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We are all feminists!

La Commissione pari opportunità condanna lo shitstorm contro Laura Boldrini e gli insulti alle donne in rete. Oberhammer: "Solidarietà massima. Odio, problema sociale".
Pari opportunità, commissione
Foto: Landesbeirat

“We should all be feminists!“. Più solidarietà nei confronti delle donne in politica e nella vita pubblica: lo chiede in Alto Adige la Commissione pari opportunità per le donne, rappresentata dalla sua presidente Ulrike Oberhammer, anche alla luce delle campagne di odio e degli attacchi degli haters su facebook&Co che hanno ormai raggiunto il livello di guardia. Recentissimo il caso riportato da Sarah Franzosini su Salto.bz dello shitstorsm against Laura Boldrini, con la presidente della Camera, in procinto di arrivare in visita a Bolzano, colpita dal fiume di insulti preventivo via social.  

“Odio e insulti sui social media – nota la presidente – negli ultimi anni hanno raggiunto dimensioni preoccupanti. I fenomeni di odio in rete colpiscono in modo particolare le donne, a maggior ragione se esse rivestono un ruolo nella vita politica istituzionale. Assessore, deputate, sindache vengono prese di mira da fiumi di odio o shit storms, carichi di sessismo, insulti denigratori e minacce. Ne sanno qualcosa la presidente della Camera Laura Boldrini, Virginia Raggi, la sindaca di Roma o Chiara Appendino, la sindaca di Torino. E le ondate di odio strabordano anche in Alto Adige.  Qualche giorno, fa il semplice annuncio dell’arrivo di Laura Boldrini a Bolzano per presentare candidate e candidati del nuovo movimento politico, ha suscitato un fiume di insulti vergognoso e intollerabile”.

Per Oberhammer “la libertà di espressione è un valore fondamentale della nostra società e tutti dobbiamo avere il diritto di esprimere le nostre paure e preoccupazioni”. “Ma insulti personali e minacce di violenza – prosegue - nulla hanno a che vedere con la libertà di espressione e la critica costruttiva e mirano esclusivamente a far tacere le donne. Con conseguenze disastrose non solo per le dirette interessate. Perché l’odio in rete non è un problema individuale della donna insultata, ma è un problema della società, come sostiene Amnesty International, che nel 2017 ha incaricato un’inchiesta sulle esperienze delle utilizzatrici di social media”. Oltre tre quarti (76%) delle donne intervistate che avevano confermato di aver subito violenze o soprusi in rete, continua la presidente, hanno detto di aver in seguito modificato il proprio comportamento, ad esempio, non pubblicando più le loro opinioni su determinati argomenti.

La Commissione pari opportunità per le donne condanna con fermezza gli attacchi in rete contro le donne: “Il comportamento rispettoso è un atto dovuto a ogni persona anche se non ne condividiamo le idee politiche. Inoltre, tutti si devono rendere conto che la minaccia di violenza è un reato”, sottolinea infine Oberhammer. “Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle donne in politica, che con coraggio ed impegno continuano per la loro strada senza farsi intimorire dalle minacce. Invitiamo uomini e donne a difendersi contro gli attacchi di odio e di denunciare i soprusi se il caso lo richiede. We should all be feminists!".