Cronaca | La sentenza

“Abbiamo corso un rischio”

Il direttore dell’ufficio Rifiuti della Provincia Angelucci commenta la condanna comminata al tecnico che gestiva l’inceneritore durante l’incidente del novembre 2013.
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Foto: Claudio Campedelli

salto.bz : Quale la vostra reazione alla condanna a 4 mesi si arresto e 10mila euro di ammenda comminata all’ing. Gianluca Musetti?
Giulio Angelucci - Non ricordo se la denuncia era stata fatta da noi oppure dai N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri. Ma ricordo molto bene che l’incidente si era verificato di venerdì e la ditta che all’epoca gestiva l’impianto ce lo comunicò solo il lunedì successivo. 

Insomma: ci furono tempi troppo lunghi sia per lo spegnimento dell’impianto dopo l’incidente al ventilatore, sia per quanto riguarda la comunicazione di quanto avvenuto ai vostri uffici
All’epoca noi abbiamo avuto il sospetto che ordini dall’alto avessero imposto di evitare lo spegnimento dell’inceneritore e di farlo ripartire. 

Chi gestiva allora l’impianto?
Una ATI (Associazione Temporanea di Imprese) denominata TVA-BZ di cui amministratore delegato era Burkhard Klotz e responsabile tecnico l’ingegner Gianluca Musetti, quest’ultimo appunto  condannato dal giudice. Della ATI facevano parte all’epoca alcune aziende di cui le principali erano Ladurner, Atzwanger e Hafner. 

Siete soddisfatti della sentenza?
All’epoca noi in merito avevamo già preso posizione, infatti la denuncia è partita sulla base di un’attività investigativa messa in atto da noi stessi. E’ brutto essere soddisfatti quando una persona viene condannata, ma in questo modo si ribadisce quello che avevamo detto allora. E cioè che la comunicazione doveva avvenire in maniera diversa e lo spegnimento in un determinato tempo. 

Quale fu il danno ambientale in quell’occasione? All’epoca i fumi visti uscire dall’inceneritore suscitarono una certa preoccupazione e vivaci proteste da parte di coloro che si sono sempre opposti al nuovo termovalorizzatore
La sentenza in realtà non è relativa al danno ambientale, che va quantificato attraverso tutta una serie di analisi sui terreni e sull’aria. Già all’epoca in questo senso venne appurato che non c’era stato un danno. Se ci fosse stato avremmo dovuto chiedere anche il rimborso relativo al costo di ripristino, che invece nel nostro caso non c’è. Ma questo non toglie il fatto che vi sia stato un comportamento truffaldino e potenzialmente a rischio. Non ce ne fossimo accorti in tempo, chissà cosa sarebbe successo, insomma. 

Per quale motivo i tecnici e a ATI dell’epoca furono così restii a spegnere l’impianto ed a comunicare quanto era successo alla committenza?
Se avessero spento, l’impianto sarebbe rimasto fermo per un lungo tempo. Comportando la perdita di tutta una serie di incassi. Per cui hanno tentato di tenerlo acceso e fatto ripartire. 

L’incidente del 7 novembre 2013 è stato il più grave incorso all’inceneritore?
Nel nuovo senz’altro sì. Diciamo che si è trattato dell’incidente più grave ad avere un impatto esterno. 
C’è stata infatti poi anche l’esplosione, qualche tempo dopo, ma quella è rimasta confinata all’interno dell’impianto. 

La ATI del 2013 e il tecnico Gianluca Musetti sono ancora operativi nell’impianto?
No, perché ad un certo punto come si ricorderà dopo la fase di prova per la gestione a lungo termine del termovalorizzatore è subentrato Ecocenter.