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“Non sono focolai”

Coronavirus, il direttore sanitario dell’Asl Bertoli sull’aumento delle infezioni in Alto Adige: “Casi singoli e ‘importati’. Situazione seria ma sotto controllo”.

I contagi risalgono anche in Alto Adige. Ieri, 20 agosto, il bollettino dell’Asl riferiva di 21 casi (mai così tanti da aprile scorso) - su 1137 tamponi - 14 dei quali sono dovuti a coloro che sono rientrati dall’estero. Due riguardano persone che hanno avuto uno stretto contatto con pazienti già infetti. Più complesso è risalire invece al decorso dell’infezione per cinque persone infette che sono state individuate grazie agli screening introdotti negli ospedali. Due di loro hanno mostrato sintomi.

Per il momento è tutto sotto controllo ma la situazione è da prendere assolutamente sul serio

 

I rientri

 

L’Azienda sanitaria precisa che non si tratta di focolai ma di casi singoli che possono essere individuati e tenuti sotto controllo più rapidamente; e che l’impennata di infezioni è dovuta a persone che sono rientrate da un viaggio o dalle vacanze, ma anche ai lavoratori agricoli che durante l’estate hanno raggiunto il proprio paese d’origine. Nei giorni scorsi sono stati testati 1.763 di questi lavoratori, 15 dei quali, ad oggi, sono risultati positivi, “è un numero ridotto, nemmeno l’1 per cento, è una buona notizia”, dicono dall’Azienda sanitaria.
“Questo dimostra che i test ad ampio raggio stanno funzionando e che le nuove infezioni portate in Alto Adige dall'esterno possono essere individuate rapidamente. È essenziale continuare su questa linea”, afferma Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario dell’Asl.

 

Brunico e Badia

 

Sorvegliato speciale naturalmente continua a essere il settore turistico. Una nuova infezione è stata rilevata negli ultimi giorni sia in una struttura ricettiva di Brunico che di Badia. L’Asl fa sapere di aver subito avviato i controlli all’interno della stretta cerchia sociale, iniziato i test sui dipendenti e sugli ospiti nonché predisposto l’igienizzazione delle strutture. Finora i risultati dei test sono negativi. “Per il momento quindi è tutto sotto controllo ma la situazione è da prendere assolutamente sul serio - sottolinea Bertoli -. Anche se in Italia e in Alto Adige abbiamo ancora un tasso di infezione cumulativo inferiore rispetto agli altri paesi europei (10,7 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni, rispetto alla Svizzera: 33; Germania: 17,8, Croazia: 41; Spagna: 138 - fonte: ECDC) dobbiamo continuare a tutti i costi con le abituali misure di prevenzione: proteggere bocca e naso, mantenere le distanze, lavarsi le mani”.

 

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Arne Saknussemm Ven, 08/21/2020 - 09:37

Volete vedere dei focolai? Andate al bar ... andate in piscina ... andate a vedere alle fermate dell'autobus! Chi se ne intende di statistiche capisce che i numeri presentati non significano nulla. Sono fumo negli occhi. Questa presa per il culo da parte dei dirigenti e/o politici è insopportabile!

Ven, 08/21/2020 - 09:37 Collegamento permanente