Politica | Lavoro

Maramao perché sei morto

Alle morti sul lavoro, crescenti di anno in anno, si aggiunge in quest'ultimo periodo la strage determinata dal Covid. La situazione peggiora anche in Trentino-Alto Adige
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Morti sul lavoro
Foto: Ebi-Italia

Colpisce ancora una volta l'opinione pubblica il dilagare delle morti e degli incidenti gravi sul lavoro, che non hanno una reale ragione di esistere, se non per la trascuratezza delle norme sulla sicurezza nell'ambito delle attività lavorative. A queste morti crescenti di anno in anno si aggiunge in questo ultimo periodo la strage determinata dal Covid, che pure ancor oggi non ha una chiara origine ed è come se ogni giorno sparisse la popolazione di una piccola località comunale.
Il quadro tracciato dall'Inail sul primo trimestre del 2021 parla chiaro: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'istituto entro il mese di marzo sono state 185, 19 in più rispetto alle 166 registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto, sottolinea l'Inail, degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020.
In sostanza due persone ogni giorno muoiono mentre fanno il loro lavoro.

Gli incidenti sul lavoro, in Trentino Alto Adige sono triplicati in un anno

Sabato, in occasione della Festa del Lavoro, la denuncia era arrivata forte dai sindacati: “L'anno scorso oltre 2000 lavoratori e lavoratrici morti, 185 morti nei primi tre mesi 2021. Pretendiamo zero morti sul lavoro”
Le morti bianche in Italia, ancora troppe e spesso dovute alla mancanza delle misure di sicurezza.
Gli incidenti sul lavoro, in Trentino Alto Adige sono triplicati in un anno.
Lo dicono i dati Inail elaborati dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre. Siamo al doppio della media nazionale.

Va sostenuta la campagna lanciata dalla Uil su “Zero morti sul lavoro”, per sensibilizzare sulla necessità di un impegno collettivo per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro
Condivido pienamente quanto dice il segretario della Uil Serafini: “È il momento in cui serve una profonda cultura della sicurezza, che deve partire dagli imprenditori ed imprenditrici, dai lavoratori e lavoratrici, non bastano le norme e l’uso dei dispositivi di protezione individuale, è fondamentale la conoscenza, la consapevolezza e la non sottovalutazione del rischio. In primis la formazione, che va ben declinata”.
Su questo tema mi piace richiamare un brano che fu colpito dalla censura da parte del regime fascista, si tratta di una filastrocca spesso intonata in segno di scherno verso i potenti e  composta in un brano musicale nel 1939, riprendendo un antico canto popolare abruzzese:
Maramao perché sei morto? pan e vin non ti mancava, l'insalata era nell’orto e una casa avevi tu.
È una domanda che dobbiamo porci di fronte a tutti i morti sul lavoro.