Steven Avery
Foto: Making a murderer
Cultura | Vertigo

Di omicidi, prosciutti e guerre

Vertigo spin off vol.2. In attesa della riapertura dei cinema uno sguardo alle docu-serie. Tre chicche.

  Making a murderer

Il 15 giugno riaprono i cinema e il loop “ciuchinesco” è già partito (“siamo arrivati?”). Prima di mettere finalmente piede nel Regno di Molto Molto Lontano, dopo un giretto fra le serie tv, eccoci di fronte a un altro atto consolatorio contro la sindrome da privazione di grande schermo. Si va per documentari. Netflix ne ha un archivio gonfio, ne abbiamo scelti tre. Il primo è Making a Murderer, documentario a puntate del filone true crime, che racconta la storia di Steven Avery (già incarcerato per un caso di stupro per cui verrà poi riconosciuto innocente) e suo nipote Brendan Dassey, condannati all’ergastolo per l’omicidio l’omicidio di Teresa Halbach, la fotografa uccisa nel 2005 a Manitowoc. Un crimine che forse non hanno commesso. La serie segue gli sviluppi del processo, si focalizza sui depistaggi nelle indagini (ancora in corso), l’abuso di potere, il ruolo dei media e le falle del sistema giudiziario. Avvertenze: vi inchioda allo schermo. Portatevi semmai un po’ di stomaco. 


 

 Salt, Fat, Acid, Heat

Vabbè, non sarà Julia Child ma Samin Nosrat sa il fatto suo. Prima di roteare gli occhi al cielo perché si parla tanto per cambiare di cucina sappiate che Salt, Fat, Acid, Heat non è una docu-serie sul cibo e basta ma affonda le radici nella cultura, la tradizione e l’esperienza toccando l’Italia, il Giappone, il Messico e la California. A ogni paese è dedicato un capitolo: sale, grasso, acido e calore, “impégnati a padroneggiare questi quattro elementi e avrai il controllo della cucina”, dice la chef e columnist del New York Times. Insomma ci si diverte, si impara qualcosa e si fa bella figura alle cene coi congiunti.


 

 Five came back

Ci sono 5 registi - Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Guillermo del Toro, Paul Greengrass e Lawrence Kasdan - che parlano di altri 5 registi - William Wyler, Frank Capra, George Stevens, John FordJohn Huston -. E Meryl Streep, che fa la voce narrante, ha pure vinto un Emmy per questo. Così, per dire. Five came back è una miniserie in tre puntate che esplora, intrecciando filmati d’archivio e interviste, la relazione tra il cinema hollywoodiano e gli eventi del Secondo conflitto mondiale, nonché il rapporto ambiguo tra realismo documentario e finzione, e le diverse esperienze che i filmmaker hanno avuto in guerra. L’ho già detto Meryl Streep?