Economia | Intervista

European Bauhaus

Confronto con l'ospite Alessandro Rancati, designer e coordinatore del progetto New European Bauhaus presso la Commissione Europea.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
klimahoues 22
Foto: @Fiera Bolzano Messe Bozen

La sostenibilità è un concetto complesso e per questo è fondamentale avere idee strutturate che possano un giorno svilupparsi e divenire un qualcosa di tangibile e a lungo termine. La sostenibilità è un concetto complesso e per questo è fondamentale avere idee strutturate che possano un giorno svilupparsi e divenire un qualcosa di tangibile e a lungo termine. Ci siamo confrontati con un ospite autorevole, il Dottor Alessandro Rancati, designer e coordinatore del progetto New European Bauhaus. 

Manca poco all'inaugurazione di "Klimahouse", nuovo appuntamento presso la Fiera di Bolzano, in calendario tra il 18 e il 21 maggio. Lo slogan che accompagna questo evento, dedicato al mondo dell'edilizia, è "Costruire bene. Vivere Bene", a dimostrazione di quanto il costruire in maniera intelligente e sostenibile sia una prerogativa sempre più influente nel modo di concepire il rapporto con gli altri e con il nostro pianeta.

salto.bz: Ci parli un po’ del Suo percorso e di cosa l’abbia spinto a rappresentare questo settore centrale per la società e l’economia.
Dr. Alessandro Rancati: Sono laureato in Architettura al politecnico di Milano ma ho esercitato come designer fin dall'inizio della mia carriera professionale. Ho iniziato come assistente in università e sono poi passato al centro ricerche di Domus Academy a Milano. In seguito, ho fondato un'agenzia creativa a Miami e dopo cinque anni sono tornato in Europa, a Barcellona, dove ho aperto uno studio di consulenza creativa per l'innovazione. Nel 2015 sono entrato in Commissione Europea con il ruolo di designer strategico e con il compito introdurre i principi del design nell'attività di sviluppo di politiche europee. L'ultima tappa in Commissione Europea, che terminerà il primo luglio di quest'anno, è l'unità responsabile per lo sviluppo ed il coordinamento della New European Bauhaus. Da settembre tornerò ad essere libero professionista ed inizierò un nuovo capitolo dedicato a rigenerazione e bellezza in politica, economia e società. L'esperienza in Commissione Europea è stata finora la sfida più affascinante. Introdurre i principi del design in policy non è cosa facile, ma è ormai chiaro che introdurre i designer nell'amministrazione pubblica genera vantaggi oltre ogni aspettativa.

Cos’è il New European Bauhaus e perché è importante per l’Unione Europea?
L'iniziativa, lanciata personalmente da Ursula Von der Leyen, presidente sella Commissione Europea, è nata per dare concretezza al Green Deal Europeo, la priorità della Commissione che punta a far diventare l'Europa il primo continente a impatto climatico zero. Una delle novità che accompagnano l'iniziativa è il ruolo del design, in prima linea per offrire raccomandazioni ai policy-maker riguardo alle sue fasi di sviluppo.
L'esempio più chiaro credo sia stata la fase iniziale di osservazione e generazione di idee, che ha seguito i principi del design partecipativo, chiamando l'Europa a contribuire indicando esempi di luoghi belli, sostenibili, inclusivi e co-creati.
Dal mio punto di vista la New European Bauhaus è importante per il metodo, che offre spunti su come sia possibile generare politiche dal basso con il supporto delle istituzioni, e per i risultati, sia dal punto di vista dei processi di creazione di policy - più trasversali e con un impegno per sviluppare strumenti più accessibili - che dal punto di vista della qualità dei progetti sul territorio - e la New European Bauhaus delle Montagne ne è un esempio.   

 

 

Che declinazione assume il rapporto tra costruire e risanare in modo sostenibile per l’Europa del futuro?
Il rapporto tra il costruito, la storia ed il genius loci di un contesto fisico sono essenziali per la New European Bauhaus. In chiave europea questo si traduce in sfide diverse, dalla riappropriazione di interi territori legati ad una particolare industria ormai dismessa, alla rivalutazione culturale di aree urbane come luoghi d'identità, alla riscoperta dei borghi e del loro potenziale rigenerativo, passando per nuove forme di dialogo tra patrimonio artistico ed innovazione.

Naturalmente anche i singoli cittadini, dagli operatori ai privati acquirenti, hanno un loro impatto interconnesso nella vicenda e, a tal proposito, è importante che vi sia una politica di sensibilizzazione per un’edilizia più responsabile?
Credo che, purtroppo, nei prossimi anni saranno eventi e crisi naturali a sensibilizzare drasticamente il pubblico verso un'edilizia più responsabile. Forse non tutti sanno che, tra l'altro, costruire e mantenere edifici come facciamo attualmente causa circa il 40% delle emissioni di CO2.  La New European Bauhaus tenta di contribuire ad una transizione rapida verso modi di vivere belli e sostenibili segnalando le realtà odierne che hanno già dato il passo, sviluppando e promuovendo politiche di supporto, ed incentivando lo scambio di principi ed idee per far sì che i diversi approcci possano essere replicati in tutta Europa e, se possibile, oltre.

Dalla Sua esperienza, quanto è distante l’Italia, al momento, dagli obiettivi del New European Bauhaus. E l’Alto Adige?
Italia ed Alto Adige in particolare sono direi realtà di punta per la New European Bauhaus. La partecipazione è distribuita su tutto il territorio nazionale con casi di eccellenza che vanno dall'esperienza di Farm Cultural Park in Sicilia, o Esseri Urbani in Puglia, fino alla New European Bauhaus delle Montagne che è nata proprio in Alto Adige. Come Italiani sottovalutiamo l'enorme potenziale culturale e territoriale del nostro Paese in quanto opportunità per una transizione verso la sostenibilità e la rigenerazione ambientale. Apparentemente la New European Bauhaus sta offrendo uno spazio nuovo a chi riesce ad esprimere al meglio questo potenziale coniugando cultura, arte, territorio ed economia. Ciò che forse manca ancora è la consapevolezza e l'appropriazione dei nuovi principi e delle tecnologie rigenerative da parte di una fetta più larga del comparto industriale legato al settore della costruzione.

Perché è importante presentare questo progetto a una fiera come Klimahouse e perché i cittadini sono chiamati a partecipare numerosi?
Klimahouse offre prospettive e soluzioni reali a questioni con una rilevanza sempre più marcata, offrendo una piattaforma per lo scambio di idee ed approcci ad un pubblico che va oltre gli esperti del settore. Inoltre, l'iniziativa, che è parte della New European Bauhaus delle Montagne, ha potenzialmente l'opportunità di collegare le istanze e gli approcci propri di una bioregione molto particolare con partner in tutta Europa. Credo che partecipare a Klimahouse sia non solo un momento di apprendimento individuale, ma possa contribuire anche a creare un'Europa di identità che dialogano tra loro.