Società | Marginalità

Senzatetto, e donna: un aiuto mirato

Un ricovero che protegge dalla strada, ma anche un sostegno per casa e lavoro. Approvata la mozione dei Verdi per il centro diurno rivolto alle donne senza dimora.
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Foto: Pixabay

Un centro diurno dedicato alle donne senza fissa dimora che non sono cittadine dell’Unione europea e si trovano prive di sostegno adeguato. Orientato a fornire loro, oltre alla protezione dal freddo e dall’insicurezza della vita in strada, anche un aiuto a favore di una concreta “emancipazione” dalla sfera della marginalità che è uno dei problemi irrisolti a Bolzano. Questo l’obiettivo della mozione proposta da Chiara Rabini (Verdi) e approvata da una maggioranza trasversale in seno al consiglio comunale del capoluogo. L’impegno per la giunta Caramaschi è attivarsi ora nel concreto. In un settore, quello dell’accoglienza e della solidarietà, che in città vanta esperienze importanti nate su impulso della società civile come quella appena presentata a maso Zeiler.

 

Sì trasversale del consiglio

 

“Ringrazio i consiglieri e consigliere comunali per l’approvazione trasversale (26 sì, 4 no e 5 astenuti) di una mozione relativa al miglioramento dei servizi offerti alle donne senza fissa dimora tramite un centro diurno per attività di incontro e accompagnamento per il loro inserimento lavorativo e abitativo” scrive l’esponente dei Verdi, nonché referente per il consiglio comunale per la questione dei richiedenti asilo e rifugiati. 

Nelle premesse della mozione si ricorda l’attivazione nel 2018, da parte dell’Azienda per i servizi sociali (Assb) del Comune di Bolzano, del servizio “per donne senza fissa dimora in emergenza” presso la struttura Conte Forni, gestita da Volontarius. Un presidio che però conta al massimo su 22 posti.

La consigliera considera dunque che l’apertura del presidio “avviene esclusivamente nelle ore notturne” e che “le donne sono costrette a lasciare il dormitorio alle 8 di mattina e a stare in strada tutto il giorno, contro la loro volontà e con tutti i pericoli connessi”. Va tenuto conto infatti che “soprattutto nel periodo invernale rimanere all’aperto e sole comporta notevoli rischi per la salute e la vita delle donne”.

 

Il calore dell’emancipazione

 

Visto quindi che a Bolzano “non esiste al momento un centro diurno per senzatetto extracomunitarie” e che “è nell’interesse della città gestire il fenomeno dei senza dimora e agire in termini di prevenzione”, si chiedono impegni precisi all’amministrazione. Che sono due, sui quali la giunta Caramaschi è ora vincolata. 

Primo, “mettere a disposizione un centro con una sala riscaldata (con servizi igienici, docce, lavatrice) per accogliere le donne senzatetto extracomunitarie durante le ore diurne al fine di salvaguardare la loro vita e salute”. Secondo, “prevedere, anche con il sostegno del volontariato e della rete delle associazioni, ad attività inclusive e di accompagnamento volte ad una progressiva autonomia delle donne per l’uscita dalla marginalità”.