Cultura | Salto Afternoon

Appello ad attori e attrici…

…nati o residenti in provincia di Bolzano: un bando per la produzione di spettacoli tascabili per le scuole nel nuovo anno scolastico 2020/21 indetto dal Teatro Stabile
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Foto: Jacopo Niccoli

Chi soffre tantissimo sotto gli effetti del lockdown in atto da quasi due mesi ormai in tutta Italia è la cultura, in generale, e il teatro, in particolare. Il teatro vive del rapporto fisico tra i singoli attori sul palcoscenico e di quello tra la scena e il pubblico in sala. Lo sanno bene tutti quelli che almeno una volta nella loro vita sono stati spettatori di uno spettacolo teatrale o di danza e che in seguito hanno visto una trasmissione televisiva di uno spettacolo. Qual è la differenza? potrebbe chiedere qualcuno. Enorme!, diciamo noi, perché in sala ogni spettatore ha la libertà di posare lo sguardo dove meglio crede per seguire le azioni rappresentate, oltre al fatto che quelle stesse si nutrono dell’energia che scorre tra attori e pubblico. Ne hanno parlato spesso attori e attrici che risentono di quella energia, lamentando per esempio un pubblico “freddo” oppure esaltando un pubblico “caldo”. Ora, in questo periodo di chiusura totale di tutti i teatri, alcuni tra questi hanno preso l’iniziativa di mandare in onda (o meglio, in rete, sui vari canali social o youtube o sui siti direttamente) registrazioni in video di numerosi spettacoli per rimanere vicini al proprio pubblico. Certo, un bel modo ma pur sempre un surrogato, sebbene apprezzabile. Spesso si tratta di mere documentazioni a macchina fissa sulla scena tutta, altre volte c’è una specie di regia filmica che non sempre corrisponde alle esigenze della drammaturgia del testo o della regia teatrale. Vengono in mente allora i grandi adattamenti per il piccolo schermo realizzati negli anni settanta e ottanta, come alcune pièce famose di Edoardo de Filippo, oppure regie di Giorgio Strehler realizzate magistralmente.

Fare film affinché la mia vita diventi un film
[Rainer Werner Fassbinder]

A questo proposito ci viene in mente un nome legato in modo particolare alla relazione teatro e televisione e cinema: il regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, che diede inizio alla sua carriera in teatro. Dapprima operò negli allora molto diffusi teatri nelle cantine di Monaco (ce n’erano molti anche a Roma) col suo Action-Theater, che nel maggio 1968 fu trasformato in antiteater e via via con gli stessi attori e le stesse attrici avrebbe poi realizzato i primi film, sviluppando un linguaggio visivo tutto suo proprio a partire da quello teatrale, che conosceva a menadito, diventando in seguito uno dei massimi registi del cinema tedesco, morto a soli 37 anni ma con ben più film all’attivo. “Fare film affinché la mia vita diventi un film” era il suo motto: Fassbinder è stato un vero e proprio motore del cinema in Germania nella seconda metà del Novecento; dopo la sua scomparsa, si è lentamente esaurita la carica innovativa della cinematografia tedesca, oggi ridotta a pochi nomi davvero interessanti.


Che cosa caratterizza un film teatrale? Pensiamo a un capolavoro come Le lacrime amare di Petra von Kant realizzato da Fassbinder nel 1972 in soli dieci giorni, con bassissimo budget e basato sull’omonimo spettacolo (testo e regia sua) andato in scena nel 1971 alle settimane del teatro Experimenta a Francoforte. L’originale caratteristica teatrale non viene nascosta, anzi, viene quasi esageratamente sottolineata sia nella recitazione che nell’organizzazione drammatica delle sequenze, al contempo l’obiettivo-occhio dello spettatore-regista segue/guida un percorso intimo e distaccato, critico e coinvolgente, dentro e attraverso l’artificialità della scenografia per ottenere un film più realista rispetto ad uno girato in uno scenario natural-realistico. Fassbinder non esce mai da quella stanza in cui tutto è ambientato, invece di annoiare con l’apparente staticità riesce a creare grazie al suo linguaggio visivo una tensione a spirale che attira l’attenzione di chi guarda, lo risucchia quasi per coinvolgerlo, avvolgerlo e alla fine sconvolgerlo. Quella spirale di tensione che prima di lui aveva creato Alfred Hitchcock nei suoi film, il grande maestro ammirato da molti cineasti delle varie nuove onde nate negli anni settanta in giro per l’Europa.  

