Ambiente | Lo studio

Quanto vale il “Pil della bici”

Legambiente ha calcolato, per la prima volta, il Pib (Prodotto interno bici) delle regioni. Bolzano si difende egregiamente.
Bici
Foto: Suedtirolfoto.com/Othmar Seehauser

Quali ricadute economiche ha l'uso della bicicletta? Quanto fa risparmiare in termini di spesa sanitaria e di infrastrutture? Per la prima volta Legambiente ha calcolato una sorta di Prodotto interno lordo per le bici, il Pib (Prodotto interno bici) che in Italia vale 4,156 miliardi di euro l’anno. Si arriverebbe a 6 miliardi se si contasse anche la ricchezza prodotta dal cicloturismo, che tuttavia è rappresentativo solo di alcune aree. Dieci i parametri utilizzati riguardanti la mobilità urbana nelle regioni, 1,161 miliardi per il mercato bici fra produzione, componenti e riparazioni. Poi ci sono i benefici sanitari dell’attività fisica (1,054 miliardi); i benefici sociali e sanitari per i bambini (960 milioni); i benefici della riduzione dell’assenteismo (193,180 milioni); la riduzione dei costi ambientali dei gas serra (94,390 milioni); la riduzione dei costi sociali dei gas serra (428 milioni); il miglioramento della qualità dell’aria (18,266 milioni); il contenimento dell'impatto del rumore (12,840 milioni); il risparmio di carburante (127, 309 milioni); il contenimento costi delle infrastrutture sul territorio (107 milioni). 

Il Pib per Regioni

Il dato pro-capite piazza al primo posto l’Emilia-Romagna (199,44 euro per abitante), a seguire il Trentino-Alto Adige (190,02), il Veneto (179,66), il Friuli-Venezia Giulia (114,35) e la Lombardia (97,67). Chiudono la classifica Campania (12,63), Sardegna (12,38), Lazio (9,76), Sicilia (7,28) e Calabria (6,25). Anche se continuano a restare irraggiungibili modelli come Amsterdam e Copenaghen, ma anche Parigi con i 700 chilometri di percorsi ciclabili e con i 150 milioni di nuovi investimenti stanziati e gli oltre 1.000 chilometri di rete di Berlino, Legambiente premia in particolare città bike-friendly come Bolzano, che con le sue ciclabili collega scuole, impianti sportivi e zone ricreative. "Bolzano - si legge nello studio - è l’unica città italiana dove meno di un terzo degli abitanti usa l’auto e c’è riuscita non stendendo chilometri e chilometri di asfalto ciclabile, ma riducendo i parcheggi di superficie, aumentando la sicurezza di chi si muove con le proprie gambe, ampliando le aree pedonali e facendo ricorso alle corsie protette per le bici in quei tratti di strada dove proprio era impossibile garantire una armonica convivenza tra i vari veicoli". Se la cavano bene anche Milano, con il 6% dei residenti che si sposta in bicicletta; Pesaro con la sua “Bicipolitana”, 85 chilometri di percorsi ciclabili; e Roma che prova a sfidare il futuro con il progetto Grab, i 45 chilometri del “Grande raccordo anulare delle bici” finanziato dalla Legge di Stabilità 2016. Altro valore significativo, si spiega nel rapporto, "è quello relativo ai frequent biker, gli italiani che utilizzano sistematicamente la bici per coprire il tragitto casa-lavoro. Sono 743.000, con percentuali elevatissime nella provincia autonoma di Bolzano (il 13,2% degli occupati raggiunge il luogo di lavoro in bici), in EmiliaRomagna (7,8%) e in Veneto (7,7%)".