Politica | Bolzano

Chi ha detto che il Comune non lavora?

Caramaschi sulle accuse di presunta inattività di giunta e consiglio da parte dell’opposizione: “Sono solo cambiate le competenze”. Della Ratta (PSI): “Pochi assessori”.
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Foto: sss

Renzo Caramaschi non ci sta. Il primo cittadino di Bolzano difende la sua giunta a spada tratta dopo le polemiche sollevate dall’opposizione. Oggetto delle critiche: una presunta inattività dell’amministrazione comunale. Poche delibere, poche idee concretizzate. Perlopiù mozioni e interrogazioni. “Giunta piatta”, aveva detto Gabriele Giovannetti (Uniti per Bolzano) al Corriere dell’Alto Adige, con certe delibere che “vengono congelate per evitare guai, penso al controverso regolamento Taxi”.

Ma il sindaco invita a fare meglio i conti: “Le 8 delibere consiliari trattate dal primo gennaio al 20 marzo di quest'anno non sono inferiori a quelle approvate, prendendo in considerazione lo stesso periodo, nel 2014: solo 7, mentre quest'anno, dal 1° gennaio al 19 marzo, le delibere della giunta comunale sono state ben 129 (la media degli ultimi 8 anni, per lo stesso periodo, è stata di 106, con un valore minimo di 53 delibere giuntali nel 2016)”.

C’è poi un altro fattore che può offrire un’interpretazione falsata dell’attività consiliare, puntualizza Caramaschi: “A partire dal 2013 e poi maggiormente con l'armonizzazione contabile introdotta a livello nazionale nel 2015-2016, diverse competenze (per esempio in tema di nomine, dell'adozione del Piano Urbanistico e delle varianti allo stesso, ma anche di tipo più gestionale, come acquisizioni sotto una certa soglia o in tema di personale) sono state spostate dal consiglio comunale, organo d'indirizzo politico, alla giunta, organo esecutivo, e soprattutto al livello dirigenziale, in primis al responsabile delle Finanze. Ciò significa - prosegue - che una buona parte di quelle che erano delibere di consiglio si sono trasformate in determine dirigenziali, mentre il consiglio si riappropria di quella che è la sua vocazione istituzionale principale, ovvero indirizzare politicamente l'azione amministrativa, anche attraverso le mozioni”.

Dare un giudizio sulla base di numeri non raffrontabili non rende giustizia all'impegno profuso dagli organi di governo e dall'Amministrazione tutta, personale comunale compreso.

Caramaschi sottolinea infine che la giunta e il consiglio “si stanno occupando anche di temi importanti, che avranno un impatto nello sviluppo della nostra città negli anni a venire. Dare un giudizio sulla base di numeri non raffrontabili non rende giustizia all'impegno profuso dagli organi di governo e dall'Amministrazione tutta, personale comunale compreso”.

A intervenire sulla questione anche il consigliere socialista Claudio Della Ratta, componente della maggioranza, il quale ammette che si fa fatica a proporre delibere da portare in aula e parte del problema è dovuto alla scarsità degli assessori, “solo 7, sindaco compreso, un numero che non consente di presidiare appieno la notevole attività, ne servirebbero 9”.

Della Ratta si lancia poi in un raffronto con la vicina Trento “dal momento che Caramaschi sosteneva che il numero di sedute del Consiglio è di gran lunga minore nel capoluogo trentino rispetto a Bolzano”. Considerando il periodo che va dall’avvio di questa consiliatura fino a oggi, il numero di sedute tra i due capoluoghi è pressoché identico, fa notare il socialista, ovvero 99 Trento e 98 Bolzano.

“I consiglieri del capoluogo altoatesino nel 2017 hanno presentato circa 140 mozioni (la maggior parte ancora da discutere in aula) mentre quelli di Trento una media di 250 (moltissime già discusse). Le interrogazioni sono pari a circa 100 per amministrazione. Le delibere totali affrontate in consiglio comunale a Bolzano (comprensive anche delle mozioni approvate) sono state 97, quelle di Trento (comprensive anche degli ordini del giorno avanzati dai consiglieri ed approvati in aula) ben 194”. Quanti assessori nella giunta di Trento? 8. “E questo in parte si vede”, certifica Della Ratta.