Cronaca | Il giornale cessato

“Trentino, da Ebner chiusura totale”

Il sindacato contro Athesia per il no al riassorbimento di 18 giornalisti della testata. “Condotta antisindacale da chi prende 6 milioni dallo Stato”. Le vie legali.
Giornale, Trentino, via Sanseverino, Trento
Foto: salto

Una chiusura totale alle possibilità di riassorbimento di 18 dei 19 giornalisti della testata Trentino (uno, addetto al web, sarebbe stato “graziato” dalla proprietà) chiusa d’imperio venerdì 15 gennaio 2021 per il giorno seguente, sabato 16. Non solo, per contenuti e modalità il comportamento di Sie, dunque di Athesia e dell’editore principale del Trentino Alto Adige Michl Ebner, avrebbe connotati “antisindacali”. Tale condotta, denuncia il sindacato giornalisti della regione, risulta “inaccettabile anche sotto il profilo etico”, da parte di “chi per il quotidiano Dolomiten lo scorso anno ha percepito oltre sei milioni di euro di contributi pubblici del fondo per le minoranze linguistiche, accaparrandosi oltre il 60 per cento delle risorse messe a disposizione dal governo centrale”.

Una nota dai toni aspri, quella scritta dal sindacato dei giornalisti al termine del primo incontro (andato male) con la proprietà. Inizia in salita la vertenza già difficile per il futuro dei colleghi interessati dalla chiusura della fu sezione provinciale del quotidiano Alto Adige, poi divenuta testata a sé stante nel 2002 e infine cessata a livello cartaceo a metà gennaio.

La “liquidazione” del terzo giornale del Trentino (il marchio rimane sul web per essere “tutelato”, ma forse anche per impedire che cada in altre mani) ha ragioni che secondo la Federazione nazionale della stampa conducono all’eccessiva concentrazione editoriale assunta da Athesia in regione. Le tappe dell’espansione della società in Trentino sono state nel 2016 l’acquisto di Alto Adige/Trentino), nel 2017 della quota di maggioranza della casa editrice Curcu&Genovese (Bazar, Trentino mese, Guida casa), nel 2018 del quotidiano l’Adige.

Le reiterate violazioni contrattuali e di legge saranno poste all’attenzione delle sedi deputate (SJG)

Alle promesse fatte in un primo momento sulla salvaguardia dell’autonomia delle testate, nonché alla speranza coltivata da molti di avere in Athesia un soggetto capace di tutelare in questi tempi difficili la stampa cartacea anche in Trentino - con una gestione industriale ed economie di scala, pur nelle razionalizzazioni dovute alla crisi dell’editoria - fanno da contraltare gli avvenimenti recenti. Per l’amministratore delegato di Sie la decisione è stata motivata dall’effetto congiunto delle due crisi, quella dell’editoria e l’altra provocata dal Covid. Ma dati ufficiali non ce ne sono. Ed è innegabile che la posizione del Trentino si sia indebolita con l’acquisizione dell’Adige. Due giornali, dello stesso editore, nello stesso mercato. La crisi, se davvero è così, oppure l’esigenza di garantire maggiori introiti e risparmi hanno fatto il resto.

Ora è arduo anche per le rappresentanze dei lavoratori cercare di tutelare il futuro dei giornalisti. Che in realtà sono in forza alla stessa società dell’Adige, visto che Seta è stata pochi mesi fa incorporata da Sie, ma hanno la “colpa” di lavorare nel ramo d’azienda ritenuto “non più sostenibile”.

Collocati per volere dell’azienda in cassa integrazione a zero ore, dunque a casa, ma almeno per il momento a stipendio pieno per via della procedura avviata “senza la consultazione sindacale” di prassi, i lavoratori avrebbero ricevuto pure la richiesta di restituire i computer concessi per lo smart working e le sim dei telefonini aziendali. La proprietà avrebbe inoltre proposto loro di dimettersi volontariamente ricevendo “le mensilità già garantite dal contratto in caso di licenziamento”. Insomma, tutti comportamenti denunciati dalla sezione regionale della Fnsi, che li ritiene non all’altezza del maggior editore del Trentino Alto Adige. “Le reiterate violazioni contrattuali e di legge saranno poste all’attenzione delle sedi deputate”, viene precisato. La vertenza potrebbe avere dunque un risvolto legale.

La prima richiesta del sindacato è però un passo indietro della proprietà. Al termine del comunicato, il sindacato invita l’azienda “a tornare sui propri passi e a presentare un piano degno di questo nome con delle proposte alternative”. La società Sie si sarebbe impegnata a formalizzare una nuova proposta scritta, che ora i lavoratori attendono. Nel frattempo la Fnsi “proseguirà la mobilitazione al fianco dei colleghi per scongiurare la perdita dei posti di lavoro”.