Il M5S e "il mistero Biancofiore"

Meriti e democrazia nei partiti italiani.
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"Quanto al Movimento 5 Stelle, io dico che va ascoltato: non è solo l'Italia peggiore che ha votato per lui a febbraio. Senza la sua scossa il discorso pubblico continuerebbe a ignorare la crisi dei partiti, i modi del loro finanziamento, l'abisso che li separa dalla loro base". Parole di Barbara Spinelli in risposta ad un attacco piuttosto pesante, per non dire greve, che la giornalista ha subito da Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano su cui lei stessa scrive. Chi volesse, può trovare i dettagli della lite riassunti dal Post. Ma lasciando perdere i personalismi, quanto scritto da Barbara Spinelli sul M5s è più che condivisibile. Il movimento di Grillo non è stato votato solo dall'Italia peggiore, quanto piuttosto da una larga fetta di italiani stufi del "voto utile" ed è vero che ha dato una scossa salutare ai vecchi partiti. Ma, precisato tutto questo, non si possono perdonare a Beppe Grillo alcune scelte che rischiano di farlo diventare un Berlusconi del ventunesimo secolo. Certo, utilizza la rete invece della televisione, ma ha una passione superiore a quella del Cavaliere per le intimidazioni, soprattutto verso i giornalisti (cfr qui).

Ma il problema principale è un altro, Berlusconi ha finito per premiare la fedeltà rispetto al merito solo con il passare degli anni. Quando è sceso in politica ha provato una campagna acquisti modello Milan, cercando di conquistarsi le menti migliori del suo campo. Nel primo governo Berlusconi c'erano Lamberto Dini, Raffaele Costa, Stefano Podestà e Giorgio Bernini, niente a che vedere con Churchill, ma rispetto a Brunetta, Rotondi e Michela Vittoria Brambilla, ministri del suo quarto governo, si tratta di "cime" assolute.

Ma il quadro non è completo se non si ricorda che "Il Giornale" di Indro Montanelli è ora nelle mani di Alessandro Sallusti, mentre la compagna di quest'ultimo, Daniela Santanchè, ha sostituito Giuliano Ferrara come "consigliere più ascoltato". Al posto di Giuliano Urbani e Carlo Scognamiglio, troviamo Sandro Bondi e Maria Rosaria Rossi, mentre Veronica Lario ha lasciato spazio a Francesca Pascale e pure Emilio Fede è uscito dalle grazie del Cavaliere ed è stato sostituito da Dudù.

D'altra parte, se fosse premiato il merito e non la fedeltà, come farebbe Michaela Biancofiore ad essere referente locale di Forza Italia in Alto Adige? E' forse degno di merito l'ultimo risultato elettorale? Il 2,5% ottenuto insieme alla Lega Nord e alla lista Artioli è considerato un successo? E le 316 preferenze ottenute da Alessandro Bertoldi come vengono valutate? Quali meriti ha Michaela Biancofiore? Mistero.
Ma, come si diceva, non va meglio con il nuovo che avanza (faticosamente). Beppe Grillo sta rapidamente scalando le tappe ed è già sulla stessa linea. A Bologna, solo per fare un esempio, ha fatto fuori Giovanni Favia e Federica Salsi per tenersi Massimo Bugani, uno che ci tiene a far sapere che ha avuto "un’infanzia ed una adolescenza molto felici grazie alla sua famiglia solida, e presente". Altri meriti sono ignoti, ma la fedeltà è granitica per cui non rischia nulla. La situazione non è molto diversa altrove, in diverse regioni sono stati espulsi personaggi che hanno osato criticare la scarsa democraticità del “Movimento cinque stelle” mentre quasi tutto il resto è tollerato (disonestà esclusa, va riconosciuto).

Non per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ma il tutto mi ricorda un'altra vicenda di cui sono stato diretto testimone. Il direttore di un giornale di una cittadina della Romagna, da sempre vicino all'Amministrazione comunale (Pci, poi Pds-Ds e ora Pd), autorizzò la pubblicazione di una lettera in cui un lettore accusava i Ds di essere stalinisti. I democratici di sinistra ne furono talmente offesi che sostituirono il direttore. Cacciare chi chiede più democrazia rende ridicoli prima ancora che tragici, sarebbe utile che il M5S prendesse strade diverse, fa ancora in tempo.