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“L’Austria non può decidere da sola”

Blocco austriaco al Brennero, la protesta degli autotrasportatori: “È contro le regole Ue sulle Green Lanes per flussi regolari. Intervenga il Ministero dei trasporti”.
Camion, A22, Brennero, Brenner
Foto: Vadoetornoweb

Sono giorni di tensione per gli autisti di mezzi pesanti. Da domenica 14 febbraio, a causa della progressiva diffusione delle varianti del coronavirus, per arrivare in Germania oppure se la destinazione deve essere raggiunta attraverso la Germania, all’ingresso in Tirolo, non solo al Brennero, ma anche a passo Resia e al valico di San Candido-Prato alla Drava, serve un tampone negativo Pcr o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti. Senza il certificato attestante la negatività al Covid-19, richiesto dalle autorità austriache, non si passa. Il documento “dev’essere tradotto in inglese, francese o tedesco. In assenza di tale certificato, i veicoli diretti in Austria dovranno proseguire verso il valico di Tarvisio, attraverso la A4 e la A23”, sottolinea Piero Cavallaro, referente della CNA Fita Autotrasporto del Trentino Alto Adige.

“Queste misure unilaterali adottate dall’Austria - prosegue Cavallaro - vanno in totale contrasto con i principi delle Green Lanes, le indicazioni pratiche per garantire il flusso regolare delle merci attraverso l’UE mediante corsie preferenziali, e con le raccomandazioni adottate dal Consiglio dell’UE. Sono proprio gli autotrasportatori a fare le spese di questa assenza di coordinamento, trovandosi a dover affrontare file chilometriche con temperature molto rigide, anche se ieri (16 febbraio, ndr) la situazione è leggermente migliorata grazie all’intervento della Provincia di Bolzano con l’Azienda sanitaria e la Protezione civile”.

Temiamo che la situazione possa protrarsi in un lasso di tempo considerevole

Tutti aspetti, ricorda Cavallaro, che sono stati ampiamente sottolineati da UETR, l’Associazione europea di cui CNA FITA fa parte, inviato ai parlamentari europei e alla Commissione europea. “Nella mattinata di oggi, la questione è stata sollevata nel Comitato Centrale dell’Albo Autotrasportatori, chiedendo di intervenire con il Ministero dei Trasporti per introdurre eventuali deroghe al Reg. UE 561/2006. Inoltre, è stato anche chiesto di valutare la possibilità di ristorare, come Albo, i costi dei tamponi alle imprese. Temiamo - conclude il referente della CNA Fita - che la situazione possa protrarsi in un lasso di tempo considerevole”.

Intanto all’hotspot di Sadobre allestito dall’Azienda sanitaria altoatesina e dall’Esercito per effettuare i test, si aggiunge ora anche l’Interporto di Trento.