Politica | Toponomastica

“Imbroglio politico inaccettabile”

La denuncia di Urzì (Alto Adige nel cuore): “La Svp vuole far decadere il ricorso sulla legge sulla toponomastica presentandone una nuova. Avallo di Bressa garantito”.
Urzì-Galateo
Foto: Salto.bz

Tanto tuonò che piovve. E in campagna elettorale si riaffaccia l’ostico tema della toponomastica. Dopo diversi rinvii, infatti, la Corte costituzionale ha fissato per il 7 marzo l’udienza pubblica per esprimersi sul ricorso dell’allora governo Monti alla legge provinciale del 2012 (di recente bocciata dall’Avvocatura di Stato) che istituiva il repertorio dei toponimi della provincia di Bolzano. Un pronunciamento, attacca Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore e candidato con Fratelli d’Italia alle prossime elezioni politiche, che la Svp vuole a tutti i costi evitare dal momento che la Consulta potrebbe, con la sua decisione, sancire il bilinguismo in materia di toponimi come principio costituzionale inviolabile.

In che modo la Volkspartei potrebbe ora mettersi di traverso? Presentando delle modifiche alla legge in questione - contenute in un documento presentato da Dieter Steger - con l'intento di far decadere il suddetto ricorso. La Corte potrebbe infatti decidere di rimandare la discussione in attesa dell’approvazione della “nuova” legge.

Qui si vogliono utilizzare le istituzioni per i propri interessi privati e questo è inammissibile, si tratta di un imbroglio, di un’offesa agli elettori

Oggi (20 febbraio) intanto si è tenuta la seduta del collegio dei capigruppo durante la quale la Svp ha “tentato di inserire all’ordine del giorno dei lavori del consiglio provinciale, che iniziano il 6 marzo, la discussione sulla nuova legge, un giorno prima dell’udienza della Corte, l’escamotage perfetto, ma almeno abbiamo ottenuto di rimandare di qualche giorno il dibattito in Aula”, sottolinea Urzì che aggiunge: “Se alla Svp dovesse riuscire questo colpo di mano allora una gran parte dei toponimi italiani verrebbero aboliti, perché non si partirebbe certo dall’elenco di nomi già esistenti, ma da un foglio bianco e, va da sé, nulla si potrà fare senza l’approvazione del gruppo linguistico tedesco”. 

Bressa e il cortocircuito

Nel quadro appena delineato c’è qualcos’altro che non torna, secondo il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore. “Il governo - in carica per le funzioni ordinarie - di Gentiloni non farà nulla, la questione - peraltro mai discussa in commissione legislativa, altra cosa anomala - finirà sul tavolo del sottosegretario agli Affari regionali uscente Gianclaudio Bressa che il 4 marzo verrà rieletto, grazie ai voti della Svp, e che quindi, per uno scambio di favori, non farà con ogni probabilità obiezioni né ricorso. Qui si vogliono utilizzare le istituzioni per i propri interessi privati e questo è inammissibile, si tratta di un imbroglio, di un’offesa agli elettori”, così Urzì che promette di utilizzare ogni strumento utile per denunciare tale “forzatura” e impedire che questa venga messa in atto.

“Abbiamo chiesto a Steger il testo finale del ddl ma non ci è stato risposto picche - evidenzia l’esponente del centrodestra -, cosa voteremo insomma lo sapremo solo 15 minuti prima di votare”. Nel frattempo Marco Galateo fa sapere di avere già informato la direzione nazionale di Fratelli d’Italia degli sviluppi in atto e rincara la dose: “Per racimolare elettori la Svp con questo modus operandi si spinge a destra e lo fa attraverso il suo scendiletto, il Pd, che ha ormai abbandonato la battaglia per i toponimi italiani. Ma calpestare la toponomastica di una componente etnica importante è il primo passo verso la secessione”.