Cultura | Giovani critici

La prima della Haydn: grandi emozioni

Buona inaugurazione della stagione sinfonica dell'Orchestra Haydn guidata dal direttore Arvo Volmer affiancato dal giovane violoncellista Alexey Stadler
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
arvo-volmer.jpg
Foto: Orchestra Haydn

Il primo concerto della nuova stagione? Romantico, misterioso e allo stesso tempo molto deciso.

Così la sera di martedì 15 ottobre ci accomodiamo sulle poltrone della sala dell'auditorium Haydn di Bolzano per partecipare alla prima esibizione della stagione 2019-2020 dell'orchestra stabile di Bolzano, l'Orchestra Haydn, nominata per quest'anno Orchestra sinfonica d'Italia. Mentre un accogliente voce presentata sia il programma della stagione che i brani della serata, cioè il Secondo Concerto per violoncello di Antonìn Dvořák e la Seconda Sinfonia di Johannes Brahms , il pubblico attende con ansia di scorgere il direttore e il solista sul palco. Si sa: la magia della prima...

Allontanatosi dalla scena il presentatore, le luci sulla platea si spengono insieme al chiacchiericcio del pubblico. Con orgoglio entra Arvo Volmer, il direttore, seguito dal solista Alexey Stadler. Il solista, neanche trentenne e nato a San Pietroburgo, si porta dietro una carriera musicale iniziata a quattro anni e suona uno strumento di David Techler del 1715.

L'introduzione dell'orchestra travolge il pubblico in una nube misterosa che dopo un crescendo si trasforma in una mare di archi in tempesta. Proprio in quel momento il violoncellista già coinvolto dal melodismo, attacca energicamente con le prime note del tema. Il suono del violoncello toglie il fiato al pubblico. Ogni nota diventa pura passione, romantica e incalzante. Il secondo movimento, un Adagio ma non troppo, si trasforma in un gioco dove legni e violoncello si alternano e termina con una cadenza costituita da biccordi che riempiono la sala di vibrazione. Il concerto si avvicina al finale in modo agitato e minaccioso per concludersi poi come niente fosse con una melodia sognante simile ad una ninnananna, regalandoci l'immagine che il solista insieme alla musica si stia per allontanare.

Ad un momento di immobilità statuaria segue un applauso scrosciante. Il solista esce e rientra per donare al pubblico un bis. Dapprima tutti sono incuriositi da cosa avrebbe potuto scegliere l'artista russo. Esso attacca con l'arpeggio di do maggiore per introdurre il primo preludio di Johann Sebastian Bach. Il pubblico rimane un po' perplesso. Anche se lo esegue più velocemente del solito e in modo impeccabile, la natura del preludio settecentesco, anche dal nostro punto di vista, tende a spegnere le euforie romantiche e delude le aspettative. Scelta rischiosa, quella di spegnere il fuoco della passione romantica con la limpida e astratta arte di Bach...

Dopo la pausa, il pubblico e l'orchestra ritornano al loro posto e rientra in scena Arvo Volmer, musicista estone nato nel 1962 a Tallinn e direttore principale dell'orchestra Haydn di Bolzano. Sicuro di sè, Volmer alza la bacchetta e con l'attenzione di tutta la sala dà l'attacco alla Seconda di Brahms. Composta nel 1877 sul Wörthersee, la sinfonia inizia con una melodia cullante che trasporta l'ascoltatore in una realtà paradisiaca. Il brano prosegue riportando il pubblico con i piedi a terra, nel mondo moderno dove la frenesia è la quotidianità. Infatti l'opera si presenta ricca di sforzati, martellati e pizzicati energici che dall'orchestra vengono interpretati alla perfezione fino agli ultimi accordi.

È stato un concerto davvero entusiasmante e nonostante il maltempo siamo tornati a casa ancora catturati dalle melodie della serata.

Lisa Burger e Leonardo Carmignola

Liceo Pascoli classe 4M - indirizzo musicale