Politica | Il caso

“Non nel mio nome”

Scarafoni (FdI) contro il “femminismo di oggi” e la polemica del calendario Codacons. La Commissione Pari Opportunità del Comune di Bolzano: “Dichiarazioni irrispettose”.
municipio Comune Bolzano
Foto: Comune Bz

Hanno creato un certo scompiglio le dichiarazioni della consigliera comunale di Bolzano Anna Scarafoni. In un articolo apparso nei giorni scorsi sul quotidiano Alto Adige l’esponente di Fratelli d’Italia, partendo dalla polemica nata intorno al Calendario Codacons 2021, aveva definito il femminismo di oggi anacronistico, privo ormai di “significato” e “vigore” essendo stati “superati e vinti gli ostacoli che si contrapponevano all’evoluzione sociale della donna. Ma le femministe sono rimaste e credono ancora di dover combattere, come quei soldati giapponesi che per trent’anni rimasero nella giungla ignorando che la seconda guerra mondiale fosse finita da un pezzo e il loro paese avesse firmato la resa”. E ancora: “Mi domando cosa abbia suscitato tanta indignazione e tanto risentimento, al punto che 60 associazioni di non so cosa, si sono coagulate per lanciare una petizione, affinché il Codacons ritirasse il calendario”.

 

Inaccettabile, che ancora oggi, nel 2020, dopo tante battaglie che le donne hanno intrapreso per abbattere gli stereotipi di genere ancora presenti nella nostra cultura, si pensi che per rappresentare la resilienza italiana non ci sia di meglio che fotografare 12 giovani donne nude ‘coperte’ da una mascherina tricolore” avevano scritto le promotrici della petizione (che ha raccolto finora oltre 6mila firme) chiedendo appunto a Codacons di ritirare tutte le copie del calendario “Italienza” che unisce le parole Italia e resilienza. Ma “la resilienza le donne italiane durante la pandemia - avevano aggiunto le associazioni femminili e femministe - l’hanno dimostrata invece lavorando negli ospedali, nei supermercati, nelle imprese di pulizia e sanificazione, nelle RSA, nella scuola, tenendo in piedi la didattica a distanza, da casa, gestendo contemporaneamente professione, figli, DAD, disabilità e genitori anziani e talvolta perdendolo pure, il lavoro”.


Ostacoli e come abbatterli


A distanziarsi con fermezza dalle affermazioni dell’esponente di centrodestra sono ora Chiara Rabini, Nicol Mastella, Johanna Ramoser, Monica Franch, Stefania Baroncelli, Monica Bonomini e Sonja Abrate, consigliere della Commissione Pari Opportunità del Comune di Bolzano. “Non riteniamo affatto superati e vinti gli ostacoli dello sviluppo sociale delle donne e anzi al contrario ritengono sempre più urgente e necessario rafforzare il lavoro culturale, di informazione, sensibilizzazione e di tutela per pari diritti” sostiene la compagine che aggiunge: “Troviamo inoltre irrispettose le dichiarazioni volte a ridicolizzare chi da anni si impegna per abbattere discriminazioni e pregiudizi ottenendo importanti conquiste e diritti e sottolineano che da sempre la Commissione consiliare comunale (per Statuto composta dalle donne elette in Consiglio comunale e da cinque esterne) ha lavorato trasversalmente al di là di ogni colore politico per il raggiungimento di obiettivi concreti e importanti e per il bene comune”.

Ampio è il programma di attività realizzate nella scorsa consiliatura, ricorda la Commissione: donne e salute, disparità delle donne nello sport, azioni contro la violenza, reazioni a pubblicità o attacchi sessisti, promozione e sostegno alla rete We e ai servizi comunali, panchine rosse, serate di informazione in consiglio comunale sui temi della violenza, corsa antiviolenza, per citarne alcune.

Il 25 novembre scorso nella sua prima seduta della consiliatura la Commissione ha scelto di occuparsi del grave tema della violenza contro le donne, invitando l’associazione GEA con una relazione sul tema e ponendolo come prioritario, vista la drammatica frequenza di femminicidi e violenze per le future attività della Commissione che mira per definizione a promuovere le pari opportunità e i pari diritti, e “su questo le consigliere continueranno convintamente a lavorare trasversalmente al di là di isolate e rare posizioni che non condividono e convinte dell’importanza del loro lavoro per il futuro della società”.