Cronaca | Green deal europeo

Andare sulla Luna con un monopattino?

L’Europarlamento ha approvato un pacchetto di misure da mille miliardi di euro per andare verso un’economia più sostenibile. Ha fatto abbastanza?
Albero
Foto: European Commission

Il Green Deal europeo ha avuto la sfortuna di arrivare in Parlamento a Strasburgo proprio nella settimana nella quale la casella "esteri" dei media italici era occupata dai duchi del Sussex. Sapete tutti quindi che Harry e Meghan dovranno compilare il loro primo cv in formato Europass, che la nonna Elisabetta non l'ha presa benissimo, che nemmeno il Canada sprizza di gioia dall'ospitare i duchi del Sussex. 

Un "leave" regale quindi poco prima del "leave" che ci tiene compagnia dal 2016. Dopo il 31 gennaio anche gli europarlamentari britannici dovrebbero impacchettare le loro cose e tornare al di là della Manica. Ma tra un discorso alla nazione di Boris Johnson, il Big Ben che suonerà alle 23 o John Bercow che rientra dall'altra parte del palazzo di Westminster, nella "House of Lords" in quota laburista, Salto Europe continuerà ad occuparsi dell'inquieta Britannia. E proviamo a non farci distrarre da reali e sudditi della regina, tornando alla milestone della Commissione di Ursula Von der Leyen, il "Green Deal". 

 

Neutralità climatica entro il 2050

 

Un mix di investimenti pubblici e privati, per una capitalizzazione totale di mille miliardi di euro in dieci anni, dovrà finanziare l'obiettivo di diventare fra 30 anni la prima zona del pianeta a emissioni zero di anidride carbonica. Lo schema è un po' quello del "Piano Juncker": stimolare investimenti e creazione di nuovi posti di lavoro da parte delle aziende con un sostegno pubblico. La piattaforma che verrà utilizzata è quella di InvestEu. Un ruolo importante verrà giocato anche dalla Banca europea per gli investimenti. La Bei per esempio tra le altre cose ha finanziato con un prestito da 26 milioni di euro l'elettrificazione della linea ferroviaria della Val Venosta. 

 

Tre fondi per agevolare la transizione

 

Il primo è il Fondo per la transizione giusta, da 7,5 miliardi di euro. Ci saranno dei piani territoriali, nel quali ogni euro proveniente dal Fondo per la transizione dovrà essere affiancato da finanziamenti nazionali e da supporto attraverso misure locali Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fse+ (Fondo sociale europeo). I finanziamenti pubblici totali andrebbero quindi fra i 30 ed i 50 miliardi di euro. I fondi andranno ai lavoratori per acquisire competenze spendibili nel nuovo mercato del lavoro, ai finanziamenti per l'efficienza energetica, alle nuove opportunità economiche create da Pmi, incubatori e start up. Anche sul portale europeo della Provincia di Bolzano sono in corso ragionamenti in merito alla strategia di sviluppo regionale 2021-2027. Il secondo "pilastro" è quello specifico di InvestEu, investimenti nel settore dell'energia sostenibile e dei trasporti, aiutando le economie locali ad individuare nuovi canali di crescita. Al binomio possibile (?) tra ambiente e crescita sarà dedicata anche la 15esima edizione del Festival dell'Economia di Trento dal 29 maggio al 2 giugno 2020. Il terzo fondo è quello dedicato alla Bei, per finanziamenti di reti di riscaldamento e ristrutturazione edilizia, per un ammontare complessivo fra i 25 ed i 30 miliardi di euro. Non sarà facile attutire i costi sociali, considerando che il carbone dà lavoro in Europa a 238mila persone: nel 2015 sul territorio comunitario c'erano 128 miniere e 207 centrali a carbone.
 

 

Monopattino lunare

 

Il Green Deal viene criticato soprattutto da parte degli attivisti dei FFF, che dall'anno scorso non è più soltanto la federazione calcistica francese, ma anche i Fridays for future. Che prendono spunto dal paragone del piano con l'allunaggio del 1969, effettuato dalla presidente Von der Leyen, sottolineando le carenze degli strumenti messi in campo. Perché metaforicamente appunto non si può andare con un monopattino sulla Luna. I FFF criticano il Green Deal in 6 punti.

Innanzitutto sulla cifra imponente dei "millemiliardi", dal momento che per una ingente parte si tratta di un rinominare o riallocare risorse già stanziate. Non ci sarebbe quindi lo sforzo senza precedenti che richiede l'Ipcc. Mille miliardi di euro sembrano molti, ma per alcune stime ne sarebbero serviti almeno 10 volte tanto. Il Green New Deal dei democratici americani per esempio è 16 volte quello europeo per risorse mobilitate. Terza critica dedicata alla difficoltà di tassare chi ha inquinato ed al pericolo estremo di poter vedere nei Paesi europei tagli al welfare in nome del clima. Infine il Green Deal soffre di tre mancanze, secondo Friday for Future Italia: il non prevedere chiare limitazioni all'utilizzo di fonti fossili, il non citare l'industria mondiale della carne, responsabile secondo la Fao del 14% delle emissioni in atmosfera e il non abbandonare trattati di libero scambio altamente impattanti come per esempio il Mercosur-Ue, che porta a sacrificare parti dell'Amazzonia e ad un aumento delle auto in circolazione.