Ambiente | NEL CAPOLUOGO

Pums, la "Dante" scrive al Comune

Cresce la perplessità per gli effetti della rivoluzione degli autobus sulla scuola italiana del centro storico. Le critiche dell'architetta Mezzanotte
l'albero in largo Kolping
Foto: Giuseppe Musmarra Salto.bz

Esistono in sostanza, alla fin fine, solo un paio di modi di fare le cose: prima ascoltare, confrontarsi e poi decidere; oppure prima decidere, e ascoltare solo dopo: della serie un po' di dialogo non si nega a nessuno, se volete prendiamoci un caffè ma le cose così sono e così restano, amen. Non agevole, certo, è la fatica dell'amministrare una comunità, e anche va considerato che mai o quasi mai le rivoluzioni, o i tentativi di rivoluzione, risultano indolori. Inoltre, diamo anche per acquisito che tutti, chi più chi meno, siamo rispettabilmente affetti dalla sindrome Nimby (che sta per: fate quella cosa ovunque ma Not in my backyard, ovunque, e cioè non nel "mio" giardino).

Ciò detto, quel che sta accadendo in un quadrante importante del centro di Bolzano riguardo il Piano urbano di mobilità sostenibile va raccontato. Il "Pums", fortemente voluto dall'assessore Stefano Fattor, "sostenibile" lo è davvero? Così strutturato, qualche problemino sembra farlo emergere.
 
Già nota la fortissima contrarietà dei residenti della zona di via Carducci e della Kolping Haus; adesso, però, il fronte si allarga alla scuola Dante, il più antico istituto elementare di lingua italiana, con 110 anni di vita e che con il plesso della secondaria "Ilaria Alpi" costituisce una sorta di cittadella di 560 persone per 400 alunni dai 6 ai 13 anni di età, più oltre un centinaio tra insegnanti, amministrativi eccetera.  Una piccola città nella città, appunto, che già deve convivere con un cortile interno angusto e non adeguato alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi.
Con la nuova sistemazione della viabilità, mentre al contempo si vorrebbe che agli allievi fosse quotidianamente spiegata e ripetuta l'importanza di sane pratiche ambientali, la Dante si ritroverebbe del tutto circondata da un anello di traffico pesante e smog, con tante corse di autobus in più che andrebbero ad aggravare la già delicata situazione attuale. Peraltro, bambine e bambini si trovano già quotidianamente a dover attraversare via Rosmini per andare nelle zone loro riservate sul Talvera, non essendoci nella struttura aree loro adatte per stare all'aperto.
 
Poi c'è la faccenda della piazzetta e dell'albero, che può sembrare futile solo a chi non la conosce. Dunque la piazzetta, piazzetta Innerhofer, è il luogo simbolico di ritrovo dei ragazzi prima e dopo le lezioni. Qualcuno, addirittura, lì osa giocare a pallone, rincorrersi; la stessa piazzetta è luogo di sosta dei pulmini riservati al trasporto degli alunni disabili, spesso disabili gravi. Tutto il consueto mondo di una piccola piazza nei pressi di una grande scuola, impreziosito poi da un albero. Ora, si sa come funziona, gli alberi delle piazze fanno in fretta a crescere e a diventare simboli. Per le bambine e i bambini qusto albero è il simbolo della loro spensierateza, della loro socialità appena fuori scuola.
E tanti di loro si chiedono: il nostro albero lo salveranno? I nuovi spazi di curvatura da disegnare per le svolte dei mezzi pesanti, lo risparmieranno, il famoso albero della piazzetta?
 
A specifica domanda di salto.bz, va detto, l'assessore qualche settimana fa, sull'eventuale abbattimento, ha risposto: "Assolutamente no! L'albero rimane". Però tra i residenti il dubbio serpeggia egualmente, ci sarà da calcolare le curvature con precisione, e che fai apri un cantiere e se poi magari solo dopo scopri che l'albero dà fastidio, fermi tutto per un albero?
 
Tante mamme e tanti papà degli alunni, soprattutto delle prime classi delle elementari, sono irritati.  Anche la scuola adesso ha assunto una posizione ufficiale, scrivendo allo stesso Fattor, all'Ufficio Mobilità e al sindaco. La dirigente, Sabine Giunta, congiutamente con la Presidente del Consiglio d'Istituto Marzia Bonetto e la Presidente del comitato genitori Maria Rosaria Pastore, ha metaforicamente preso carta e penna per dire al Comune che, così come delineata, questa cosa non può andare, evidenziando forti perplessità "sulla congruenza delle previsioni di piano con le attività scolastiche e le priorità di sicurezza  delle bambine e dei bambini che frequentano i due plessi".
 
Le perplessità non mancano anche da parte di tecnici stimati, come l'architetta Elena Mezzanotte, residente in zona, che ha contribuito ad elaborare il piano urbanistico comunale di Bolzano e recentemente realizzato, su incarico del Comune, l'assai apprezzata sistemazione dell'area del lager di via Resia. "Con altri colleghi - spiega Mezzanotte - ho avuto modo di incontrare l'assessore Fattor, e devo dire che ci siamo trovati di fronte alla non piacevole sensazione che tutto fosse già stato deciso senza un confronto effettivo con le sensibilità della zona. Sono del parere che il progetto, la cui finalità è teoricamente chiara e anche condivisibile in via di principio, nella sua attuazione pratica non sia sostenibile per questa parte di città, e troppo penalizzante sia per la scuola sia per la viabilità in generale. Penso che una progettazione virtuosa della città debba considerarne tutte le sue parti e un intervento non può essere virtuoso e dirsi sostenibile se la sua attuazione va a danno di un'altra zona attigua".  E aggiunge: "Bisognerebbe riflettere sulla reale necessità di questo intervento, secondo me quella trovata è la soluzione più facile ed immediata ad un problema molto più complesso la cui soluzione dovrebbe avere come priorità la revisione completa delle linee degli autobus e della gestione del traffico nel centro storico"
 
Insomma: è già tutto deciso? I disagi - forti - sono l'inevitabile prezzo da pagare per un mondo (e una Bolzano) migliore? Oppure, così strutturata, questa parte di Pums sarebbe meglio chiamarla solo Pum perché la "s" di "sostenibilità" è più refuso che realtà?