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“Una vittoria per tutto l'Artico”

Alaska, il tribunale statunitense respinge il mega progetto di perforazione petrolifera voluto da Trump: “Vincono gli orsi polari e l'ambiente, ma la lotta continua”.
Orsi polari
Foto: Pixabay

La Corte di Appello degli Stati Uniti ha bloccato nei giorni scorsi il progetto di trivellazione nell'Artico da parte della società petrolifera Hilcorp, già responsabile di ingenti danni ambientali perpetrati nelle acque dell’Alaska.

Approvato nel 2018 e fortemente voluto dall’amministrazione Trump, il progetto “Liberty” dava il via libera alla multinazionale per la costruzione di un oleodotto di nove chilometri, di un’isola artificiale, di un gasdotto e di diversi pozzi lungo le coste del mare Beaufort. Un grande regalo alle lobby del petrolio a danno dell’intero e delicato ecosistema dell’Artico, che già risente pesantemente degli effetti dei cambiamenti climatici e delle aggressive politiche estrattiviste condotte sui territori.

La causa è stata portata avanti dalle organizzazioni di Greenpeace, Center for Biological Diversity, Friends of the Earth, Defenders of Wildlife e Pacific Environment, supportati e rappresentati dal team legale dell’organizzazione Earthjustice.

“Questo risultato rappresenta una vittoria enorme, sia per gli orsi polari che per il nostro clima - ha dichiarato Kristen Monsell, per il Center for Biological -. Questo progetto era destinato ad essere un disastro, non avrebbe mai dovuto essere approvato. Sono entusiasta del fatto che il tribunale abbia accertato il tentativo dell’amministrazione Trump di portarlo avanti senza valutarne i rischi”.

La decisione del tribunale ha stabilito infatti la negligenza dell’amministrazione repubblicana nella valutazione dell’impatto climatico del progetto, come previsto dal National Environmental Policy Act. La relazione presentata dal governo era arrivata persino a sostenere che il clima avrebbe beneficiato del megaprogetto.

La Corte ha registrato una violazione anche dell’Endangered Species Act, in quanto non si sarebbero adeguatamente analizzati gli effetti che il il progetto avrebbe avuto sugli orsi polari. Anche in questo caso, l’agenzia incaricata avrebbe arbitrariamente sostenuto che la fauna non avrebbe risentito in alcun modo delle trivellazioni, basandosi su dubbie e incerte misure di mitigazione che la società petrolifera avrebbe messo in atto.

“Sono lieto che la corte abbia respinto l'analisi imprecisa e fuorviante dell'amministrazione sull'impatto che avrebbe causato questo progetto- ha detto Jeremy Lieb, avvocato di Earthjustice -. Di fronte all'aggravarsi della crisi climatica, il governo federale non dovrebbe permettere politiche di sviluppo irresponsabile come queste, soprattutto nell'Artico, che sta già pagando un prezzo molto alto”.

“La Corte ha messo la salute dei nostri figli e del nostro pianeta al di sopra dei profitti delle compagnie petrolifere” ha aggiunto invece Marcie Keever, direttrice legale di Friends of the Earth, “continueremo a lottare contro i futuri progetti petroliferi che tenteranno di imporci”.