Politica | Trentino-Alto Adige

Cosa succede nella Lega?

Caso Savoi, in Trentino continua l'emorragia di eletti del Carroccio. A Bolzano due consiglieri hanno lasciato già a febbraio. Vettorato: “Manca senso di responsabilità”.
Savoi
Foto: Facebook

Le tr*ie restano tr*ie”: con queste parole il consigliere provinciale (e regionale) della Lega del Trentino Alessandro Savoi si è rivolto alle colleghe consigliere Alessia Ambrosi e Katia Rossato, anch'esse elette con la Lega ma “colpevoli” di essere passate a Fratelli d'Italia. Le ingiurie pronunciate da Savoi hanno scatenato un terremoto politico nel partito di Matteo Salvini e sono diventate ben presto un caso nazionale. Le Commissioni Pari Opportunità delle Province di Trento e di Bolzano, attraverso una nota congiunta firmata dalle rispettive presidenti Paola Maria Taufer e Ulrike Oberhammer, hanno espresso solidarietà ad Ambrosi e Rossato: “È lecito esprimere dissenso su diverse scelte politiche; è inaccettabile farlo con un linguaggio violento, irrispettoso delle persone e, in questo caso, anche sessista”. E intanto i Verdi in Consiglio regionale chiedono le dimissioni di Savoi da Segretario questore dell’Ufficio di presidenza: “Ci aspettiamo che questa richiesta venga fatta anche dalla Südtiroler Volkspartei, che in Landtag si è espressa chiaramente contro i commenti d’odio, violenti e sessisti in internet. D’altra parte, Savoi è stato eletto a tale incarico dalla maggioranza Lega-SVP” scrive in un comunicato il Gruppo verde in Regione.

 

Gli apripista Nevola e Vettori

 

La Lega in Trentino-Alto Adige sta attraversando una fase quantomeno turbolenta: l'uscita delle due consigliere trentine segue solo di qualche settimana il passaggio alla lista bolzanina “Oltre-Zanin” di Luigi Nevola e Mirche Hristov, a pochi mesi dalla loro elezione nel Consiglio comunale a Bolzano. Contattato da salto.bz, Nevola ha preferito non rilasciare dichiarazioni: “Ho già commentato sui social lo spiacevole episodio misogino e violento. Non mi va di parlare di Lega”.

 

Anche a Trento un consigliere comunale, Daniele Dematté, è passato a Fratelli d'Italia. E sembra non essere finita qui. Non sono infatti bastate le dimissioni di Savoi dalla presidenza del partito per placare gli animi e fermare un effetto a catena in tutto il Trentino. Come riporta il Dolomiti, a Mori si è dimesso il capogruppo della Lega, il giovane Filippo Tranquillini, lo stesso copione seguito a Lavis da Robert Ivan Abel con le proprie dimissioni dal consiglio e dalla sezione locale del partito. D'altronde, per il consigliere provinciale altoatesino Carlo Vettori – anch'egli oramai da tempo ex-leghista – le dimissioni di Savoi da presidente della Lega Trentino sono “una farsa”: “Il partito è commissariato e dalla presidenza non ci si può certo dimettere, è una carica che non esiste”.

 

Vettorato: "Siamo coesi"

 

I commissari in regione sono due: Diego Binelli per Trento e Giuliano Vettorato per Bolzano. “Non parlo per il Trentino, ma in Alto Adige siamo compatti” minimizza il Vicepresidente della Provincia nonché commissario della Lega altoatesina. “Sul caso Savoi ho già avuto modo di esprimermi – prosegue Vettorato – e confermo quanto ho già espresso. Premesso che non è mai uno bello spettacolo quando si cambia casacca, se si viene eletti in un partito e si passa a un altro, le parole di Savoi restano inaccettabili, non ci sono giustificazioni”.

Sul perché della “frana trentina”, l'assessore non si sbilancia: “Non so a cosa sia dovuta la situazione in Trentino, è chiaro che stare all'opposizione è un po' più semplice, ci si sente più liberi rispetto a prendersi delle responsabilità, come chi è in maggioranza. Però, per quanto riguarda l'Alto Adige, restiamo una squadra coesa. Da alcune parti siamo all'opposizione, in molte altre in maggioranza: a Laives, a Varna, a Vadena e a Egna, e qui problemi non ce ne sono. La differenza sta nella volontà di mettersi in gioco oppure no – soprattutto in un momento molto difficile come questo, in cui siamo tutti stanchi. Non va tutto bene, non si stringono mani. Ci sono decisioni da prendere, a volte anche impopolari”.

 

Che dire delle recenti defezioni a Bolzano, dove la Lega è all'opposizione? “Sono casi isolati – ribatte Vettorato – non c'è un collegamento. E devo essere sincero: di Nevola e Hristov sono davvero dispiaciuto, ho avuto modo di parlarne con loro perché sono persone valide. Hanno fatto la loro scelta, da quanto ho capito non era una critica nei confronti del partito”. Motivazioni personali? “Probabilmente sì”.

La fuoriuscita di Nevola e Hristov? Ragioni personali

Vettorato non teme contraccolpi per la Lega dovuti al sostegno al governo Draghi – nonostante Fratelli d'Italia ne stia traendo profitto: “A livello nazionale i sondaggi danno la Lega in crescita. È stata fatta una scelta, il Presidente Mattarella ha invitato a mettere da parte le bandiere politiche perché in un momento di crisi ci vuole unità, e la Lega ha scelto di metterci la faccia, di operare per uscire dall'emergenza. L'altra opzione era andare a votare e l'avremmo anche gradita. Ma non c'erano le condizioni, non decide il Parlamento”.

Per Vettorato la dialettica verso il PD in Alto Adige non cambia, “è in minoranza, con le sue proposte. Poi non ho preclusioni verso nessuno, se le proposte sono per il bene della comunità”. E rivendica di aver alzato la voce sull'obbligo dei test fai-da-te per il Covid-19 nelle scuole: "Tutti abbiamo la volontà di rendere le scuole sicure e l'obiettivo della tracciabilità, ma è il metodo a essere sbagliato. Avrei spinto sull'opportunità, ovvero sul test volontario". Una posizione che ha incassato il sostegno dell'assessora SVP Waltraud Deeg con un like su Facebook: “Sì, qualche assessora si è esposta di più...”. Insomma, la Lega di lotta e di governo sarebbe in ottima salute, pronta al dialogo con altri attori politici. Resta da capire, però, quanto dialogo ci sia ancora all'interno del partito di Matteo Salvini.