Cultura | Hofburggarten

La mossa della torre

Il Comune di Bressanone risanerà le due torri nel Giardino vescovile. L'Initiativgruppe für einen Offenen Hofburggarten plaude e rilancia: "No ai 10 milioni per Heller".
Torre Hofburggarten
Foto: Initiativgruppe für einen Offenen Hofburggarten

Qualcosa si muove nel Hofburggarten di Bressanone, dopo la (prima) bocciatura del progetto Heller. “Finalmente” sembra esclamare a gran voce l'Iniziativa per il futuro del Giardino vescovile (Initiativgruppe für einen Offenen Hofburggarten), che in un comunicato accoglie “con particolare soddisfazione” l'annuncio del Comune di Bressanone del restauro della Torre giapponese e della Torre cinese nella parte sud dei giardini del Palazzo Vescovile. Le torri versano in un grave stato di abbandono e l'intervento si è reso necessario per preservare i due pregevoli (quanto poco conosciuti) beni storico-artistici a quasi 20 anni dall'ultimo restauro.

 

L'Iniziativa si toglie qualche sassolino dalla scarpa riguardo le (mancate) scelte dell'amministrazione comunale: “Ancora nell'ottobre 2020 il sindaco Brunner escluse categoricamente di procedere col restauro finché il Consiglio di Stato non avesse preso una decisione sul futuro dei giardini, rifiutandosi di 'spendere altri fondi, sebbene la riqualificazione non sia ancora iniziata'. E a marzo 2021 ha dichiarato che non sarebbe emerso 'nulla di così sconvolgente sullo stato di degrado delle torri'. La tardiva presa di coscienza è la benvenuta, ma sarebbe importante che anche la Curia, proprietaria delle torri, condividesse i costi di restauro”, sostiene l'Initiativgruppe, “e la loro manutenzione non dovrebbe essere solo a carico delle casse pubbliche”.

 

Waiting for Consiglio di Stato

 

Al momento si attende la pronuncia del Consiglio di Stato a Roma riguardo l'assegnazione dell'incarico per la riqualificazione dei giardini ad André Heller. L'Initiativgruppe für einen Offenen Hofburggarten raccomanda al Comune di Bressanone, analogamente alle torri, “un restauro non invasivo che possa rendere accessibile tutta l'area anziché realizzare un parco tirato a lucido dal costo di quasi 10 milioni di euro” – un'opzione “altamente consigliabile nell'ottica del controllo dei costi e della protezione del clima”.