Società | salto Gespräch

“Natale, una festa universale”

Il vescovo monsignor Ivo Muser spiega il significato profondo che la nascita di Gesù riveste ai giorni nostri per i cristiani e le persone di altre confessioni religiose.
ivo_muser.jpg
Foto: Diözese Bozen-Brixen

In vista delle festività natalizie è ormai consueto l’appuntamento, come ogni anno, del vescovo della diocesi di Bolzano – Bressanone con la stampa. Anche noi abbiamo incontrato il 21 dicembre nel suo ufficio monsignor Ivo Muser e gli abbiamo chiesto di pronunciarsi sia sulla prossima ricorrenza religiosa sia su recenti fatti di cronaca locali, che tante polemiche e indignazione hanno suscitato nella popolazione.

Salto.bz: Monsignor Ivo Muser, in una società globalizzata, multietnica e pluriculturale che senso ha il Natale oggi?

Vescovo Ivo Muser: Il significato del Natale si esprime nella frase “Dio si fa uomo”. Nel Vangelo Giovanni dice “Dio diventa carne”. Vuol dire che Dio diventa uno di noi, entra nella nostra storia. Per “uomo” non si deve intendere solo il bambinello ma la persona di Gesù che vive la morte e la risurrezione. Il Natale non si ferma nel presepe, ma ci porta al mistero della Pasqua. Dio ci redime.

Cosa caratterizza il rapporto tra Dio e l’uomo nell’ottica cristiana?

Dio non è rimasto nel suo Cielo, lontano e distaccato dal mondo, ma diventa un pezzo del mondo e vuole avere a che fare con la realtà dell’uomo nel suo complesso, quindi con le sue gioie, speranze, dolori e pure con la morte. Un incontro tra Dio e l’uomo così denso non lo troviamo in nessun altra religione.  

La festa di Natale riguarda solo i cristiani?

No. Se si prende sul serio, è una festa universale che tocca il senso profondo dell’uomo. Dio non è così presente come lo è nell’uomo; è il primo luogo, non c’è punto più alto. Dio si è fatto uomo, non cristiano. Si professa la fede in Dio, senza distinzioni.

Qual è la peculiarità del Natale?

Cambia la prospettiva. Nella religione l'uomo va alla ricerca di Dio, mentre a Natale è Dio che va alla ricerca dell’uomo. Dio si incarna nell’umanità.

Da questa angolazione cos’è il Natale?

Non è un appello agli altri, ma una conversione spirituale e personale nella nostra interiorità. E’ la festa più umana che esista, eppure anche la più secolarizzata.

Il Natale non riveste per tutti questo elevato significato, per alcuni diventa invece occasione per compiere gesti non natalizi. Quattro ragazzi hanno profanato il presepe in piazza Walther. Come mai la Chiesa, che sempre prende posizione sulle più disparate questioni politiche e sociali, su tale accadimento è rimasta in silenzio?

Sono atti da condannare. Tuttavia non voglio condannare i giovani, che mi auguro riconoscano la stupidaggine delle azioni che hanno combinato. Fa male veder offendere l’immagine del presepe. Manca ogni rispetto per i simboli. Al contrario, bisogna rispettare tutti i simboli religiosi, perché esprimono quanto di più profondo abbiamo. I simboli hanno a che fare con noi. Una società che non rispetta i simboli è una società che non ha rispetto per l’uomo. Mai offendere ciò che è sacro per qualcuno. Questo è fondamentale, specie in una società pluralistica come la nostra. Invito a riflettere su come viviamo il reciproco rispetto.

Sembra che molti abbiano smarrito il sentimento religioso del Natale. Questo può dipendere anche da responsabilità della Chiesa nella comunicazione del suo messaggio spirituale?

Noi tutti siamo la Chiesa. E tutti dobbiamo chiederci: come celebriamo il Natale? Cosa è importante? Cosa è al centro di questa festa? Che messaggio vogliamo dare? Sta a noi decidere come vivere e voler trasmettere il significato del grande Natale. Noi cristiani dobbiamo essere i primi a salvaguardare la nostra identità, non contro gli altri, ma gioiosi. In tal modo ci disponiamo a trattare meglio il prossimo. Accogliere Gesù cambia la propria vita. Ogni Natale, ogni Pasqua, ogni liturgia è un richiamo alla conversione.

Quali sono i passi concreti da seguire per un’autentica conversione, quindi per dare una svolta in modo decisivo alla propria esistenza?

Si deve assumere come modello la persona di Gesù. Se siamo capaci di mettere in pratica anche una piccola parte del Vangelo, allora mutano le relazioni con gli altri, il nostro modo di porci verso il prossimo, la politica, la dimensione sociale. La conversione parte sempre da Dio che in Gesù si fa uomo e vuole che le relazioni diventino profondamente umane. Ecco perché il Natale ha una dimensione universale. Come Chiesa questo è il messaggio più bello che c’è stato affidato.

