Economia | Lavoro

Tim in panne

Avviata la procedura per la cassa integrazione: in Alto Adige coinvolti 165 dipendenti. Un mese di tempo per trovare una soluzione.
Tim
Foto: upi

Quasi 30mila dipendenti su un totale di 44mila in cassa integrazione straordinaria per gestire i circa 4.500 esuberi. Questa la richiesta inoltrata dal gruppo telefonico Tim al ministero dello Sviluppo economico dopo il fallimento delle trattative avviate 6 mesi fa con i sindacati. Il piano di ristrutturazione aziendale per far fronte agli esuberi prevedeva 6.500 uscite volontarie tra incentivi e prepensionamenti, oltre a 3.500 riqualificazioni e duemila assunzioni da finanziare con la solidarietà espansiva. Una proposta che però non ha incassato il via libera da parte dei sindacalisti. Per il momento, dunque, l’ipotesi cigs consiste in una durata massima di 12 mesi che scatteranno dal prossimo 18 giugno fino al 17 luglio 2019. 

Malgrado le numerose occasioni di approfondimento congiunto e le disponibilità manifestate dall’Azienda ad un costruttivo e risolutivo confronto, non è stato possibile raggiungere una soluzione condivisa e adeguata alle sfide di trasformazione dell’azienda; sfide imprescindibili per rispondere efficacemente ai cambiamenti tecnologici e produttivi imposti dal mercato. La necessità di salvaguardare gli obiettivi industriali – prosegue la nota - unitamente alle esigenze di sostenibilità economica ed organizzativa dei livelli occupazionali, rendono quindi inevitabile da parte di TIM la presentazione al Ministero del Lavoro e alle rappresentanze Sindacali di un progetto di Cassa Integrazione Straordinaria per Riorganizzazione aziendale. Tale progetto verrà analizzato e discusso con le Organizzazioni Sindacali nell’auspicabile prospettiva di pervenire ad un accordo in tempi rapidi”, scrive Tim in una nota. 

L’onda d’urto in Alto Adige ha portato all’apertura della procedura per la cassa integrazione per 165 dei 262 dipendenti, in Trentino per 220 su 307. “Per quanto ci riguarda faremo tutto il possibile per evitare l'applicazione di questa misura – commenta Norma Marighetti della Slc Cgil del Trentino -. La notizia è di quelle che destano moltissima preoccupazione. Le segreterie nazionali di Slc Cgil , Fistel Cisl e Uilcom si stanno già attivando per trovare un accordo al Ministero che scongiuri la cassa integrazione, salvaguardando i lavoratori e le lavoratrici. Siamo convinti che se prevarrà un atteggiamento responsabile da parte aziendale sarà possibile trovare una soluzione che tuteli adeguatamente i dipendenti andando incontro alla necessità di riorganizzazione aziendale.