Società | Doping

“Spero sia tutto un equivoco”

Il presidente del Coni altoatesino Heinz Gutweniger sul caso Schwazer. Si fa largo l’ipotesi che il campione prelevato per il test non fosse quello dell'atleta.

Gutweniger, ci risiamo, Schwazer avrebbe di nuovo fallito un test antidoping. Si sente tradito?
Heinz Gutweniger: Prima di condannare una persona bisogna accertare tutti i fatti. Sono fiducioso che tutto si risolverà in un equivoco perché non posso credere che Schwazer sia stato così incosciente a doparsi ancora dopo tutto quello che è successo, sapendo benissimo peraltro che prima o poi sarebbe stato scoperto. Va detto che a gennaio il campione prelevato aveva dato esito negativo e fra questo test e quello che poi a maggio è risultato positivo, ce ne sono stati altri, decine, tutti negativi.

Il valore del testosterone era 11 volte superiore alla norma, bisognerà comunque spiegare come lo stesso campione possa presentare discrepanze così notevoli.
Assolutamente sì. E ora occorrerà chiarire se il campione appartiene davvero a Schwazer. Il Coni ora chiederà l’analisi del Dna, se questo risulterà essere realmente il suo, Alex sarà in grossi guai.

Sta dicendo che ci sarebbe una specie di “complotto” ai danni dell’atleta?
Sono voci che girano, si dice che qualcuno voglia eliminarlo dalla competizione olimpica ma sono tutte ipotesi che lasciano il tempo che trovano, perché servono prove per affermarlo e non è facile ottenerle.

Il legale di Schwazer, Gerhard Brandstätter, intanto ha detto che si tratta di accuse "false e mostruose" e annuncia battaglia.
Brandstätter ribadirà anche oggi in conferenza stampa (alle 18 al Laurin, ndr) che si tratta di assurdità, ma la Wada, prove alla mano, sarà pronta a dimostrare il contrario.

Se la positività al doping venisse confermata significherebbe la fine della carriera per Schwazer?
Non solo sarebbe la fine della sua carriera ma sarebbe un durissimo colpo per l’atletica leggera. Io stesso, Malagò (presidente nazionale del CONI) e tutta la federazione gli abbiamo dato fiducia concedendogli una seconda chance. E c’è anche l’allenatore Sandro Donati che dal 2015 lo segue continuamente e che è notoriamente molto intransigente sulle questioni di doping. Proprio non riesco a spiegarmelo.

Si tratterebbe, in caso di conferma, di una pagina nera per lo sport altoatesino e per l’atletica in particolare.
Esatto. Se le accuse che gli vengono mosse sono fondate Schwazer farebbe meglio a non mostrare più la sua faccia qui in Alto Adige, come nel resto d’Italia. Vorrebbe dire che ci ha preso in giro tutti.

C’è forse una certa “recidività” nel campo dell’atletica leggera? Recentemente, del resto, la squadra russa è stata esclusa dai giochi di Rio per doping (anche se la partecipazione dei singoli atleti verrà valutata caso per caso).
Tanti sport ad altissimo livello, che hanno come base la resistenza fisica, sono spesso “a rischio” perché gli atleti se vedono che non ce la fanno scelgono la via più breve, ma oggi è quasi impossibile farla franca perché la Wada è organizzatissima.