Economia | L'INTERVISTA

Innovazione e tradizione

Continuare a investire in ricerca tenendo ben salde le radici sul territorio. Un colloquio con Harald Oberrauch, presidente del gruppo Durst-Alupress di Bressanone.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Standort Tirol

 

Fondata nel 1936, lo scorso anno la Durst di Bressanone ha festeggiato i suoi primi 80 anni di vita. “Se siamo arrivati così lontano è merito degli investimenti continui in innovazione. Ma anche del legame che abbiamo con il nostro territorio, sia come aziende sia come famiglia”, racconta Harald Oberrauch.

Cambiare di continuo pur restando sempre se stessi: come è possibile?

“Innovazione  e tradizione sono proprio i due aspetti che contraddistinguono un’azienda come la nostra. Oggi il nostro gruppo – tra Durst, Alupress e Tyrolean Business Angel TBA – dà lavoro a 1.800 persone nel mondo (circa la metà dei collaboratori sono occupati a Bressanone, ndr), ma nella nostra storia ci sono stati alti e bassi. Abbiamo però sempre avuto ben chiara una cosa: non potevamo prescindere dall’innovazione. E’ grazie a prodotti continuamente nuovi che siamo riusciti a creare le risorse per investire ulteriormente in ricerca e sviluppo. Allo stesso tempo siamo rimasti un’azienda familiare e come tale abbiamo sempre messo al centro anche la missione sociale dell’impresa per il territorio”.

Cosa intende per missione sociale?

“Mantenere i posti di lavoro esistenti, crearne di nuovi, crescere per investire sul territorio, dare ai giovani la possibilità di realizzarsi e di mantenere la propria famiglia. E’ fondamentale il concetto di lealtà: lealtà dei collaboratori nei confronti dell’azienda, ma allo stesso tempo lealtà da parte dell’azienda nei confronti dei collaboratori. Il capitale più importante per qualsiasi azienda sono le sue persone e noi continuiamo ad investire su di loro”.

Quanto conta il legame col territorio?

“Tantissimo. Se ci confrontiamo con il resto del mondo, qui in Alto Adige ci troviamo ad affrontare diversi svantaggi competitivi. Ciò nonostante continuiamo a investire su Bressanone. E’ qui che stiamo realizzando il nostro nuovo headquarter, un edificio da 30mila metri cubi. Chiaramente il contesto economico in cui un’azienda si muove è importante, ma il vero valore aggiunto sono i collaboratori. E qui l’altoatesino ha una marcia in più: la voglia di fare, la laboriosità, lo spirito di iniziativa sono valori decisivi. Lo vediamo anche durante i corsi di formazione e qualificazione aziendale: c’è tanta voglia di imparare, di conoscere e di fare cose nuove. Il nostro ampliamento a Bressanone vuole anche essere un segnale: crediamo in questo territorio e se, come avvenuto in questo caso, la politica ci mette nelle condizioni di pianificare a lungo termine siamo pronti a investire”.

In futuro per lavorare i nostri figli dovranno conoscere 5 lingue, di cui due imprescindibili: l'inglese e il linguaggio informatico

Sempre più aziende fanno fatica a trovare giovani talenti da inserire al loro interno…

“Vale anche per noi. Da parte nostra cerchiamo di far capire che i posti di lavoro che offriamo sono stimolanti e appassionanti. E soprattutto cerchiamo il dialogo con la scuola. Il sistema di formazione duale va sviluppato e rafforzato ulteriormente, così come vanno sostenute le scuole che puntano sulle cosiddette facoltà MINT (matematica, informatica scienze naturali e tecniche, ndr). In particolare l’informatica sarà sempre più determinante”.

Per i collaboratori del futuro saranno più importanti le competenze tecniche o linguistiche?

“Non le metterei in contrapposizione, al contrario. I miei due bambini oggi hanno rispettivamente 3 e 5 anni. Sono convinto che quando entreranno nel mondo del lavoro dovranno conoscere almeno cinque lingue. Di queste, due sono imprescindibili. L’inglese, che già oggi è diventata la lingua aziendale anche per Durst, e il linguaggio informatico. Ci sono studi che dicono che in futuro per qualsiasi lavoro bisognerà anche saper leggere e programmare un software”.

Nel 2013 ha fondato la TBA (Tyrolean Business Angel), che all’interno del vostro gruppo si occupa di start-up. Anche in questo caso innovazione e tradizione si fondono…

“Nella società di oggi vale sempre di più il detto che non è il più grande che mangia il più piccolo, bensì che il più veloce mangia il più lento. Le start-up hanno un grande vantaggio: concentrano tutte le loro forze sulla realizzazione di un’idea. In questo modo diventano il veicolo ideale per mettere sul mercato prodotti e soluzioni nuove. Ma il vantaggio di avere alle spalle un gruppo strutturato è altrettanto importante: ti garantisce risorse umane, finanziarie e tecnologiche e soprattutto ti garantisce quell’esperienza che permette di evitare di fare errori che altri hanno già fatto in passato”.