Ambiente | Trasorto pubblico

Sasa, e ora come si va avanti?

La società in-house è fatta e ora? A parte le consuete dichiarazioni generiche, che lasciano il tempo che trovano, quali sono i piani futuri concreti di e per Sasa?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: www.pixabay.com/mdl

La decisione di ieri della Giunta Provinciale, come si legge nei comunicati ufficiali in lingua italiana e tedesca, di entrare nel capitale sociale di Sasa decreta la fase finale nel mantenimento della proprietà pubblica di Sasa.

Il tutto condito dalla circostanza che…

...la Provincia intende "migliorare ancora il servizio, garantire e promuovere, in collaborazione con i Comuni interessati, forme di mobilità innovative e progetti pilota all'avanguardia nel servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano dei maggiori centri altoatesini."

"Damit wollen wir innovative und umweltverträgliche Formen der Mobilität für die öffentlichen städtischen und vorstädtischen Verkehrsdienste der größten Ballungsgebiete gewährleisten und fördern"

Ma, a parte questi slogan triti e ritriti, cosa si farà? La situazione l’ho analizzata ad agosto e tre settimane fa e anche questo passo formale non aggiunge nulla di nuovo, anzi rinforza i dubbi su quello che si vorrà fare. Mi sembra un po’ singolare il messaggio lanciato che “progetti innovativi” non si sarebbero potuti fare se fosse stata fatta la gara. Infatti, sarebbe bastato prevederli nel bando di gara e come obbligo per il concessionario. O no?

Leggo nell’articolo di salto.bz (curiosamente non riferito nei comunicati stampa, audio e video ufficiali):

Kompatscher: “Ora progetti pilota. Tutti i bus elettrici e a idrogeno”.

Fare affermazioni del genere, come riportato e come ho già sentito fare dal Presidente della Provincia nel recente passato, vuol dire tutto ma anche non vuol dire nulla. Peccato che, almeno così lo intuisco dal tenore di quanto letto finora, nessuno pare abbia fatto domande in tal senso, ma si sa che sono questioni un po'… spinose, oltre al fatto che si continua a non credermi ma tant'è, e quindi i media ben si guardano dal porle. In sintesi, con quali mezzi finanziari si vogliono fare questi, per inciso ingentissimi, investimenti?

Bene, allora come la mettiamo con i 38 bus a GASOLIO? Tema che ho affrontato tante volte ma che nessuno vuole affrontare a livello ufficiale. Con l’aria che mi tocca respirare e tocca respirare ai bolzanini ad andare in bicicletta e andando a piedi, “bella” scelta, davvero… O.k., la problematica è ben più complessa, come ho già scritto, anche in questo caso zero reazioni… perché forse è tutto vero quello che ho riportato?

Ma quale messaggio dà la p.a. alla popolazione quando parla (e, forse, sparla) di mobilità sostenibile e poi sceglie i bus a gasolio per il 99% della flotta urbana e interurbana? Scelte che, non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo, sono palesemente in contrasto con quanto previsto dal “Piano Clima 2050” per il trasporto pubblico.

Che la Provincia abbia aderito a tale progetto in-house è un compromesso politico. L’intenzione iniziale pare fosse quella di mettere a gara anche il servizio urbano di Bolzano, Merano e Laives. Perché? Lasciando stare i sussurri che vedevano una spaccatura nel prevedere la stessa soluzione in-house in Consiglio Provinciale, la realtà di cui nessuno parla ma che l’assessore Mussner ha riferito alcune volte, è che il rinnovo della flotta con le gare sarà a carico dei gestori del servizio a cui verrà riconosciuta solo una quota di ammortamento annuale. Sistema che, è facile intuirlo, permetterà alla Provincia di non fare più le gare e di non accollarsi più il costo di investimento iniziale dei mezzi. Ma per Sasa ora come si farà?

Come la mettiamo ora con Sasa?

L’ho già scritto (e non sono stato smentito), la flotta di Sasa è vecchia, i criteri qualitativi attuali e quelli futuri ancor più stringenti imporrano un imponente rinnovo della flotta. E i fondi? Ci saranno? E’ questo il nodo perché OGGI ci sarebbe bisogno di almeno una ventina di milioni di Euro (scegliendo la trazione più economica prevista dal Piano Clima), altrimenti, stiamone certi, continueremo a vedere a lungo in giro i bus attualmente in circolazione, taluni ormai veri pezzi da... museo.

La situazione quasi disperata della flotta di Sasa

Non serviranno le “foglie di fico” di quattro bus elettrici e di 5+10 bus a idrogeno (con qualche dubbio sulla capacità di rifornimento di questa flotta quando sarà al completo… nonostante la teorica capacità di rifornimento dichiarata qualche anno fa...) a mascherare lo stato della flotta. E il resto? Questo è il punto come piacerebbe sapere dove ora la Provincia troverà i soldi (e ce ne vorranno tanti, ma davvero tanti, come ho scritto di recente) per finanziare il reale rinnovo della flotta. Sulla idiosincrasia provinciale e di Sasa nei confronti del metano non sto neanche più a parlare, visto che altre aziende in altre città italiane ed estere stanno facendo esattamente il CONTRARIO di quanto vuole fare (ma poi farà?) Sasa.

Il presidente di Sasa...

A me viene da sorridere, se non fosse da piangere, a leggere cosa ha dichiarato il presidentissimo di Sasa di recente sulla mobilità sostenibile. Lui che in questi non pochi anni evidentemente i pugni sul tavolo non li ha battuti quando si sarebbe dovuto prevedere un programma serio e concreto di rinnovo della flotta che, ad oggi, NON c’è. Il risultato, infatti, lo vediamo ogni giorno su strada. E tanti auguri a qualsiasi progetto di limitare il traffico privato, che giocoforza dovrà vedere un aumento dell’offerta del trasporto pubblico con bus che… non ci sono o si vogliono utilizzare i bus con oltre vent’anni sul groppone come se ne vedono in giro ultimamente? Salvo non continuare a comprare bus usati, ma almeno prenderli a metano, caspita!

Al netto, ovviamente, dei possibili preannunciati ricorsi sulla scelta in-house. E’ un altro aspetto che potrebbe riservare colpi di scena nel prossimo futuro. Ma altri se ne occuperanno.