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Dalla parte di Rösch

Solland, Kompatscher scrive una nuova lettera al ministro Fraccaro: “Gli acquirenti del sito sono in ritardo con i pagamenti, noi contrari a concedere una proroga”.
Kompatscher
Foto: Foto USP/mb

Arno Kompatscher è fermo: sulla Solland Silicon il governatore altoatesino la vede come il sindaco di Merano Paul Rösch, al centro delle polemiche per aver scritto ai ministri 5 stelle Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro quale grave errore sia stato non chiudere lo stabilimento produttore di silicio con sede a Sinigo.

 

 

“Già mesi fa avevo inviato al ministro Fraccaro una missiva per chiedergli di desistere dal proseguire con le aste, dopo l’ennesima andata deserta, senza contare che la Provincia ha già speso oltre 20 milioni di euro per la messa in sicurezza del sito, ma si è voluti andare avanti comunque - ricorda oggi (21 maggio) Kompatscher nel corso della consueta conferenza stampa post-giunta -. Alcune aziende altoatesine si erano proposte, in via ufficiale, di comprare il terreno accollandosi le spese di bonifica, ho fatto presente al Ministro che questa poteva essere una strada percorribile, ma non c’è stato verso”.

 

L’altra lettera

 

L’azienda del Qatar che produce pannelli fotovoltaici di ultima generazione, e che si è aggiudicata la fabbrica altoatesina per 5 milioni di euro, ha versato finora solo 500mila euro e ha chiesto una proroga per liquidare l’intera somma dato che i termini per il pagamento sono scaduti il 18 maggio scorso. Ed è su questo punto che la Provincia spera di poter ora trovare un appiglio. “La decisione spetta al giudice ma se dipendesse da noi non concederemmo nessuna proroga”, è il messaggio forte e chiaro che il Landeshauptmann ha mandato al ministro Fraccaro con una nuova lettera, qualche giorno fa.

La decisione spetta al giudice ma se dipendesse da noi non concederemmo nessuna proroga

Non concedere la dilazione significherebbe che l’offerta degli imprenditori stranieri decadrebbe “aprendo così la strada ad un’alternativa migliore per il territorio”, auspica Kompatscher che poi rassicura i dipendenti della ex Solland: “In Alto Adige c’è la piena occupazione, molte aziende cercano operai specializzati, con il sostegno della Provincia potremmo trovare senz’altro una soluzione per reimpiegare queste persone”.

 
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kurt duschek Mar, 05/21/2019 - 15:27

....evidentemente il passo falso di Rösch non era falso se anche Kompatscher segue questa strada. Bisogna garantire la sicurezza dei 80 posti di lavoro e che il caso Puglisi non si ripeta!

Mar, 05/21/2019 - 15:27 Collegamento permanente
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△rtim post Mer, 05/22/2019 - 09:52

Ein Wahnsinn. Nochmal 20 Millionen...
Was uns das schon alles in der Vergangenheit gekostet hat, sollte auch mal in Erinnerung gerufen werden.
Das Land Südtirol hat dafür ja schon für die Melioration der toxischen Altlasten enorme Steuergelder gezahlt. Die Folgekosten sind noch gar nicht absehbar. Denn die Geschichte um dieses Werk ist nicht nur geschichtlich und politisch bis heute durch seinen faschistischen und kolonialistischen Hintergrund toxisch.
Ja, es es ein richtiger und längst überfälliger Schritt. Genug muss irgendwann dann auch mal wirklich genug sein. Alles andere ist unhaltbar und völlig verantwortungslos.
Die Sicherheit der Menschen zuerst, nicht der Profit einiger Spekulanten auf Kosten der Allgemeinheit.

Mer, 05/22/2019 - 09:52 Collegamento permanente
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19 amet Mer, 05/22/2019 - 22:52

Unglaublich wie die italienischen Parteien von Meran in der Vergangenheit leben. Und sich dann noch aufregen, und den Bürgermeister angreifen, der dieses gefährlche Relikt vergangener Zeiten endlich dem Erdboden gleich machen will. Wir Steuerzahler blechen seit Jahrzehnten für dieses faschistische Überbleibsel, jetzt ist genug. Zuerst wurden die Meraner von einem neapolitanischen Pleitier an der Nase herumgeführt, aber das hat den Italienern nicht gereicht. Jetzt glauben die italienischen Poltiker an einen windigen Araber, der nicht einmal das Geld hat die Fabrik zu kaufen, von führen und entwickeln wohl zu schweigen. Beschämend.

Mer, 05/22/2019 - 22:52 Collegamento permanente