Società | Polo Bibliotecario

Questa biblioteca s'ha da fare (oppure no?)

La mancanza di certezza riguardo alla copertura finanziaria ha riacceso per l'ennesima volta la discussione sulla realizzazione del nuovo Polo Bibliotecario e riaperto la frattura tra contrari e fautori.

Avanti anche senza soldi (o meglio: avanti, i soldi si troveranno). Sembra essere questa l'opinione prevalente tra gli amministratori comunali e provinciali “italiani” più coinvolti nel progetto – da altri giudicato inutilmente faraonico – del nuovo Polo Bibliotecario. Le risposte, indirizzate per mezzo del quotidiano Alto Adige all'architetto Oswald Zoeggeler il giornale aveva pubblicato un'ampia intervista domenica – ribadiscono che una frenata, a questo punto, sarebbe devastante per l'intera impresa. Dunque, anche a fronte della nuova incertezza sul finanziamento dell'opera (dei novanta milioni previsti ci sarebbero soltanto quello destinato ai lavori di demolizione delle ex Pascoli-Longon, dove dovrebbe sorgere poi il Polo Bibliotecario), non cambia la volontà di proseguire sulla strada tracciata.

Sintetizza l'assessore Luigi Gallo: “Se questo progetto salta, salta tutto e per sempre. Ci sono voluti 10 anni per curare i dettagli, per far quadrare tutti gli aspetti urbanistici, patrimoniali, culturali e di gestione. Non si cambia un progetto in 15 giorni”. Gallo fa inoltre notare che proprio Oswald Zoeggeler, grande censore e istanza morale chiamato continuamente in causa per dare voce ai dissidenti e agli oppositori del progetto di Mayr Fingerle, presentò al concorso un disegno che non prevedeva la minima conservazione dell'esistente, oggi diventato così imprescindibile. Il sospetto che dunque si tratti di una mera reazione motivata dallo scorno per non essere riuscito ad imporsi non parrebbe totalmente  ingiustificato.

A questo punto è dalla Provincia, nominalmente il maggiore finanziatore del progetto, che si attendono le indispensabili conferme. Se il finanziamento ci sarà, i lavori (non solo quelli di demolizione) verranno avviati. Altrimenti si profila uno stallo comunque deleterio per l'immagine della città. “Più della fine delle vacche grasse – ha commentato Alberto Stenico in una delle tante discussioni che periodicamente si accendono su facebook – è la totale incoerenza dei processi decisionali bolzanini che potrebbe portare alla definitiva caduta del progetto di biblioteca provinciale trilingue. Tutto come sempre: rimarrà la Tessmann, tedesca, la Civica, italiana, e la scalinata del Pascoli”.