Economia | Finanziaria M5s-Pd

“Non siamo evasori”

Gli imprenditori criticano la manovra del governo. “Le misure penalizzano le Pmi” dicono gli artigiani di Cna. Unione-Hds: “Obbligo del Pos, pagamenti in perdita”.
Claudio Corrarati
Foto: CNA-SHV

Per la Confederazione nazionale artigiani del Trentino Alto Adige, rappresentata da Claudio Corrarati, “le misure penalizzano i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese”. Ma se su altri aspetti come l’ecobonus e lo stop all’aumento dell’Iva arriva il disco verde degli artigiani, un’altro rilievo circa la prima manovra finanziaria del governo giallo-rosso, M5s-Pd, giunge dall’Unione commercio, turismo e servizi-Hds. Il tema è la lotta ai pagamenti in contanti, punto critico già fonte di tensione nella maggioranza: “Diciamo sì alle carte solo in concomitanza di sgravi per i titolari di Pos, che sostengono spese eccessive se rapportate alle piccole attività”, è il messaggio del presidente Philipp Moser.

 

Gli artigiani: “Non siamo il bersaglio”

 

La Cna non va tanto per il sottile. “Le prime indicazioni della manovra di bilancio e del decreto fiscale preoccupano per gli effetti negativi su artigiani e piccole imprese” dice il presidente regionale Corrarati. In particolare a preoccupare l’associazione sono “le modalità ipotizzate per il contrasto delle frodi in materia di crediti fiscali e l’obbligo del committente di versare le ritenute operate dalle imprese di tutta la filiera dell’appalto sui propri dipendenti provocherebbero un aggravio delle condizioni operative delle piccole imprese che già scontano il deterioramento del ciclo economico e le crescenti difficoltà nell’accesso al credito”.

Secondo la Cna “la lotta all’evasione e all’elusione fiscale non deve penalizzare i contribuenti fedeli e il mondo degli artigiani e delle piccole imprese non può rappresentare il principale bersaglio di misure e interventi che rischiano di generare un sistema fiscale ancor più distorsivo. Sono necessari invece un fisco equo e amico e una riduzione della pressione fiscale che grava su artigiani e piccole imprese”.

 

 

Unione: “Bancomat, pagamenti in perdita”

 

Dal fronte Unione-Hds l’attenzione si concentra sui pagamenti elettronici e i problemi additati per gli esercenti. “L’obbligo incondizionato di accettare i pagamenti tramite Bancomat comporta per tutte le microaziende spese sproporzionate - come le commissioni bancarie e il canone di noleggio del lettore Pos - tanto che, per gli importi minori e per certe categorie merceologiche, si prospetta addirittura la possibilità di una transazione in perdita”, spiega l’associazione. La vendita di tabacchi o di altre merci con ridotto guadagno, per esempio, non permetterebbe più di coprire i costi. “Per questi motivi auspichiamo l’introduzione di un credito d’imposta per i titolari di Pos, così che possano evitare ulteriori aggravi o che, almeno, possano in qualche maniera compensarli”, sottolinea il presidente Moser.

 

Contanti senza limiti, la concorrenza dell’Austria

 

Fa discutere anche il tetto ai contanti. La proposta di bilancio presentata dal governo prevede anche di abbassare gradualmente l’attuale limite massimo di 3.000 euro per i pagamenti “cash”, che dovrebbe scendere prima a 2.000 e infine a 1.000 euro. “Per una regione di confine come l’Alto Adige una simile riduzione comporterebbe un enorme svantaggio in termini di concorrenza. Sarebbe un passo che allontanerebbe l’Italia dagli altri Paesi europei – come ad esempio l’Austria – dove il limite del contante è molto superiore anche all’attuale limite italiano”, aggiunge Moser. Si auspica quindi un’armonizzazione a livello europeo delle misure.