La dimensione universale del Natale pare non sia stata colta nella sala comunale Europa di via del Ronco, da dove all’associazione “Veterani dello Sport”, che la occupava il 14 dicembre per una festa, è stato chiesto di rimuovere un albero natalizio. Tale scelta è stata motivata dalla necessità di non offendere la comunità musulmana che aveva affittato il locale per i giorni successivi. Lei trova giusta questa decisione?

Non condivido tale atteggiamento. Dobbiamo salvaguardare la nostra tradizione e la nostra identità, nel pieno rispetto dei simboli, delle  tradizioni, culture e religioni altrui. Bisogna convivere e rispettarsi reciprocamente.

 

In nome dell’integrazione tra cristiani e musulmani qualcuno propone di sostituire il termine “Natale” con le espressioni “Buona Festa delle Grandi Feste” o “Festa dell’inverno”. Lei è d’accordo?

No, è la strada sbagliata, che crea solo paure e ansie. Si deve invece valorizzare la propria identità. Così anche il nostro presepe, la Croce, le nostre feste, le nostre tradizioni, i nostri canti.

Come includere i musulmani nelle nostre feste?

La vera integrazione passa prima di tutto per la spiegazione dei nostri simboli, senza alcuna imposizione. Non costringere l’altro, ma dirgli: se vieni da noi, puoi inserirti nel contesto della nostra società, comprendere la nostra festa e le nostre tradizioni. Integrazione non significa mai togliere ciò che ci appartiene.

Qual è il fondamento dell’integrazione?

Il dialogo religioso. Se ci spieghiamo a vicenda, ci accorgiamo che tra cristiani e musulmani abbiamo tante cose in comune, nonostante tutte le differenze.

Quali sono gli elementi che accomunano la fede cristiana a quella musulmana?

Nel Corano si parla della storia della nascita di Gesù. I musulmani conoscono Gesù, ne parlano bene come di un grande profeta, hanno poi una grande venerazione per la madre di Gesù. Cristiani e musulmani hanno entrambi fede in un Dio unico, in un Creatore, in un Dio giudice. Le differenze? I musulmani non accettano Gesù come figlio incarnato di Dio né Maria come la madre di Dio. Tuttavia, ogni religione è chiamata a valorizzare i grandi temi umani. Le risposte sono diverse da religione a religione, ma si parte dalle stesse domande dell’umanità: cosa c’è? perché c’è? che senso ha? che cosa sarà dopo la morte?

Qual è il miglior modo di rispondere alle domande esistenziali dell’umanità?

Col dialogo, non con i nostri pregiudizi prefabbricati.

Nella religione musulmana è pontificata la figura di Maometto, da molti contestata, giacché il profeta si era macchiato dell’uccisione di tante persone per sgozzamento.

Come cristiani dobbiamo essere onesti. Anche noi nella nostra storia abbiamo usato tanta violenza, anche nel nome di Gesù e della sua Santa Croce. L’onestà ci aiuta come cristiani a scoprire meglio i contenuti. Se come cristiani abbiamo commesso errori, Gesù però non lo ha fatto. Per questo motivo il simbolo cristiano per eccellenza è la Croce: segno del fatto che Dio ha subito la violenza ma che non fa violenza.

Papa Wojtyla si scusò pubblicamente per le crociate. Nessun rappresentante dei musulmani ha però fatto altrettanto per i crimini commessi da Maometto.

Certo, è vero. Ma mai dobbiamo esprimere giudizi sugli altri. Sono contento di essere cristiano e convinto di ciò che noi cristiani facciamo oggi. Giovanni Paolo II ha affermato in modo netto il divorzio tra Dio e la guerra. Sono fiero che adesso lo diciamo e lo facciamo. Questo è il nostro compito.

Infine, considerato che le religioni cristiana e musulmana hanno nel male entrambe sangue sulla propria coscienza e nel bene condividono valori positivi, alcuni le ritengono equivalenti. E’ così?

No. Gesù è insuperabile e non ha concorrenti. Di questo sono convinto. In nessun altra religione si trova un Dio che si mette nei nostri panni.

 

 

 

Bild
Profile picture for user gorgias
gorgias Dom, 12/24/2017 - 13:09

Ich sehe es nicht als ein Problem wenn sich der Bischof klar seine Position darlegt. Das Problem liegt darin dass man keine klare Gegenposition und Kritiken äußert. Der Diskurs fängt da an und nicht mit mit ein bischen gemaule weil er zu oft in den Medien vorkommt.

Dom, 12/24/2017 - 13:09 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Maximi Richard
Maximi Richard Dom, 12/24/2017 - 17:22

Frohe Wintersonnenwende! Diese gibt es wirklich und gilt für alle Menschen.
Dass man den nächsten lieben soll und dass man versuchen soll sich gut zu benehmen, brauch mir keine selbsternannte Religion sagen.

Dom, 12/24/2017 - 17:22 Collegamento permanente