Società | Vaccini

La multa non basta

Anche se si paga la sanzione niente asilo o materna per i bambini non vaccinati. Pöder: “La frequenza scolastica degli altri gradi di istruzione è sempre consentita”.
Vaccini
Foto: upi

La circolare del ministero della Salute rischia di rinfocolare il dibattito sui vaccini. Il motivo: nella lettera si dice che i bambini non vaccinati non possono frequentare asili e scuole d’infanzia, anche se i loro genitori pagano le sanzioni pecuniarie previste dal decreto approvato lo scorso luglio. “La sanzione estingue l’obbligo della vaccinazione - si legge nella missiva - ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, dei servizi educativi dell’infanzia, sia pubblici sia privati, non solo per l’anno di accertamento dell’inadempimento, ma anche per quelli successivi, salvo che il genitore non provveda all’adempimento dell’obbligo vaccinale”. Altra storia, invece, per la scuola dell’obbligo, dove il divieto di iscrizione ai non vaccinati non vale.

“Diversamente, per gli altri gradi di istruzione, e precisamente per quelli dell’obbligo - prosegue la nota - la presentazione della documentazione non costituisce requisito di accesso alla scuola (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado, centri di formazione professionale regionale) o agli esami”. Per quest’anno, tuttavia, i genitori potranno compilare un’autocertificazione sullo status vaccinale per l’iscrizione a scuola, da presentare entro il 10 settembre, mentre il termine per presentare la documentazione dell’effettiva vaccinazione è il 10 marzo. Entro l’anno scolastico 2019-2020 si punta a semplificare il sistema. I minori non vaccinabili per ragioni di salute sono inseriti in classi nelle quali sono presenti soltanto minori vaccinati o immunizzati.

“Inoltre, i dirigenti scolastici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione e i responsabili dei centri di formazione professionale regionale e delle scuole private non paritarie comunicheranno alla ASL, mediante modalità operative decise localmente dalla ASL, entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali sono presenti più di due alunni non vaccinati”. Intanto l’Anci, l’associazione Nazionale Comuni Italiani, chiede di definire da subito procedure standard per l’applicazione della legge sui vaccini, “non si può scaricare sulle spalle del personale delle istituzioni scolastiche comunali o su quelle dei genitori, già gravate da molti pesi, il compito di raccogliere autocertificazioni e certificazioni che peraltro chi riceve non è in grado di valutare”, dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

È possibile, si chiede Decaro, che nell’era della digitalizzazione debbano volerci 3 anni prima di mettere a regime un sistema di comunicazione e trasmissione dati tra le pubbliche amministrazioni? Sulla circolare del dicastero della salute interviene anche il paladino dei sostenitori della libertà di scelta Andreas Pöder di Bürgerunion ribadendo che il divieto riguarda unicamente gli asili e le scuole d’infanzia, come il decreto ha chiaramente asserito, e non la scuola tout court come alcuni media avrebbero riportato, “la frequenza scolastica degli altri gradi di istruzione è sempre consentita”.