 

Perché questo tema oggi? Mentre persino gli appuntamenti a Venezia per la Biennale Teatro e la Biennale Danza sono stati posticipati rispettivamente al 14-24 settembre e al 13-25 ottobre, il Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con il Dipartimento Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bolzano indice nel mese di aprile 2020 il bando per la produzione di spettacoli tascabili per le scuole, destinato agli artisti della Provincia di Bolzano. L’idea è creare spettacoli, ovvero cosiddette “pillole di teatro” per le scuole, da portare direttamente nelle classi, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, realizzando più repliche di uno stesso spettacolo per ogni scuola.

Da un lato si pensa a una nuova formula di avvicinamento del teatro alle nuove generazioni, in modo diretto, sintetico, coinvolgente, a uso di insegnanti e studenti (anche) per approfondire singoli argomenti trattati nei programmi annuali di studio.


Dall’altro lato è un’opportunità offerta dal TSB ad artisti e artiste della provincia di Bolzano, tutti colpiti nel cuore della loro passione, professione e situazione economica (va detto, una volta per tutte!) da questo stop a ogni attività culturale: coloro che saranno selezionati tra chi risponde all’appello entro il 27 aprile saranno scritturati dallo Stabile per una durata di due mesi, giusto il tempo per realizzare lo spettacolo prescelto da una lista di testi stilata con l’ausilio di esperti del settore dallo stesso TSB e scaricabile dal sito assieme al bando per partecipare.

Gli autori elencati sono una trentina, si va dal Bestiario di Leonardo da Vinci a Gli Esami di Arlecchino di Gianni Rodari, passando per Plauto, Giacomo Leopardi ma anche Pirandello, Brecht, Shakespeare e Goldoni. Una serie di testi classici, fiabe e commedie da ridurre e adattare alla fruizione nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado, per una durata non superiore a 50 minuti.

Un bellissimo progetto e al contempo di grande responsabilità rivolto a chiunque possa rispondere alle domande FAQ riunite a mo’ di esempio in coda al bando:

1) Sono un attore, posso partecipare?
Sì, se possiedi un diploma di abilitazione rilasciato da una scuola qualificata e hai maturato 100 giornate lavorative nei settori del cinema, teatro, radio e televisione oppure se non possiedi un diploma di abilitazione rilasciato da una scuola qualificata e hai maturato 300 giornate lavorative o 180 giornate lavorative negli ultimi due anni prestate nei settori del cinema, teatro, radio e televisione.

2) Sono un musicista posso partecipare?
Sì, se collabori con un attore/autore all’adattamento del testo e alle musiche di scena

3) Posso scegliere liberamente il tema su cui lavorare?
No, scegli tra la rosa di testi proposti dal Teatro Stabile, nell’allegato 1

4) A quanti adattamenti posso lavorare?
A tua scelta

5) In quanti possiamo lavorare allo stesso adattamento?
Al massimo in tre, di cui uno dei tre può essere un musicista

6) Vengo pagato di più se lavoro a uno o a tre progetti?
No, il compenso è a giornata lavorativa.

7) Ho altre domande, a chi mi rivolgo?
Al TSB, scrivendo una email a [email protected].

Gli spettacoli di prosa dovranno essere pronti per la nuova stagione “indoor” durante il prossimo anno scolastico 2020/21 e la mise en espace dovrà avere una durata massima di 50 minuti, al pari di una lezione. Riduzione dei testi, messa in scena e interpretazione dovranno essere di attori e/o attrici professionisti, eventualmente supportati/e da un/a musicista o cantante, dal vivo o non, per la colonna sonora.