Società | Migranti

“Addio” Casa San Giuseppe

Chiude il centro di accoglienza di Brunico, è il terzo. Il sindaco Griessmair: “Progetto per una casa intergenerazionale”. Valente (Caritas): “L’impegno non si ferma”.
Accoglienza
Foto: Caritas

Ieri sera (20 agosto) la Open Arms, l’imbarcazione della ong spagnola, è arrivata a Lampedusa dopo 19 giorni passati in mare ad attendere il via libera del governo italiano per l’attracco sull’isola siciliana. Alla fine ci ha pensato la Procura di Agrigento a sbrogliare la situazione disponendo lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo, gli ultimi 83 migranti. Ora è la Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranèe, che da 11 giorni si trova in mezzo al mare con 356 persone a bordo, ad aspettare la pigra risposta dell'Europa. Se questa è la situazione a centinaia di chilometri di distanza dall’Alto Adige, sul territorio locale continuano a chiudere, uno dietro l’altro, i centri di accoglienza. Il motivo è semplice: da luglio 2017 lo Stato non ha più assegnato nuove persone richiedenti asilo alla provincia di Bolzano. Dopo Castelrotto (Casa Anna) e Bressanone (Casa Miriam), Casa San Giuseppe di Brunico sarà la terza struttura gestita nell’ambito del programma statale dei CAS a chiudere, e ciò accadrà alla fine dell'anno, comunica il direttore della Caritas Paolo Valente che aggiunge: “Sempre più persone residenti dei centri di accoglienza lasciano inoltre le strutture perché hanno portato a termine la procedura di asilo o trovano alloggio altrove”. 

 

 

Lo status quo

 

Al momento nel centro brunicense sono ospitate ancora 33 persone, 5 delle quali completeranno la procedura di asilo nei prossimi cinque mesi e dovranno quindi lasciare la struttura, mentre i restanti 28 residenti asilo saranno ricollocati in altre strutture.

“L’accoglienza dei rifugiati è stata una grande sfida da affrontare per Brunico - commenta il sindaco Roland Griessmair -. All’inizio prevaleva lo scetticismo ed è stato necessario un grande lavoro di mediazione e sensibilizzazione tra tutte le parti. Grazie all'eccellente collaborazione tra Caritas, Comune di Brunico e Comunità comprensoriale della val Pusteria - sottolinea il primo cittadino - questa sfida ha potuto essere vinta e la convivenza tra rifugiati e residenti è stata serena e caratterizzata dal rispetto reciproco. Casa San Giuseppe continuerà a servire uno scopo sociale anche in futuro: stiamo già pianificando un progetto per una nuova casa intergenerazionale”.

 

 

L’impegno di Caritas, evidenzia Valente, non si esaurisce con la fine della fase emergenziale del flusso migratorio: “In val Pusteria siamo presenti, oltre che con il CAS di Vandoies, con il servizio per il volontariato, la Caritas parrocchiale, la Consulenza Debitori e per i migranti, il Servizio Hospice e nel settore delle persone senza dimora. In futuro - assicura il direttore dell’organismo pastorale della Cei - ci dedicheremo ancora di più al cosiddetto ‘accompagnamento abitativo’ per le persone che hanno maggiori difficoltà nella ricerca di un alloggio adeguato e a costi sostenibili, offrendo contemporaneamente ai proprietari di casa garanzie sotto forma di sostegno e accompagnamento”.