Economia | Tariffe

Telefonia, arriva la stangata?

Ritorno alla tariffazione mensile: i gestori annunciano un aumento dell’8,6%. Intanto il CTCU chiama in causa l’Antitrust.
Telefono
Foto: upi

C’è stata la delibera con la quale l’AGCOM ha vietato la bolletta a 28 giorni agli operatori di telefonia fissa, imponendo la fatturazione mensile (indicazione poi allargata, con la legge di bilancio anche alla telefonia mobile e ai servizi di pay tv con le compagnie che sono obbligate ad adeguarsi a partire dal prossimo 4 aprile), ci sono state sanzioni, diffide. Ma la situazione sembra essere ancora magmatica. Continuano infatti le offerte con pagamento a 28 giorni e gli operatori di telefonia hanno annunciato che passare alla cadenza mensile comporterà un aumento delle tariffe dell’8,6% per recuperare i ricavi.

 

Qualcosa non torna

Nelle ultime settimane i consulenti del CTCU sono alle prese con segnalazioni da parte di numerosi utenti di telefonia fissa e mobile, i quali stanno ricevendo dai propri gestori una comunicazione di variazione contrattuale in cui si comunica, tra le altre cose, il prossimo ritorno alla tariffazione mensile. Alcuni (i principali) gestori farebbero intendere agli utenti che la variazione sia dovuta essenzialmente a quanto previsto dalla legge n. 172/2017, mentre ben si sa che tale norma ha previsto unicamente l'obbligo della tariffazione mensile per tutti i servizi telefonici. I gestori, invece, stanno anche comunicando di mantenere invariato il costo annuale delle offerte, che era stato già modificato la primavera scorsa (2017) a seguito del cambio della modalità di calcolo della tariffa dal mese ai 28 giorni (con rispettivo aumento dei costi annui). Il CTCU ha quindi provveduto a segnalare tali comportamenti all’Antitrust che, nel frattempo, sulla scorta di altre segnalazioni ricevute, pare abbia avviato un’indagine, per verificare l’esistenza di un cartello sui prezzi fra i principali gestori di telefonia. 

Qualche giorno fa, inoltre, il TAR del Lazio ha respinto il ricorso delle compagnie telefoniche contro le bollette mensili imposte dall’AGCOM. La delibera dell’autorità delle comunicazioni stabiliva anche che le compagnie telefoniche dovessero rimborsare i propri clienti per le somme in più chieste da giugno 2017, cioè da quando avrebbero dovuto passare alla fatturazione mensile: su questo punto il TAR è venuto incontro alle aziende di telecomunicazione, sospendendo fino al 31 ottobre 2018 la decisione in merito. Fra corsi e ricorsi c’è anche una nuova diffida di AGCOM ai gestori telefonici, riguardante il fatto che alcuni gestori continuano a proporre offerte a 28 giorni e la carenza di trasparenza nelle informazioni fornite agli utenti con le comunicazioni di ius variandi.

I consigli del CTCU
 

  • I singoli utenti possono segnalare eventuali comunicazioni ambigue, poco chiare o addirittura scorrette da parte dei gestori, direttamente alle Autorità Garanti – AGCOM e AGCM – oltre che allo stesso gestore telefonico.
     
  • Se non sono d'accordo con la variazione di costo annuale comunicata (variazione che c'è!), possono esercitare il proprio diritto di recesso entro il termine indicato dal gestore e previa – ovviamente – la verifica dell'esistenza di un'offerta più vantaggiosa di altro gestore verso la quale dirottare la propria utenza. Importante: nella disdetta va assolutamente indicata quale motivo la variazione unilaterale del contratto.
     
  • Nel caso in cui non si voglia cambiare il gestore – nonostante appunto l'aumento del costo annuale comunicato – può essere comunque utile contestare il comportamento del gestore con un reclamo, anche per non precludersi la possibilità di eventuali richieste di rimborso nel caso dovessero emergere comportamenti illegittimi delle compagnie anche per gli aumenti già attuati nel 2017. Questo vale anche per chi all'epoca delle prime variazioni (marzo 2017) avesse già un contratto con fatturazione o addebito ogni 4 settimane, in quanto alcuni gestori hanno ben pensato di prendere la nuova previsione di legge quale appiglio per ridurre a questi clienti le prestazioni disponibili. Nel dettaglio, questi gestori adeguano le tariffe in modo da tenere invariato il costo annuale, ma non adeguano le prestazioni, cossichè questi utenti si sono viste le prestazioni ridotte di un tredicesimo. Il CTCU ha già segnalato anche questi comportamenti a chi di competenza.

Inoltre, spiega Simone Romani, consulente di telefonia del CTCU, “agli utenti si consiglia di valutare bene le proprie esigenze, perché soprattutto per la telefonia mobile, ma spesso anche per la telefonia fissa, si hanno attive offerte che sono spesso sotto-utilizzate. Quella attuale potrebbe dunque essere anche un'occasione per cambiare gestore e per trovare un'offerta migliore per le proprie esigenze di consumo. Importante però, che qualora si decida di recedere da un contratto in essere a seguito ad una comunicazione di variazione unilaterale, si invii una comunicazione scritta di ciò al proprio gestore”.