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Privilegio vaccinale

In Africa meno del 5% della popolazione risulta vaccinata. Servirebbero 3 miliardi di dosi ma i paesi del G20 ne hanno ceduto solo 194 milioni delle 1,3 miliardi promesse
Privilegio vaccinale
Foto: Sheldon.studio

“La diseguaglianza nell’accesso ai vaccini non sta solo frenando i paesi più poveri, ma sta frenando il mondo intero. Mentre i Leader si incontrano per definire le priorità della prossima fase della risposta al COVID-19, è fondamentale ricordare che, nella corsa al vaccino contro il COVID, o vinciamo insieme o perdiamo insieme”. Così Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF che ha presentato le scorse settimane una nuova indagine, condotta dall’azienda di analisi scientifiche Airfinity, sulle profonde difficoltà per i paesi a basso reddito, soprattutto quelli africani, nel ricevere un numero di vaccini sufficienti per garantire un’adeguata copertura della popolazione. Secondo il report, i paesi del G20 hanno ricevuto un numero di vaccini 15 volte maggiore rispetto ai paesi definiti “in via di sviluppo” che corrispondono al triplo delle dosi pro capite ricevute da tutti gli altri paesi del mondo messi insieme.
Questo comporta che i paesi più ricchi, recentemente riunitisi a Roma, hanno acquistato e accumulato molti più vaccini rispetto al reale fabbisogno della popolazione, promettendo donazioni al resto dei paesi, con un fabbisogno di circa 3 miliardi di dosi secondo quanto stabilito da Covax. il programma di cooperazione vaccinale delle Nazioni Unite. Tuttavia, si legge nella nota diffusa da UNICEF, i vaccini donati sono trasferiti troppo lentamente, dimostrando che “dei 1,3 miliardi di ulteriori dosi che i Paesi ricchi si sono impegnati a donare, ne sono state fornite a Covax appena 194 milioni”.

I grandi esclusi sono soprattutto i paesi del continente africano, con meno del 5% della popolazione africana vaccinata e lasciando soli numerosi paesi nell’affrontare nuove ulteriori ondate epidemiche.
Considerando che nell’Africa subsahariana vivono circa 1,1 miliardi di persone risulta che le dosi pro capite di vaccini anti-Covid-19 distribuite in Italia sono 13 volte più alte rispetto a quelle giunte in Uganda. Ogni canadese ha ricevuto 32 vaccini in più pro capite rispetto a un cittadino sudanese. Un abitante del Regno Unito ha a disposizione dosi 12 volte maggiori rispetto a un kenyota, idem per un giapponese che può contare su 12 dosi in più rispetto a un etiope.