Ambiente | L'allarme

Smog, Bruxelles castiga l’Italia

L’Italia deferita alla Corte di giustizia per gli alti livelli di polveri sottili nell’aria, i rifiuti radioattivi e la Xylella. Ora rischia gravi sanzioni.
Smog
Foto: Pixabay

L’Italia è uno dei casi di infrazioni sulla qualità dell’aria più gravi aperti”, questo ha detto un portavoce della Commissione UE la quale ha deciso di deferire il nostro Paese davanti alla Corte di giustizia europea. Francia, Germania e Gran Bretagna saranno processate per non aver rispettato i limiti di diossido di azoto (No2) mentre Italia, Ungheria e Romania per non aver ridotto il livello di particolato Pm10 nell’aria.

La decisione di deferire degli Stati membri alla Corte di giustizia dell'UE è stata adottata in nome degli europei. Abbiamo detto che questa è una Commissione che protegge. La nostra decisione dà seguito a questa affermazione. Gli Stati membri deferiti oggi alla Corte hanno ricevuto nell'ultimo decennio un numero sufficiente di ‘ultime possibilità' per migliorare la situazione. Sono convinto che la decisione di oggi porterà a miglioramenti per i cittadini in tempi molto più rapidi. Ma l'azione legale non risolverà di per sé il problema. È questo il motivo per cui stiamo definendo l'aiuto pratico con cui la Commissione può agevolare gli sforzi delle autorità nazionali volti a promuovere un'aria più pulita per le città e le metropoli europee”.

Il commento è di Karmenu Vella, commissario per l'Ambiente, che il 31 gennaio scorso aveva convocato a Bruxelles i ministri di nove Paesi, Italia compresa, chiedendo di mettere in campo misure per ridurre l'inquinamento atmosferico. Ma l’Italia avrebbe fatto i compiti a metà: la documentazione fornita da Roma è infatti stata sufficiente per evitare l'aggravamento della procedura di infrazione sul biossido di azoto, ma non quella sul particolato che, secondo il piano italiano, richiede tempi troppo lunghi per la normalizzazione della situazione. Nello specifico oltre agli alti livelli di polveri sottili (il deferimento arriva nell'ambito di una procedura di infrazione cominciata nel 2014, ma l'Italia ha una seconda procedura di infrazione in corso sulla qualità dell'aria, avviata nel 2015, per il superamento dei valori limite di biossido di azoto - NO2), rifiuti radioattivi, Xylella sono i fattori che porteranno il “Belpaese” davanti alla Corte di giustizia Ue.

 

Una negligenza che costa cara

 

In merito ai rifiuti radioattivi la Commissione Ue imputa all’Italia la mancanza di un programma nazionale sulla loro gestione. Roma aveva già ricevuto un parere motivato, secondo passo di una procedura d'infrazione, lo scorso luglio, insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo. Gli stati membri dell’Unione erano infatti tenuti a notificare i programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito entro il 23 agosto del 2015, ma l’Italia non ha mai notificato né presentato questo programma. L’Italia è stata deferita anche per non aver seguito le indicazioni di abbattimento degli ulivi colpiti da Xylella, il batterio killer di queste piante, richiesto per evitarne la diffusione nel territorio dell’Ue che lo scorso marzo aveva di nuovo alzato i livelli di guardia quando quasi tremila ulivi furono trovati positivi al batterio in un’area dove nel 2015 erano pochi esemplari. Ora la Commissione pensa ad aggiornare l’area di quarantena, spostando di una ventina di chilometri verso nord la fascia di territorio dove vanno applicate le misure più drastiche per la lotta al patogeno.
Il deferimento deciso dalla Commissione potrebbe ora portare a sanzioni durissime per l’Italia.