Società | Aborto

Il diritto all’aborto in Italia

Il corpo è mio e decido io.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
tutti obiettori con utero delle altre
Foto: Giulia giornaliste

In Italia, grazie alla legge 194, abortire è legale dal 1978. In realtà nel nostro paese non è così facile interrompere la gravidanza a causa dell’alto tasso di medici obiettori nelle strutture pubbliche (67%), dello stigma che ancora grava sulle donne che scelgono di abortire e delle ingerenze della chiesa e dei movimenti anti choice. Il Piemonte, in alcuni ospedali e consultori sono entrate, con il placet delle ASL, organizzazioni che nel proprio statuto riportano “la finalità di tutela della vita fin dal concepimento”. In Sicilia (86% di medici obiettori) stanno tornando gli aborti clandestini. In Molise (regione al primo posto per tasso di obiezione di coscienza) all’unico medico abortista è stato chiesto di non andare in pensione perché non ci sarebbe nessuno al suo posto. In Alto Adige l’76% de* ginecolog*, il 69% de* anestesist* e il 65% del personale non medico si rifiuta di praticare interruzioni volontarie di gravidanza nelle strutture pubbliche (dati 2019 del Ministero della Salute).