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Calderoli al Senato?

Collegio Bolzano-Bassa Atesina, Carlo Vettori (Forza Italia) rinuncia alla candidatura. E spunta il nome dell'ex ministro della Lega. Vettorato: “Resto in Provincia”.
Calderoli, Vettorato
Foto: Facebook/Giuliano Vettorato

Update 18:30

“Non intendo candidare al Senato nel collegio Bolzano-Bassa Atesina, e non presenterò la mia candidatura in nessun altro collegio - scrive in una nota Carlo Vettori, consigliere principale di Forza Italia - Sono felice del sostegno ricevuto dai colleghi del centro destra e da quelli della SVP, con i quali peraltro lavoro molto bene sia nella Commissione dei Sei e dei Dodici, sia in Consiglio Provinciale di Bolzano. Decidere di candidare per il Senato comporterebbe, in caso di vittoria, di dover lasciare il mio incarico di Consigliere provinciale e regionale. Lasciare il mio incarico in Alto Adige, sarebbe poco serio e poco responsabile. Il sostegno di Forza Italia Alto Adige Südtirol sarà garantito al candidato che assieme verrà individuato per rappresentare al meglio le istanze autonomiste del territorio”.

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Salta la candidatura al Senato di Carlo Vettori. In attesa della scelta SVP, era data quasi per certa la sfida nel collegio “italiano” Bolzano-Bassa Atesina tra l’esponente di Forza Italia, sotto le insegne di un centrodestra unito, e l’ex sindaco di Bolzano Gigi Spagnolli per la coalizione di centrosinistra (nonostante la riluttanza dei Verdi). Ma a pochi giorni dallo scadere dei termini per la consegna delle liste, lunedì 22 agosto, lo scenario muta. E l’ipotesi di un senatore forzista tramonta. A confermarlo, implicitamente, è lo stesso assessore provinciale leghista Giuliano Vettorato, vicepresidente della Provincia. “Stiamo decidendo tutto in queste ore”, spiega, “e bisogna capire chi prenderà quel seggio. Senza nulla togliere a Vettori, ovviamente, ci sono degli equilibri da stabilire”.

 

 

Il borsino delle candidature è in mano alle segreterie nazionali di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ovvero (in ordine di peso elettorale) a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. L’intesa fra i tre leader del centrodestra, raggiunta a fine luglio per la spartizione dei collegi uninominali, stabilisce che a FdI ne spettino 98, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e 11 ai “moderati” di Lupi, Toti e Brugnaro. A Fratelli d’Italia e Lega andranno pressoché tutti i collegi uninominali del Centro-Nord, compresi quelli considerati in bilico o perdenti (in realtà, secondo i sondaggi, assai pochi), mentre a Forza Italia spettano i collegi del Sud, soprattutto nelle storiche roccaforti berlusconiane. Insomma, nulla da fare per Forza Italia negli uninominali del Nord - e in Trentino Alto Adige.

 

Alla Camera Urzì vs. Maturi

 

Che fare, quindi? A contendersi la candidatura al Senato a Bolzano restano FdI e Lega. Assai probabile però è che il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì opti per il “listino” plurinominale alla Camera, come capolista del Trentino-Alto Adige, così come il deputato uscente Filippo Maturi potrebbe essere capolista regionale della Lega, cercando di contendere proprio a Urzì il biglietto per Roma. Ma, sondaggi alla mano, i favoriti nella gara elettorale per i tre seggi plurinominali spettanti al Trentino-Sudtirolo sono lo stesso Urzì di FdI, Dieter Steger della SVP e, con tutta probabilità, un esponente del centrosinistra.

 

 

La scelta del centrodestra per il collegio del Senato Bolzano-Bassa Atesina potrebbe perciò cadere sulla Lega. Il vicepresidente Vettorato si tira fuori dal toto-nomi: “Fa piacere mi sia stato chiesto, ma preferisco continuare il mio lavoro in Provincia”. A questo punto si fanno strada altri nomi. Tra i quali spunta quello del vicepresidente del Senato e già Ministro delle riforme e per la semplificazione Roberto Calderoli. Grande conoscitore dell’Alto Adige, il senatore potrebbe essere “paracadutato” nel collegio così come avvenne (da parte degli avversari del PD) per Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel 2018. Uno scenario che in questo caso potrebbe favorire “l’autoctono” Spagnolli, sempre che la SVP non decida di schierare un proprio candidato. “Non scegliere la desistenza sarebbe uno sgarbo istituzionale” ribadisce Vettorato rivolgendosi all'alleato di giunta. Che potrebbe gradire la candidatura dell'ex ministro “amico dell'Autonomia”.