Società | L'evento

Fedeli alla linea (solidale)

La situazione in continua evoluzione dei migranti e il monitoraggio. Di cosa tratta il progetto di Fondazione Langer e Antenne Migranti. Ne parla l’attivista Dalla Pria.
Migranti
Foto: Facebook/Ermira Kola

Indefesso e pragmatico l’impegno di attivisti e volontari nei confronti dei migranti in transito e dei richiedenti protezione internazionale, oltre la cortina di ferro dell’indifferenza e dell’immobilismo, dà un segnale inaggirabile: occorre agire. Un monito che è quasi un mantra per i volontari di Antenna migranti, gruppo composto da una ventina di persone in tutto, che sta portando avanti il lavoro già iniziato da Monika Weissensteiner, promuovendo un monitoraggio della situazione dei migranti nelle stazioni e nelle città sulla linea Verona-Brennero.

Il team si è costituito l’estate scorsa nell’ambito dell’OltrEconomia Festival di Trento e ha ricevuto un finanziamento da Opensociety Foundations, “il fatto che oggi siano coinvolte più persone in quest’attività concede uno sguardo più ampio sulla questione e offre la possibilità di poter prendere decisioni insieme sempre sulla base dei nostri principi base, è quasi un esperimento sociale da un certo punto di vista, ovvero un’occasione per far crescere il gruppo, creare elementi più consapevoli che compongano una società più aperta ed equa e in grado di seminare un certo tipo di pensiero all’interno delle comunità di riferimento”, dichiara a salto.bz Federica Dalla Pria, membro della Fondazione Langer e di Antenna Migranti.

“Volevamo - prosegue - allargare quest’esperienza dal capoluogo trentino e da Bolzano a Verona dal momento che i controlli sui migranti si sono sempre più spostati anche a sud del Brennero”. Esperienza che verrà illustrata questa sera (20 gennaio) presso il Centro culturale Trevi a Bolzano, dalle ore 18 alle 20, attraverso la presentazione del progetto Monitoraggio lungo la rotta del Brennero e un doveroso aggiornamento su quello che è il contesto, ad oggi, rispetto al flusso migratorio in Alto Adige. “Scongiurato (almeno per ora) il muro con l'Austria - si legge nel testo introduttivo dell’evento - il libero movimento dei migranti viene prevenuto per mezzo di controlli nelle varie stazioni che precedono il Brennero. Così molti migranti, dopo aver tentato invano di raggiungere l'Austria, si trovano bloccati nelle nostre città sempre meno ospitali. Inoltre l'inasprimento dei controlli ha portato i migranti ad assumersi rischi sempre maggiori pur di attraversare il confine, come testimoniano i recenti fatti di cronaca”.

Missione dell’ensemble di volontari è dunque quella di osservare e prevenire eventuali violazioni dei diritti dei migranti “con un metodo certamente non violento, cercando il dialogo sul tema dell’accoglienza e della libertà di movimento con le parti in causa, siano essi attori istituzionali o meno”, chiosa Dalla Pria che aggiunge: “E non si tratta solo di questo, altro punto fondamentale è infatti sensibilizzare e informare su ciò che accade a migranti in transito e richiedenti asilo, specie a Bolzano, e ancora creare connessione con la comunità locale e reclutare nuovi volontari che desiderino aderire al nostro progetto”. Ben note sono le criticità che in questi ultimi tempi ha dovuto affrontare l’Alto Adige in materia di accoglienza, trovandosi spesso impreparato e affidandosi (vedi il polverone sollevato dalla circolare Critelli) a scorciatoie e vagheggiamenti autoritari biasimabili. “Le istituzioni - osserva l'attivista - potrebbero fare certamente di più, cercando di instaurare una rete con le realtà già attive, oltre che valutare di adottare il sistema SPRAR, utile nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo, al contrario l’idea di realizzare un CIE non è, a mio parere, una soluzione praticabile, perché significherebbe, in quel caso, tornare indietro”. 

Ospite dell’evento di stasera sarà anche Giuseppe De Mola, di Medici senza Frontiere, che oltre a inquadrare l’attuale situazione in Libia, nei Balcani, e in Grecia, presenterà il report sull'accoglienza informale in Italia: Fuori campo. Mappa dell'accoglienza che esclude. Si tratta di una ricerca sul campo condotta in diverse città italiane nel 2015 che mostra le condizioni di vita di migliaia di persone, in massima parte richiedenti o titolari di protezione internazionale, quindi regolarmente presenti nel nostro paese, costrette a vivere per strada o nelle baraccopoli a causa dei limiti del sistema di accoglienza e delle politiche di integrazione sociale.

Fuoricampo - La nuova ricerca di Medici senza Frontiere