dell'acqua ma solo uno stralcio? L'argilla sì, può essere una difesa per le falde ma se questo diventa l'alibi per inquinare la superficie allora neanche l'argilla potrà bastare perchè il naturale dilavamento dei terreni dove porterà questi composti se non nei fiumi e nei torrenti? Ed oltre al piano acqua il giornalista sa che non esiste neanche un vero punto zero di difesa dei suoli? Tutti i metalli lasciati dai pesticidi, i fenoli, i composti organoclorurati, gli ipa etc ... come faremo a studiare nel tempo il peggioramento dei suoli se la Provincia non ha un vero piano di tutela del suolo oltre che dall'acqua?

La secessione chimica. Il Bauernbund ha influenzato questa delibera per ragioni economiche di parte? Se si, come e dove? Perchè la terra dell'avanguardia e degli alti standard nella qualità dei servizi non pubblica un registro dei lobbisti ove sapere chi ha interesse a influenzare cosa, oppure gli incontri sono avvenuti al di fuori delle sedi istituzionali? Come la giunta è arrivata a quei 170 principi attivi nel dettaglio? La brevità stessa del testo della delibera 142 è sospetta a fronte di una tematica così complessa ma ancora più allarmante è la farraginosità delle reazioni politiche e popolari: i dipendenti provinciali protestano in massa per il loro trattamento economico ma nessuno protesta in massa per annullare e delegittimare quella delibera scellerata, nè si tenta in maniera organica e determinata di togliere i peggiori pesticidi tra quelli autorizzati a marzo, intanto "l'Austria vieta il glifosato" riportava l'altro giorno il Tageszeitung mentre Bolzano lo considera utilizzabile nelle aree di tutela idrica potabile: l'erbicida tossico divide di nuovo il Sud Tirolo dall'Austria? Ed il modello Malles come sopravviverà a fronte della delibera 142?

Alla luce del largo e massivo uso di fitofarmaci e concimi in provincia di Bolzano a cosa serve mettere nel danno anche un'ulteriore beffa: restringere il campo al solo rapporto tra suoli e falde in area di tutela potabile a cosa serve se ormai numerosi studi attestano la persistenza nell'aria degli aerosol dei pesticidi stessi? Se questi contaminanti si spostano anche per via aerea perchè focalizzarsi solo sulla componente idrica sotterranea ignorando per giunta anche altri vettori come la flora selvatica, le api, i venti e soprattutto l'effetto canyon che si consuma quando le case circondano i terreni coltivati? Perchè la giunta criminale dell'Alto Adige ha deliberato il danno ma non i rimedi ? Perchè non prevedono una sorveglianza sanitaria vera e puntuale sulla popolazione esposta e non, in modo tale da avere un raffronto scientifico terzo circa la loro scelta ? Perchè l'Appa non ricerca tutti i principi attivi venduti legalmente ed illegalmente in Alto Adige? Linkato un elenco di pesticidi venduti in un punto vendita altoatesino nel 2018.