Ambiente | fenomeni globali

Le guerre nascoste per l'acqua

I conflitti per l'oro blu in giro per il mondo, dagli Usa alla Palestina passando per le dighe in Asia e Africa. Il saggio-inchiesta di Bompan e Iannelli a Rovereto.
palestina
Foto: Provincia Tn

Lo scontro geopolitico tra India e Cina intorno al fiume Brahmaputra, le tensioni tra Autorità palestinese e governo israeliano, le scaramucce tra lo stesso Israele e il Libano, e molte altre. Sono solo alcune delle “guerre dell’acqua” in corso sul pianeta. Un fenomeno attuale, che non fa distinzioni tra le latitudini e le longitudini. La mala gestione idrica non riguarda infatti solo le economie emergenti: in Pennsylvania, ad esempio, il processo di estrazione di gas non convenzionale ha privato intere città dell’acqua potabile, perché le falde acquifere sono state inquinate dai gas di scisto. Altro esempio di water grabbing è la costruzione di dighe: quella delle Tre Gole in Cina, che ha comportato il trasferimento forzato di 1,2 milioni di persone. Poi ci sono la megadiga Gibe III in Etiopia, che sta colpendo con forza gli equilibri geo-sociali della popolazione della regione dell’Oromia (400.000 le persone interessate da questa novità), e la Merowe Dam in Sudan, dove 50.000 agricoltori sono stati privati di campi e pascoli senza alcun indennizzo economico.

A questo argomento due autori, Emanuele Bompan, giornalista ambientale e geografo, e Marirosa Iannelli, ricercatrice specializzata in cooperazione internazionale e water management, hanno dedicato il saggio “Water grabbing. Le guerre nascoste per l’acqua del XXI secolo” (EMI edizioni) che presenteranno oggi alle 18 a Rovereto nella sede di Progetto Manifattura. "La domanda di acqua cresce esponenzialmente, l’offerta diminuisce per inquinamento e cambiamento climatico. E le mani che tengono  in mano il bicchiere si fanno avide” afferma nell'inchiesta Bompan, editor di @RenewableMatter e collaboratore di IL (Sole 24 Ore) e La Stampa.

Il tema è stringente. Secondo le stime delle Nazioni Unite entro il 2030 il 47% della popolazione mondiale vivrà in zone "ad elevato stress idrico", tanto che perfino la Cia ha affermato che "l’accesso all’acqua è una questione di stabilità mondiale". E la pervasività delle guerre per l’acqua è dimostrata anche dalle 507 vertenze ad oggi aperte nelle diverse Corti internazionali di giustizia del mondo in materia di navigazione, pesca e utilizzo condiviso delle acque interne e territoriali.