Economia | Credito

Se anche le Casse Rurali arrancano...

...vuol dire che l'intero sistema economico e sociale è in rapido ed inesorabile cambiamento. L'autoriforma del credito cooperativo ed il dimezzamento delle Rurali.

In Trentino le Casse Rurali, con 18 miliardi di euro di raccolta complessiva e 12,4 miliardi di impieghi, rappresentano oltre il 60% del mercato del credito in provincia. Mentre in Alto Adige c'è più concorrenza bancaria fra rossi (Sparkasse), verdi (Raiffeisen) e blu (Volksbank), le Rurali con 373 sportelli e 42 casse vantano copertura massiccia del territorio ed una situazione di mercato tuttosommato monopolistica in alcuni segmenti di clientela.

Una pervasività anche nei remoti centri valligiani avvalorata anche dalla proposta fatta dal vicepresidente Alessandro Olivi, che ha chiesto al sistema della Cooperazione trentina (Famiglie Cooperative e Casse Rurali) di supplire alle carenze del servizio di Poste italiane.

Il termometro delle rurali trentine quindi è importante per far capire la situazione generale dell'economia ed i segnali sono quelli di un cambiamento epocale. Sabato su L'Adige Chiara Zomer ha sintetizzato la situazione di tre istituti della Vallagarina (Rovereto e dintorni) che hanno comunicato per la prima volta nella storia una perdita d'esercizio importante: 7,9milioni di euro Rovereto, 7,8milioni Mori, 558mila euro Isera. Ed anche nel campo del credito cooperativo vengono sempre più promosse le fusioni, come quella tra Mori-Brentonico-Valle di Gresta. A soffrire di più sono le casse situate dove si verificano crisi aziendali notevoli. Quindi Valsugana e Vallagarina soprattutto.

Martedì 21 aprile, sempre su L'Adige, Francesco Terreri ha scritto del prossimo progetto che ha in mente via Segantini (sede della Cassa Centrale a Trento): una "superbanca" cooperativa di secondo livello comprendente 91 casse rurali (fra le quali tutte le trentine) con un patrimonio da 1miliardo di euro, derivante anche da un aumento di capitale da 450milioni di euro. Nel capitale della Cassa Centrale, che passerà da banca di secondo livello a capogruppo, c'è anche per un 25% Dz Bank, la capogruppo delle Volksbank- e Raiffeisenbanken germaniche. Per darvi un'idea quando passate sotto alla Brandenburger Tor a Berlino per passare dal vecchio "ovest" al vecchio "est", appena dopo sulla destra c'è la sede di Dz Bank. Per ora le Raiffeisen altoatesine sembrano voler fare propria strada creando un'autonoma "capogruppo", stessa cosa vuol fare Iccrea, creando una holding nazionale con il restante delle banche cooperative.

Guardando sull'altra sponda della Vallagarina, salendo verso l'Altopiano, la Cassa Rurale di Folgaria può essere presa come la fotografia di ciò che non funziona in un'economia che talvolta guarda a tutto tranne che alla propria sostenibilità. Sull'Altopiano vivono in poco più di 5mila e la Rurale ha 6 filiali e 70 (!!!) dipendenti, la banca è commissariata ed è in corso un progetto di fusione con la Rurale dell'Alta Vallagarina.

Così tanti dipendenti perché le Rurali sono sempre state una comoda scacchiera per la politica locale per posizionare le proprie pedine. Ma i tempi stanno cambiando, tanto che in marzo c'è stato addirittura uno sciopero degli addetti del credito cooperativo, per protestare contro la disdetta del contratto nazionale e le imminenti riorganizzazioni in atto.

Il sistema sta ricevendo sempre più input di riforma sia dall'Europa, che da Bankitalia. Tanto che le recenti visite degli ispettori della Banca d'Italia nelle varie Rurali non sono state proprio delle “visite di cortesia”, ma sono andate ad incidere molto sulla struttura degli attivi patrimoniali, rivedendo al ribasso le immobilizzazioni materiali, gli immobili che hanno perso di valore seguendo il trend negativo del settore. Ed è in atto un generale percorso di autoriforma del Credito cooperativo italiano.

Sul medio-lungo periodo il progetto potrebbe essere quello di portare da 42 a 22 le Rurali e probabilmente le crisi aziendali velocizzerano questo processo.