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"La scrittura mi ha risollevato"

Da un momento cupo della vita dell’autore, nasce “Ombrello di tutti, sole di nessuno”, la prima fatica letteraria di Stefano Rossi: tra primi amori, sport e scuola.
Presentazione
Foto: (Foto: salto.bz)

Che il periodo adolescenziale non sia proprio tra i più facili della vita, è risaputo, e il passaggio da una fase - tutto sommato - leggermente difficile ad un momento realmente buio, carico di tormenti e, apparentemente, senza via d’uscita può essere breve e significativo. Ed è proprio all’interno di quest’ultimo che, tra gli ultimi anni di Liceo e i primi di Università, si è ritrovato a vivere Stefano Rossi, giovane giornalista bolzanino di 25 anni e autore del nuovo libro edito da Praxis: “Ombrello di tutti, sole di nessuno. Venerdì si è tenuta la presentazione del romanzo presso la libreria Ubik di Bolzano.

Raccontare di dolore e sofferenza può sembrare triste, ma mentre scrivevo vedevo intorno a me altre persone che attraversavano problematiche simili alle mie

 

“L’idea di scrivere un libro è cresciuta in me a partire dalla quinta superiore. In un momento triste e tormentato, dovuto principalmente alla fine di una relazione amorosa, ho voluto incanalare il dolore attraverso la scrittura. Forse può apparire strano – spiega Stefano Rossi – ma la scrittura mi ha aiutato a superare quel momento. Lo ammetto: può sembrare triste raccontare di dolore e sofferenza, ma mentre scrivevo vedevo intorno a me altre persone che attraversavano problematiche simili alle mie; la scrittura è per me una valvola di sfogo e nel mio testo ho racchiuso sentimenti comuni ed esperienze tratte anche dalle vite di chi mi è stato vicino in questi anni.” Infatti Davide, il protagonista del romanzo, a causa delle delusioni e difficoltà della vita, inizia a riflettere sulla complicanza di amare nella società contemporanea, riflette su Dio e sulla scuola; un mondo, quest’ultimo, che conosce bene e guarda con occhi critici. “Davide è un ragazzo testardo, una persone che pensa a risolvere più i problemi degli altri che i propri. All’interno della sua scuola sceglie di prendere posizione criticando spesso una scuola che tende a vedere gli studenti quasi più come numeri che come persone” racconta Stefano.

 

Dagli aspetti sociali del protagonista, nasce così anche il titolo. “Una frase breve che, all’interno del libro, risuona anche così: ‘faro di tutti, porto di nessuno’, sintetizzando la personalità di Davide. Il titolo non possiede un significato universale, ognuno può attribuirci l’interpretazione che desidera e che sente sua.” Simile è anche l’obiettivo del libro: “La mia più grande soddisfazione – conclude Rossi - sarebbe quella di sapere che ogni lettore riuscisse a trovare un passaggio, una frase o un capitolo del libro in cui rispecchiarsi, sentendoli come propri".

Due storie d’amore che si intrecciano con i sogni del protagonista tenuti chiusi nel cassetto, un libro esistenziale frutto della sofferenza del suo autore, ma anche della sua capacità di mettersi in gioco e – tramite un alter ego e avventure romanzate - aprirsi ad un pubblico trasversale.